year eight

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Una mattina, senza aspettarcelo, una lettera in una busta giallastra fu imbucata nella nostra casella postale. Era compito mio ritirare la posta, e quando, presa la busta, un familiare odore di muschio pervase le mie narici non potei fare a meno di pensare a quando, per la prima volta, avevo sentito quel profumo.
Lui era solito spruzzare sopra le sue lettere quel profumo quando iniziò a scrivermi lettere che lasciava tra i miei libri di scuola e che con gioia, e molto spesso con occhi che brillavo, leggevo tornando da scuola, ignorando tutto quanto quello che mi circondava, così da poter concentrarmi solo su di essa.
Aprii frettolosamente la busta per poi trovarci dento un biglietto, o meglio, un invito.
Siete stati gentilmente invitati a partecipare a una cena di riconciliazione.
Speriamo riuscirete a parteciparvi, in tal caso si prega di avvisare il numero che trovate sul retro del biglietto,
Vi ringraziamo.
Una cena. Ecco il motivo.
C'era però qualcosa che non capivo, perché quel speriamo? Chi oltre a lui aveva voluto invitarci?
E così quella sera a cena io e lui ne discutemmo insieme sul da farsi riguardo l'invito.
Una settimana dopo ci trovavamo davanti a una sontuosa casa, nei nostri modesti abiti, troppo usati per un evento del genere. Quando poi venirono ad aprirci, rimanemmo ancora più impressionati dall'arredamento degli interni. Ed infine, quando i proprietari ci vennero incontro, mi si strinse il cuore. Lui, con gli occhi che brillavano mentre erano incollati ai miei e con i capelli troppo in ordine e che da troppo tempo non toccavo più, ed in fianco a lui, una ragazza, alta, snella e infinitamente bella, neanche lontanamente paragonabile alla mia figura, banale e probabilmente troppo scontata.
Dopo una piccola chiacchierata tra di noi, scoprii che lei aveva iniziato a posare per riviste dopo essersi laureata al collage a vent'anni, e la mia autostima iniziò a risentirne profondamente.
Ci sedemmo intorno a un tavolo perfettamente apparecchiato, mentre le portate ci venivano portate una dopo l'altra. Ogni tanto mi sembrava di sentire qualcosa contro la mia gamba, ma pensai fosse solamente una mia idea, infondo non pensavo che lui stesse cercando la mia attenzione, aveva una nuova lei e io in confronto ero polvere.
Quando poi, senza volerlo, cercando di essere gentile e di dare una mano a sparecchiare, un piatto mi scivolò dalle mani e si infranse, spargendosi in cocci per il pavimento come stelle nel cielo, chiesi di poter andare a prendere qualcosa per pulire, scusandomi infinitamente, accompagnata da lui.
E camminando per casa fu una totale sorpresa quando dolci parole nei miei confronti uscirono dalla sua bocca e quando la suo mano si avvicinò al mio mento, per poi baciarmi con totale naturalezza, come se fossimo tornati ai tempo della nostra storia.
In qual momento, con l'animo in fiamme, le guance arrossate e una mano tra i suoi morbidi capelli, riuscii a pensare solo a due parole: pura ossessione.

*prossimo capitolo a 500 visualizzazioni, 70 stelline e 30 commenti*

in fifteen years ; a.b.c. ❁Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora