CAPITOLO 37

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La mia amica ha sbagliato, ma non si può dare tutta la responsabilità a lei. Quell'idiota non può cavarsela così. Farò di tutto per fargli cambiare idea. Ci tengo a Roxi e non voglio vederla soffrire.

<<Roxi torna a casa, parleremo ai tuoi genitori un altro giorno. Riposati.>>

<<Va bene.>> dice con aria stanca e triste.

Le tocco la spalla.

<<Vedrai si risolverà tutto. Abbi pazienza.>>

<<Ci spero.>>

L'abbraccio e mi incammino verso casa.

Una volta giunta a destinazione, apro la porta. Mi sembra deserta, poi però vedo spuntare dalla porta della sua camera Jen, con aria assonnata.

<<Hei dove sei finita?>>

<<Stavo con Roxi. Hai lavorato fino ad ora?>>

<<Si c'è tanto lavoro al negozio.>>

Mi avvicino e le do un bacio.

<<Farai bene a riposarti allora. Domani la sveglia squillerà presto.>>

<<Sicuro. Vado a farmi un sonnellino, a dopo.>>

<<A dopo.>> dico dirigendomi in camera.

È tardi sono le nove, ma ho bisogno comunque dell'indirizzo di Raul. Prendo il cellulare e compongo il numero di Fede. Schiaccio il pulsante per inoltrare la chiamata e lo faccio squillare. Al terzo squillo risponde.

<<Pronto.>> sento la sua voce un po' assonata, ma ora ho cose più importanti di cui pensare.

<<Fede ho bisogno dell'indirizzo di Raul.>> arrivo dritta al punto.

C'è silenzio per qualche secondo.

<<Lara sei tu?>>

<<Si. So che sei amico di Raul e ho bisogno del suo indirizzo.>>

<<Perché mai?>>

<<Poche domande.>>

<<Beh se tu non mi dici il motivo io non te lo do.>> mi sto davvero arrabbiando.

<<Non sono fatti tuoi e poi serve per Roxi.>>

<<O per te?>>

<<Ma stai scherzano spero. Ho bisogno del suo indirizzo perché devo parlarci. Roxi ha bisogno del mio aiuto.>>

Non capisco perché si interessa tanto al posto di darmelo subito.

<<Non capisco cosa sta succedendo a Roxi. Comunque vengo con te.>>

<<Non ho bisogno di un accompagnatore me la so cavare benissimo da sola. Quindi adesso mi dai questo maledetto indirizzo, se non ti dispiace.>>

<<E va bene. 45 di Baker Street. Contenta adesso?>>

Gli stacco subito il cellulare in faccia, senza dirgli grazie. Crede forse che sono una bambina? Me la so cavare bene non ho bisogno di essere accompagnata da nessuna parte.

Corro per il corridoio e urlo a Jen che esco. Devo assolutamente parlare ora con Raul, anche se è tardi.

Prendo un taxi, gli do le indicazione e in un batter d'occhio siamo sotto casa di Raul. Lo pago e mi avvicino alla casa. Una viletta di colore giallo, con un giardinetto tappezzato di fiori e piante. Credo proprio che sia figlio di una famiglia benestante. Busso alla porta e mi apre una signora con uno chignon, bionda e un tailer.

UN AMORE PERDUTO E RITROVATODove le storie prendono vita. Scoprilo ora