Capitolo 13.

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Mi rigirai nel letto più volte prima di sentire qualcuno muoversi vicino a me. Mi irrigidii immediatamente, prima di lanciare un urlo e alzarmi rapidamente dal letto.
Valerio si svegliò di colpo alzandosi a sua volta prima di guardansi intorno spaesato, dopo di che mi lanciò un’occhiataccia. Ricordai gli eventi della sera prima, e sospirai sollevata. Pensavo fosse entrato un maniaco dalla finestra mentre dormivo.

-Perché l’hai fatto?- farfugliò con la voce ancora impastata dal sonno, mentre si stropicciava un occhio tornando a sdraiarsi sul mio letto.
Sorrisi, non avrei mai pensato di dirlo ma era…. dolce.
Si sfilò la maglietta prima di buttarla ai piedi del letto. Rimasi a fissarlo
incantata, guardando il suo petto prima di scendere verso lo stomaco. Era perfetto.

Mi sorprese mentre stavo lì ad ammirarlo, così abbassai lo sguardo imprecando tra me e me.

Ridacchiò alzandosi dal letto per andare verso il mio bagno. Della serie “fai come se fossi a casa tua”.

Dovetti trattenere un urlo quando mi sentii sollevare da terra.

Iniziò a farmi il solletico. Iniziai a ridere boccheggiando per prendere un po’ d’aria, contorcendomi mentre lui rideva.
-Valerio.. ti prego.. basta- lo pregai tra una risata e l’altra.

-MELISSA!- sentii urlare mio fratello dal piano di sotto.

Mi irrigidii immediatamente insieme a Valerio, che mi guardò in preda al panico.

Si alzò recuperando la maglietta e se la infilò velocemente.
-A dopo piccola- sussurrò al mio orecchio stampandomi un rapido bacio sulle labbra.

Lo osservai confusa, quando lo vidi calarsi giù dal mio balcone.
Corsi alla finestra preoccupata, ma fortunatamente lo vidi camminare senza problemi prima di scavalcare anche la ringhiera di ferro.
Si voltò salutandomi con la mano, mentre io sorridevo, il mio cuore che procedeva facendo delle capriole.

-MELISSA!- tuonò Mirko salendo rapidamente le scale prima di bussare con forza.

Mi precipitai alla porta aprendola con la chiave, prima di spalancarla trovando mio fratello che mi guardava preoccupato.
-Che vuoi?- chiesi infastidita.

Quando vidi lo sguardo che  mi lanciò deglutii, calmandomi.

-Ero preoccupato, non rispondevi- mi accusò grattandosi la testa.
Sbuffai – non è che ogni volta che non ti rispondo sono morta o qualcosa di simile- gli feci notare alzando gli occhi al cielo.
Alzò le mani in segno di resa –hai ragione, è l’abitudine- si scusò ridendo.
Annuii in imbarazzo, forse per il pensiero che poco tempo fa Valerio era in camera mia.
Scesi le scale seguita da mio fratello, che continuò ad osservarmi anche mentre preparavo la colazione.
-Si può sapere che ti prende?- sbottai infastidita girandomi di scatto.

-Non lo so, ultimamente ho la sensazione che tu mi stia nascondendo qualcosa- ammise scrutandomi attentamente.

Abbassai lo sguardo girandomi –ti sbagli- mentii mentre addentavo una ciambella.
Si avvicinò sedendosi sul bancone.

-Lo spero, anche perché non ti conviene mentirmi- disse minaccioso.

-certo, certo- farfugliai trangugiando letteralmente la mia colazione prima di correre in camera mia. richiusi la porta prendendo un respiro profondo. Stare per tutto quel tempo a casa da sola con mio fratello sarebbe stata dura.

Mi lavai e vestii velocemente, uscendo di casa ancora più in fretta.

Sapevo che facevo tutto quello perché non vedevo l’ora di rivedere Valerio, ma una volta arrivata nel parcheggio della scuola mi fermai aggrottando la fronte.
Io non potevo stare con lui, non davanti agli altri. Lì c’erano molti dei suoi, per non parlare delle voci che sarebbero sicuramente girate per tutta la scuola. Saremmo stati sulla bocca di tutti.

Tu amami o sparami  •Sercho•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora