CAPITOLO 45

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Sono tornata da poco a casa e sono in un tale stato confusionario che mi scoppia la testa. Ho sbagliato ad accettare l'invito di Marc. Mi sento una stupida, non volevo vedere l'espressione di delusione sul suo viso, mi sarei sentita sicuramente in colpa.

Tra qualche ora verrà a prendermi ed io non so neppure cosa indossare. Scavo nell'armadio in cerca di un vestito che mi salvi. Finalmente trovo qualcosa di adatto. Non ho intenzione di mettermi un vestitino, già è cotto di me ci mancherebbe che mi metta in mostra. Indosso un pantalone nero stracciato sulle ginocchia con una maglia rossa che scopre di poco la pancia. Mi trucco leggermente e sono pronta per attendere l'arrivo di Marc.

<<Devi uscire?>> mi domanda Jen.

<<Si, Marc mi ha invitato a cena.>>

Sospira e si siede.

<<Non sono intervenuta fino ad ora, perché sentivo che avevi bisogno di stare un po' per conto tuo. Credo che ora stai sbagliando. Sì è vero dovresti svagarti ma non credi che così lo illudi a Marc?>>

<<Non voglio illuderlo, sta sera metterò le cose in chiaro. Non volevo vedere sul suo volto l'espressione di delusione per un mio rifiuto.>>

<<Lara non voglio che tu soffra. E so perfettamente che aspettare una persona richiede tempo e pazienza, quindi se vuoi tirarti indietro ti capisco perfettamente.>>

<<Io non sono una vigliacca Jen.>> e il mio sguardo si indurisce. <<Non ho mai detto che voglio tirarmi indietro, amo Fede con tutta me stessa. Non ho mai provato sensazioni simili con nessuno. Voglio aspettarlo però nel frattempo non posso deprimermi in una stanza. Se tu pensi che voglio scappare dal problema non mi conosci per davvero. Qualche anno fa l'avrei fatto ma ora no, ora sono diversa dalla Lara di qualche tempo fa.>>

Jen si stupisce alle mie parole.

Sento una macchina arrivare e mi dirigo verso l'uscita di casa senza guardarla in faccia.

Non posso credere che ha pensato solo per un'istante quelle cose. Non ho voglia più di scappare e mollare tutto.

Mi avvicino alla macchina e vedo il sorriso di Marc. Salgo e lo saluto.

<<Sei stupenda.>>

<<Grazie ma non credo proprio. Tu sei così elegante se lo sapevo mi vestivo più decentemente.>>

<<Ma tu sei bella anche con un sacco addosso.>>

Gli sorrido.

Perfetto primo complimento, chi sa quante ce ne saranno ancora.

Arriviamo al ristorante e ci sediamo al tavolo.

<<Lara sono molto felice che tu abbia accettato il mio invito.>>

<<Beh... è un piacere.>> sorrido imbarazzata.

<<Posso chiederti una cosa?>>

<<Certo.>> se non è troppo personale.

<<Da cosa è nata la passione della musica.>>

<<Ho studiato piano quando ero ancora una bambina. Mi ha appassionato da subito e l'ho trovato sempre uno strumento affascinante.>>

<<Si vede dai tuoi occhi che ne sei profondamente innamorata.>>

Mi guarda come incantato.

<<La musica alla fine è come noi, siamo noi che la creiamo e siamo noi che attraverso essa esprimiamo emozioni. È una cosa integra con noi stessi. E secondo me per fare musica devi amare prima te stesso e poi lo strumento che suoni.>>

UN AMORE PERDUTO E RITROVATODove le storie prendono vita. Scoprilo ora