Diciotto.

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"Ti porto ai margini, ai limiti che neanche immagini".

Mostro's Pov

Mi scrutava con quei suoi bellissimi occhi color ghiaccio.
«Vedi la mia vita non è quello che sembra» mi scrutava in modo strano quasi sembrasse non capire.
Mi mise la mano sulla spalla, «vedi, accada quel che accada, io ti amerò lo stesso».

Quelle parole, risuonarono alle mie orecchie, come la cosa più dolce che avessi mai potuto udire in vita mia, forse una delle poche.
Avrei tanto voluto che fosse veramente come diceva lei, peccato che nessuno potesse sapere ciò che ho passato io veramente, le ferite ancora aperte e quanto io avessi dovuto lottare.

Vivere in un orfanotrofio fino all'età di diciotto anni non credo sia la cosa più bella di questo mondo, ma nemmeno, essere insultati dalla mattina alla sera sentendosi dire "sei un cretino" oppure "sei uno stronzo", dai propri genitori.

Mi ricordo ancora quelle notti insonni passate a guardare le stelle, passate a riflettere, a chiedere a me stesso mentre guardavo quei piccoli puntini luminosi, chi ero io davvero, come mai ero ancora vivo e soprattutto perché ero stato messo al mondo.

Mi ricordo ancora, quel bambino di sei anni diperso, che cercava una via di fuga, ma invano.
I miei genitori si chiamavano Sandra e Alessandro. La nostra famiglia non è mai stata una delle migliori, mio padre era colui che riusciva a farci campare a fine mese, invece mia madre faceva un lavoro che a me disgustava parecchio, andava a battere con le persone per strada e così guadagnava qualche soldo.
Ho capito solo qualche anno più tardi che era una prostituta. Esatto mia mamma una prostituta.

Ben presto però questi soldi finivano, in quanto mia madre era una che tutte le sere andava nei locali e nelle discoteche e spendeva quei pochi soldi che papà e lei mettevano insieme e che ci servivano per vivere.

Tutto questo mi ha fatto molto male.

Dicono che non devi cambiare, che devi rimanere sempre te stesso accada quel che accada, purtroppo non è sempre così. Le persone buone, una volta sentitesi prese in giro, diventano fredde ed acide.

Io non so se sono cambiato, forse in parte si.
Ora sono un mostro, "Il mostro", voglio calpestare chi mi ha fatto del male, chi mi ha fatto sentire inferiore.

Ogni sera ne prendevo da mia madre che tornava stanca e ubriaca.
Avevo spesso la schiena piena di chiazze viola. Quando cercavo di toccarmi i lividi, ansimavo, facevano malissimo.
L'unico ricordo che ho di mio padre è un segno inciso sulla mia pelle.

Una sera mio padre era andato letteralmente di matto e aveva preso un accendino e un fil di ferro e mi aveva inciso la sua iniziale insieme a quella della mamma. Ricordo che quella sera non riuscii nemmano a dormire dal dolore. Mi avevano ustionato la pelle. Avevo il viso da cima a fondo coperto di lacrime.

Mia madre ormai non ce la faceva più così una notte si buttò giù dal balcone. Avevo otto anni, quando i poliziotti vennero a dirmelo, mi crollò il mondo addosso. Forse non era la miglior madre che potessi mai desiderare, ma era sempre e comunque mia madre.
Andava a battere con persone sconosciute per me, anche se la maggior parte sei soldi se li teneva per sé.

La verità è che è facile compatire, oppure dire "hai ragione" o ancora "poverino". Sembra che io faccia così tanto pena alle persone, che mi compatiscano solo perchè pensino che "ti faccia sentire meglio" il loro supporto.
Ma andate al diavolo va.

Penso che questo tipo di persone siano solo ridicole, dare conforto a qualcuno solo per sentirsi delle attenzioni è qualcosa di vergognoso. Purtroppo, la maggior parte delle persone oramai sono così.

Nell'orfanotrofio conobbi tanti bambini nonostante fossi uno che preferiva starsene in disparte. Non ero bravissimo a relazionarmi con gli altri, e preferivo fare "il tipo solitario" che giocava con i lego e le macchinine.

All'età di diciotto anni, uscito dall'orfanotrofio, ho intrapreso la carriera del rap, avevo una sola idea in testa: inseguire la mia passione e guadagnarmi da vivere.

Mi sono reso conto di avere anche io del talento da vendere anche se nacque tutto come un gioco. Lì ho conosciuto Giulio, che ora è il mio inseparabile compagno di viaggio, se non anche semplicemente il mio migliore amico.

A lui ho confidato tutto, come stavo e come sto tutt'ora e anche di Emily.
Ormai mi fidavo ciecamente di lei, e non avrei voluto mentire su di me, sulla mia storia e il passato che come una maschera neascondeva il vero me.

"You know my name, not my story,
you've heard what I've done, but not what I've been through".

"Conosci il mio nome non la mia storia, hai sentito quello che ho fatto, ma non quello che ho passato".

-mia traduzione

«Ti ascolto, se vuoi dirmi qualcosa che non so», mi disse.

«Vedi non è facile come sembra...», mentre glielo dicevo, cercavo di non pensare a me da piccolo, a quel bambino così sperduto e disorientato che aveva tanto bisogno di affetto.

Di impulso, la abbracciai.

«Promettimi che non te ne andrai mai.»

«Mai e poi mai, giuro» - « Ehm...volevo dire prometto», cercava di rassicurarmi stringendomi forte a sé, il calore del suo corpo mi avvolgeva e le mie braccia erano intorno alla sua vita .

«Vedi, il fatto è che io mi sento di non essere nessuno, questo mondo è troppo piccolo per me» dissi in segno di resa guardando davanti a me cercando di non guardarla dritta negli occhi.

«Per noi», mi sfiorò le nocche, ora non esiste più un «io o un «tu», ora esiste un noi».

Mi sentivo rassicurato. Lei era l'unica che riusciva davvero a capire quando in me c'era qualcosa di sbagliato. Il mio cuore era pieno di rancore accumulato durante gli anni.

«Emily, io non so se i tuoi mi accetterebbero» le dissi preoccupato. Lei invece fece spallucce e mi rispose che non dovevo piacere i suoi ma a lei e che anche se fossi stato "un poveraccio" mi avrebbe voluto lo stesso, perchè il volersi non si basa sulla ricchezza.

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NOTA AUTRICE:

Questa parte è piena di flashback ma spero vi piaccia comunque.

Fatemi sapere come al solito cosa ne pensate con un commento o con una stellina.

Come sempre vi adoro,

Elisa

Solamente unico|Ⓜⓞⓢⓣⓡⓞ & Emily| [Wattys2017]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora