Capitolo 16

159 9 2
                                    

Fino a pochi giorni fa non mi sarei immaginata sdraiata accanto a lui nel suo appartamento ma a quanto pare è proprio accanto a me con le braccia che mi stringono i fianchi. Sposto piano il suo braccio per andare a fare colazione. Sono ormai le sette e devo prepararmi per l'università. 

La maglietta nera, che mi diede Jai per dormire, mi arriva fino a metà coscia. Mi guardo allo specchio appeso davanti la porta della sua camera e per uno strano motivo mi piaccio. La figura riflessa in esso è di una ragazza felice e mi basta per sorridere per poi ridere guardando i miei capelli che sembrano il nido degli uccelli fatto da una mamma un po' distratta.  

Mi fermo sulla soglia della cucina. Sento il rumore di qualcosa che frigge, attentamente cerco di aprire la porta semichiusa per intravedere la persona che si è intrufolato nell'appartamento. Canticchia sotto la voce di beyoncè e vedo una donna sui 50 anni che lava i piatti del lavandino. 

Ritorno di corsa verso la camera di Jai. Lui, con i capelli disordinati che gli cadono sulla fronte e la bocca semichiusa, dorme tranquillamente. Mi avvicino muovendogli piano la spalla. 

'Jai' lo chiamo. 

'Jai!' alzo la voce e lui bisticciando qualcosa di incomprensibile apre gli occhi. Mi tira e cado sopra di lui. 

'Buongiorno' dice con voce roca.

 'Cosa succede? Sembra che hai visto un fantasma' continua osservandomi. 

'Ascolta' dico sussurrando.

 'Wow, stai preparando la colazione?' mi chiede tenendo quel sorrisetto sulla sua faccia. 

'No! C'è una donna in cucina!' dico un po' impaurita. Chi sarà mai quella donna? Come ha fatto ad entrare? Jai inizia a ridere. La confusione si fa spazio nella mia testa e guardando quel bel faccino che ha il ragazzo che mi sta difronte mi viene da prenderlo a schiaffi. Forse pensa che stia scherzando e cerco di mantenere la mia espressione seria. 

'Cosa ti ridi?' gli chiedo confusa. 

'Samantha, alzati ti presento una persona' 


La colazione preparata da Dona è davvero buona. Dona è una signora che viene tre volte a settimana. Mi ha raccontato di quanto Jai non la volesse ma alla fine venne comunque perchè la casa non si sarebbe pulita da sola e per impedire a Jai di abbuffarsi con i cibi in scatola. Dona non fu assunta da lui ma da sua madre, Gina. 

'Dona, grazie per la colazione. Era deliziosa davvero' la ringrazio sorridendole. 

'Non c'è problema, signorina' mi risponde educatamente. La convinco di chiamarmi Sam per non essere troppo formale. 

L'unica voce che si sentiva nell'aula è quella del professore che ci ricorda per l'ennesima volta dell'assegno datoci all'inizio dell'anno. Non capivo davvero l'importanza di esso, se non fosse stato il valore del voto non avrei mai iniziato fino a metà anno. È davvero strano abituarsi alle lezioni silenziose, ricordo che al liceo che frequentavo non c'era silenzio finché uno dei miei compagni finiva dalla vicepreside.  Prendo appunti delle lezioni che sembrano passare in fretta. 

Una cosa non era cambiata: la mensa. È come un luogo di smistamento: da una parte quel gruppo dall'altra un'altro. Nel balcone presi solo un panino e una bottiglietta d'acqua per poi notare quel tavolo. Il tavolo in cui mi ero seduta  dall'inizio dell'anno quando non conoscevo nessuno.  Tra quelle persone c'è Sophia. Mi ha mentito e mi sono fidata. Sono consapevole del fatto che sto prolungando il mio muso ma mi ha sorpresa sapere che me lo avesse nascosto davvero. Io la fisso e so benissimo che dovrò affrontarla. Infatti si alza e si avvicina a me. 

'Posso parlarti?' mi chiede. Indossa una maglietta a righe e i skinny jeans neri strappati al ginocchio. Annuisco e la seguo fino al cortile. 

'Mi dispiace. Sono davvero dispiaciuta Sam' mi dice e capisco che lo è davvero.

'Dimmi solo una cosa: perchè?' le domando continuando a passeggiare senza una meta precisa.

'Pensavo che te lo avrebbe detto o che già lo sapessi' mi rispose fermandomi.

 'Ma ti giuro, non l'ho fatto per cattiveria o altro' afferma guardandomi dritta negli occhi. Le sorrido.  La sua sincerità mi ha convinta e decido così di abbracciarla.

 'Sop, va bene' le dico. 

'E ora' dice improvvisamente sfoggiando il suo miglior sorriso. 'Racconta cosa è successo con Jai' mi chiede o meglio mi impone. Ridacchio e prendendola sotto braccio continuiamo a camminare.

 'Sapevi che..' sospendo la mia frase a metà appena sento la voce di Jai. Nascosto dietro un albero parla con un altro ragazzo che riconosco dai capelli corvini. 

'Non gli servi, cazzone' dice a Matt. Lui sogghigna tenendogli testa. 

'Sei proprio uno stronzo imbecille' lo insulta. 

'Ti ho dato un scelta o ti spacco..' decido di avvicinarmi e porre fine a quella conversazione pieno di insulti per un argomento che non conosco.

 'Cosa sta succedendo?' chiedo intromettendomi tra i due. Tengo le braccia incrociate per la maglietta troppo leggera che indosso. Matt si gira verso di me  mentre Jai continua a fissarlo come se stesse immaginando qualcosa dentro la sua testa e volesse farlo ma non poteva. 

'Chiedilo al tuo ragazzo super protettivo' mi risponde bruscamente e andandosene via. Avrei chiesto altre informazioni sulle discussioni ma non mi piaceva dare spettacolo all'università, così me ne andai anch'io guardando con uno sguardo confuso Jai che non disse nulla.

Oggi al bar c'è molta gente. A quanto pare sono tutti stressati e tutti voglio bere cose forti. Amanda rimase fino alle 8 e mi toccò fare un'ora da sola. Non era male ora me la cavavo meglio di prima.  Vedo il volto Jai tra la gente e mi sorprendo di vederlo in questo bar. Non era mai venuto. Si avvicina sedendosi ad uno sgabello del balcone. 

'Hai finito il turno?' chiede. Controllo l'orologio e esattamente Amanda rientra nel bar prendendo di nuovo il mio posto. La saluto e esco accompagnata da Jai.  Mi tira verso di lui e mi bacia. Mi lascio trasportare ma voglio sapere cosa sia successo tra lui e Matt.

'Non ti interessa' mi risponde specchiandosi sulle pareti del suo ascensore. Mi meraviglio del suo menefreghismo .

 'Scusami? Matt è un mio amico, Jai' esclamo con tono tranquillo.

 'Dio. Quello lì ti mangia con gli occhi e tu lo chiami amico?' mi guarda cercando una conferma. 

'Se non me lo dici tu, lo chiederò a lui' lo minaccio. Le porte dell'ascensore si aprono e Jai fa finta di non aver sentito la mia minaccia. Esce dall'ascensore e mi osserva.

 'Cosa aspetti a scendere ed entrare a casa?' mi domanda con tono giocoso. 

'Dimmelo o spingo questo bottone e vado da Matt' cerco di fare lo stesso gioco che lui sta cercando di fare.

'Gli ho detto di licenziarti' risponde tutto d'un fiato. Non riesco a crederci. Giocare sul mio posto di lavoro? L'unico che mi permetteva di avere un po' di risparmi? 

Lo guardo con delusione e premo quel maledetto bottone che fa chiudere le porte. 


Da Matt ci sarei davvero andata.


N/A

Ecco l'atteso capitolo 16 ahahaha. Non so quante volte dovrò dirvi che mi dispiace avervi fatto aspettare così tanto but ora sono tornata e quindi ogni settimana un capitolo!

Mi rende davvero felice sapere che ci sono anche dei nuovi lettori yaas 

Come sempre commentate sotto scrivendo i vostri pareri e se avete domande (personali o inerenti alla storia) risponderò a tutto  :)




FIX ME || Jai Brooks (in pausa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora