year nine

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Dopo quel bacio inaspettato, non ci sentimmo più se non per piccole conversazioni, per la maggior parte iniziate da me. Ne volevo di più, sempre di più.
A volte la sera, prima di andare a dormire mi domandavo cosa sarebbe successo se io avessi acconsentito a quello che mi chiedeva, a cosa sarebbe successo se lui, invece, avesse pensato solamente a me, e se veramente quello che eravamo, nel caso fossimo davvero qualcosa, era vero. Ripensandoci dovevamo pur essere qualcosa noi, forse eravamo solamente delle stelle nel cielo, ma speravo nel profondo di poter essere legata a lui in qualche modo.
Iniziammo a vederci furtivamente, mentre i corrispettivi fiancé erano via. Nulla di serio; solamente per non stare soli, aveva detto, ma per me quello era molto più che una via di fuga dalla relazione soffocante che vivevo, per me quello era finalmente riuscire a essere me stessa.
Una volta saltò il nostro appuntamento notturno, lasciandomi ad una tavola calda aperta tutta notte ad aspettarlo. La proprietaria, commossa probabilmente dalle lacrime che rigavano il volto, mi aveva promesso che non mi avrebbe fatta pagare ciò che avevo ordinato.
E mentre rimasi sorpresa dal piccolo gesto di umanità compiuto, un piccolo ronzio richiamò la mia attenzione; un messaggio da parte sua. Mi chiese se fossi arrabbiata, semplicemente gli risposi di no, ed era la verità, non ero arrabbiata, ero delusa.
Uscii velocemente dalla tavola calda, camminando a passo svelto verso la macchina, ripensando a noi e realizzando che non sarebbe si sarebbe mai realizzato quello che speravo. Speravo e sognavo.
Era stato il mio primo amore, ma io non sarei mai stata il suo ultimo, cose che per me lui sarà sempre.

in fifteen years ; a.b.c. ❁Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora