CAPITOLO 15

24 2 0
                                    


Le nuvole oggi sono molto grigie, chiaro segno che tra un momento all'altro si scatena un'alluvione. Guardo dalla finestra e ancora una volta mi sento sola. Anche se sono qui e ho realizzato uno dei miei sogni mi sento ancora divorata dalla mia solitudine. Mi Le mancano i miei genitori e vorrei che avessimo un rapporto un po' più di famiglia unita e perfetta. Ma le famiglie perfette non sono altro che una nostra illusione. Non esistono famiglie o persone perfette c'è sempre qualcosa che deve andare al verso sbagliato.

Finisco la mia sigaretta e una lacrima mi solca il viso. Mi ero ripromessa di non piangere più ed invece eccomi qui a piangere come una bambina.

Incomincia a cadere lenta la pioggia che bagna il suolo. Piano, piano il ritmo incomincia ad aumentare e da una lenta e calma pioggerella diventa un vero e proprio acquazzone.

Decido di uscire fuori e di scambiare le mie lacrime con la pioggia.

Mi getto sotto l'acqua ed incomincio a piangere e a dimenarmi più forte. Posso sembrare una matta dalla gente che cammina sotto i loro ombrelli. Ma non mi importa, continuo a girare su me stessa e a bagnarmi tutta.

Penso a mia madre, mio padre, la mia Napoli, Leo, la grotta magica. I ricordi mi fanno spuntare un sorriso sulle mie labbra umide.

Mi sento libera sotto il getto d'acqua, mi sento liberata da tutto, in pace.

Apro gli occhi e lentamente ritorno in casa. Mi cambio gettando i panni fracidi nel cestino del bucato. Mi dirigo verso il bagno per farmi una doccia calda e rilassante. Scommetto che prenderò di sicuro una forte influenza, ma almeno è servito a qualcosa.

Entro nella vasca e mi copro di schiuma, mi lavo e mi sciacquo. Quando ho finito indosso un jeans strappato e una maglietta nera.

Mi preparo la borsa per il lavoro e questa volta prendo l'ombrello e magari anche un taxi per arrivare in anticipo.

Esco di casa e vado in cerca di un taxi che trovo.

Quando arrivo pago il taxi e mi dirigo al negozio.

Entro e noto subito Jen a terra che piange. Mi avvicino impaurita per capire cosa le sia successo.

<<Hei tutto bene?>> Le chiedo preoccupata appoggiando la mia mano sul suo braccio.

Non mi guarda e continua a singhiozzare nascondendo la testa tra le braccia.

<<Tesoro cosa succede?>> Mi abbasso alla sua altezza.

Ancora non mi risponde e davvero mi sto preoccupando.

<<Qualunque cosa sia successa ti consiglio di tornare a casa, non ti senti bene per affrontare una giornata di lavoro. Non preoccuparti prendo io il tuo posto, ce la posso fare, ok?>>

Alza lentamente il capo e ha la faccia ricoperta di lacrime e tutto il trucco sciolto.

<<Davvero lo faresti per me?>>

<<Certo, perché non dovrei? Ora ritorna a casa ti copro io>> Dico facendole un sorriso.

<<Non so come ringraziarti>>

<<Non c'è bisogno che mi ringrazi, adesso vai>>

Si alza e mi abbraccia poi prende il cappotto e mi saluta tristemente.

Non so cosa le sia potuto capitare, credo qualcosa di grave, per questo non me l'ha voluto dire.

Mi alzo ed incomincio a lavorare.

UN AMORE PERDUTO E RITROVATODove le storie prendono vita. Scoprilo ora