CAPITOLO 14

26 3 0
                                    


Un'altra giornata stressante è passata finalmente. Sono a casa sdraiata sul letto a riposarmi. Ho voglia di chiamare Leo per sentire la sua voce. Cerco il cellulare per poter chiamare ma non lo trovo. Cerco da per tutto ma non lo trovo. Poi ricordo di averlo lasciato a scuola. In una mossa veloce prendo la giacca ed esco di casa. Corro in cerca di un taxi che trovo subito.

Una volta arrivata a scuola, scendo dal taxi, dopo averlo pagato. Mi avvio correndo per i corridoi della mia scuola. Arrivata in classe cerco il mio cellulare che trovo sotto il mio banco. Controllo se è tutto a posto e c'è tutto per fortuna.

Uscendo dalla classe però, qualcosa di viscido mi cade a dosso.

Vedo Roxi e le sue amichette ridere di gusto.

<<Vedo che lo scherzo è riuscito, hai abboccato>>

<<Sei solo una stupida e una bambina. Nascondermi il telefonino per farmi uno scherzo. Davvero brava e molto intelligente direi>>

Tutte le sue bamboline mi fanno foto su foto.

<<Non mi interessa il tuo parere. Devi stare lontano dal mio cucciolotto>>

<<Eh chi sarebbe questo cucciolotto. Mi sembra di non avere animali a scuola>>

<<Ah davvero molto simpatica, mi fai crepare>>

<<Si voglio farti crepare fino a strozzarti con la tua stessa saliva>>

<<Diabolica, non lo faresti non hai il coraggio>>

<<Non mi conosci non lo sai>>

Giro i tacchi e me ne vado via da quella mente vuota e malata che si ritrova.

***

Un rumore forte alla porta mi fa svegliare. Scendo giù e vado ad aprire. Mi ritrovo d'avanti la figura di Jen.

<<Ciao in ritardo come al solito?>>

<<Come fai a sapere dove abito?>>

<<Ti ho visto molte volte uscire di qui. E poi quando ti ho dato il passaggio eri in questa zona. Quindi deduco che vivi qui>>

<<Deduzione esatta Sherlock Holmes>>

<<Grazie Watson>>

Ridiamo tutte e due per le affermazioni fatte.

<<Ti aspetto qui sbrigati>>

<<Si signore>>

Vado in camera mia ed incomincio a prepararmi. Una volta concluso, scendo giù e insieme ci avviamo verso scuola.

Una volta giunte a scuola, aspettiamo che suoni la campanella.

Quando percorriamo i corridoi parecchi ragazzi mi indicano e ridono.

Mi si avvicina Roxi con quell'aria da super nova.

<<Sei fotogenica devo dire>>

<<Eh?>>

<<Non hai visto le tue foto attaccate al muro. Ops non dovevo dirlo, ma ormai il danno è fatto.>>

Come una furia la scanso e mi avvicino alla folla di ragazzi che sta guardando ridendo le mie foto.

<<Smettetela di ridere come dei babbuini, non stiamo in una giungla o sbaglio>>

La mia voce ferma le continue risate.

Roxi si avvicina a me.

<<Aspetta davvero credevi di potermi incutere paura nei tuoi confronti?>> Domando scoppiando a ridere. <<Tutto questo mi fa pensare all'asilo. Ma noi non stiamo all'asilo o sbaglio? Se cerchi di farmi male in questo modo ti sbagli Roxi. Sei solo una bambina viziata che crede di essere chi sa chi. Ma lo sai davvero chi sei? Lo sai eh?>> Dico con voce arrabbiata.

<<Sono la più temibile della scuola, questo sono>>

<<Ah lo credi davvero? Te lo dico io chi sei. Sei solo una...>>Una voce non mi lasci terminare.

<<Smettetela, ora basta>>

Lo guardo. Nulla come sempre, nessuna emozione. Solo indifferenza come vuole far credere. Ma io non ci casco.

<<Smettetela con queste assurdità>> continua avvicinandosi alle foto e staccandole.

<< Ma Fede...>>

<<Nulla ma, sono bambinate. Sembrate due bambine.>>

<<Ah io la bambina? Dillo alla tua cucciolotta>> urlo andandomene da lì.

Mi reco in bagno per non avere gli occhi di tutti a dosso.

<<Smettila di fare la dura>>

Mi volto e vedo due occhi azzurri, però spenti.

<<Cosa ci fai nel bagno delle femmine?>>

<<Nulla non mi è piaciuto il modo come mi hai risposto>>

<<Tu mi hai chiamata bambina, non me lo merito>>

<<Sei una bambina>>

<<La tua cucciolotta lo è>>

<<Smettila ok?>> Mi dice avvicinandosi a me, facendomi indietreggiare fino a toccare il muro. Mi blocca con i polsi. Si avvicina al mio orecchio e sento il suo respiro caldo sul mio collo. Il corpo si riempie di brividi, credo per il freddo, non ci sono altre spiegazioni.

<<Sei la prima che mi tiene testa in tutta la scuola. Mi irrita riesci in un certo modo a capirmi e io non voglio. Non posso dimenticare quel discorso perché non credevo che a primo impatto sei riuscita a capire che in me c'è qualcosa che non va>>

Si allontana per guardarmi. Nei suoi occhi leggo tristezza. Sono riuscita a capire una sua emozione, questa volta non l'ha nascosta con la sua indifferenza.

<<Lo so che prima anche se cercavi di essere indifferente non era veramente così. Nascondi e continui a nascondere le tue emozioni. Ma perché?>>

<<Eh tu perché? Lara lasciami in pace>>

<<Non posso>>

Mi libero dalla sua presa e mi avvio alla mia aula. Non posso abbandonarlo, so che ci vorrà molto tempo ancora a riuscire a cambiarlo ma ci voglio riuscire. Per me è una sfida che voglio poter vincere. La mia curiosità verso Federico aumenta sempre di più. Riuscirò a salvarti.



UN AMORE PERDUTO E RITROVATODove le storie prendono vita. Scoprilo ora