Ventiquattro.

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"Give a little time to me,
We'll burn this out,
We'll play hide and seek,
To turn this around,
And all I want is the taste,
That your lips allow."

Mostro's pov:

I tuoi occhi brillavano, un po' come i miei. A volte mi chiedevo come io avessi potuto avere tanta fortuna trovando te. Arrivasti all'improvviso, forse è questo il bello.
Ragazza bionda, capelli corvini e due bellissimi occhietti azzurri, un po' come il mare, mi ci specchiavo.
Non riuscivo ad esprimere la gioia che provavo in quegli isanti in cui eravamo solo io e te, magari abbracciati, o magari quando ti facevo le coccole, secondariamente non riuscivo a smettere di guardarti, eri bellissima.
Eri bellissima! Non ho mai potuto rimproverarti o dirti qualcosa sul fatto che tu ti amassi per qualcosa, dato che erano poche le volte in cui apprezzavi i complimenti che ti venivano fatti.
-La verità?-
Stavi, e sei sempre stata bene con tutto, con i capelli spettinati, un po'fuori posto, struccata o anche in pigiama.
Perchè tu eri sempre dannatamente bellissima.
Ma non lo dicevi mai, anzi ti imbarazzavi quando te lo ripetevo,
tu arrossivi, ti vergognavi e se andavo avanti, continuavo o insistevo ti incazzavi, perchè tu sostenevi proprio tutto il contrario.
Non hai mai amato i complimenti, neanche quando te li facevo io, ti facevano star male perché non ci credevi davvero. Dicevi che la gente ti diceva quelle cose per farti stare meglio e che non le pensava veramente.
Ma per me non era così, non era come la pensavi tu, tu che per ore ed ore mi tenevi il broncio e te ne stavi con le braccia conserte e le gambe incrociate nel tuo angolino.
Poi, io stupidamente venivo a riprenderti, non meritavi di startene in disparte.
A volte parlavi degli altri, come se fossero loro le persone sbagliate, a volte sembrava tutto il contrario, eri tu che ti sentivi così, ritenevi di essere diversa dagli altri.

Come se fosse un difetto quando in realtà non era altro che un pregio...

Io ti spiegavo che era una cosa positiva, perchè tu eri tu, eri speciale. Eri quella che avevo scelto e che amavo.
Oppure quando c'erano quei silenzi improvvisi, io non sapevo cosa dire, tu nemmeno, allora lì ci guardavamo, lasciavamo che i nostri volti si specchiassero, i miei occhi guardavano i tuoi, e i tuoi i miei e restavamo zitti. Tu scoppiavi sempre a ridere.; ma a me piaceva, avrei voluto sempre vederti solo sorridente.
Insomma, eri sempre bella da sbronza, da sobria.
Oppure quelle sere in cui facevamo l'amore.
Tu mi tenevi stretto a te e così io mi sentivo protetto, era come se ci proteggessimo a vicenda ed in quegli istanti dimenticavo il mio passato.

Sally's pov:
Mi avvicinai al suo letto e lo guardai, pensando e avendo quella consapevolezza che sarebbe stata anche l'ultima volta.

La sua fronte era sudaticcia e aveva la flebo. Ero distrutta. Avrei voluto almeno vederlo sorridere un'ultima volta.
Armandomi di penna, foglio e pazienza mi misi a scrivere.

Ciao,non so bene come iniziare, gli inizi sono sempre stati complicati per me, forse perchè in un certo senso, ci vuole del coraggio per iniziare qualcosa

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Ciao,
non so bene come iniziare, gli inizi sono sempre stati complicati per me, forse perchè in un certo senso, ci vuole del coraggio per iniziare qualcosa.

In realtà, io di coraggio ne ho, o almeno credo, è la paura di non farcela che mi frena.
Per fare un passo, dicono 'bisogna perdere l'equilibrio', almeno per un attimo e io temo di cadere.
Ora che ci penso, non dovrei mai scrivere lettere a qualcuno, lettere scritte a mano intendo, anche se sono estremamente belle ed emozionanti.
Ma con la calligrafia che mi ritrovo così contorta e disordinata richierei di fare impazzire i destinatari e dubito riescano a leggere tutto fino alla fine quello che ho da dire dal mio divagare da un discorso all'altro.
Quando comincio a scrivere mando al diavolo l'arte della coincisione e della linearità, anche se non è la miglior cosa da fare, forse, ma spero tu abbia abbastanza pazienza da leggere tutto.
Perchè in fondo ci vuole pazienza anche con me. Per capirmi, per starmi accanto, per rubarmi qualche parola e direi che tu sei stato proprio bravo, il migliore quasi.
Inanto ti chiedo scusa per non averti detto tutto ciò faccia a faccia, e non so se ne avrò l'occasione, ma la scrittura
mi ha sempre aiutato a dare voce a quei pensieri, a quelle emozioni, che non avei mai avuto il coraggio di esprimere a voce, a parole e non solo.
Sono un vero disastro, parlo poco e quando lo faccio, parlo pure male, perciò scrivere è come una sorta di 'salvezza' per me.
Mi piace scrivere, quando mi impegno, ne escono anche delle cose gradevoli ed apprezzate e anche se a volte mi prendi in giro per questo mio modo poetico, so che l'apprezzi anche tu. Cerco sempre di trovare le parole adatte, ma ora mentre ti scrivo, è difficile. Ora sono priprio davanti a te, il cuore mi batte forte ed ho un sorriso da ebete stampato in faccia e mi trema la mano. Forte. Per questo ti chiedo di scusare i miei eventuali errori.
Vedi? A volte sono dolce e smielato anche io, soprattutto quando si tratta di te...che sei il "mio quasi amore".
, 'quasi amore' sei tu per me.
Tu che mi consideri importante e che ti fidi di me, nonostante le cazzate che a volte faccio come quella volta che mi ubriacai, e mi dispiace se ti sei sentito ferito da qualche mio comportamento, non era assolutamente mia intenzione, tu che mi ascolti e lasci che io ascolti te. So quanto sia difficile anche per te, aprirti, parlare. Tu che mi capisci anche con gli occhi, quegli occhioni marroni, ogni mio sguardo, ogni mia piccola smorfia che mi appare in viso spontaneamente. Tu che fai attenzione a come mi tiro su gli occhiali, a come mi sistemo i capelli, a come mi mordo le labbra, a come intreccio le dita quando sono in imbarazzo e a come sorrido.
Tu che sapresti riconoscere la mia voce tra mille e io la tua. Tu che forse non te ne sei accorto, ma noi- noi siamo quasi amore. Si esatto, noi siamo quasi amore.
Dannatamente ora mi ritrovo qui come una cretina senza sapere perchè cazzo tu sei inchiodato in questo cazzo di ospedale su una barella con una flebo al braccio.
Mi manca tutto di te.

Le tue carezze, i tuoi abbracci, il tuo fiato caldo sul mio collo.

-Tua Sally

Furtivamente ripiegai la lettera in una busta e la chiusi. Avevo quella dannata consapevolezza che lui non avrebbe mai letto quella lettera, che non si sarebbe più risvegliato.
Mi sentivo inutile, nel vero senso della parola!
Presi la lettera e la poggiai sul mobiletto vicino al lettino con la speranza che lui la notasse.
Afferrai la mia borsa, mi alzai dalla sedia e lo baciai, successivamente mi diressi verso la porta e uscii.
Per un pelo, riuscii ad uscire e a non essere beccata da nessuno. Alla fine del corridoio finalmente incontrai lo sguardo di Giulio. Era a pezzi.
Gli venni in contro, non lo avevo mai visto così a terra.

- 《Sally, sally》 mi venne in contro, sembrava parecchio agitato.
Cercai di calmarlo, ma invano.
- 《Dimmi tutto Giulio, respira e parla》, cercai di rassicurarlo il più possibile.
- 《Ecco- io e te dobbiamo parlare》, d'istinto mi afferrò per mano per accompagnarmi verso l'uscita.
- 《Giulio - ma che cazzo fai! Non è ora il momento di andarcene per i cazzi nostri non vedi che Giorgio sta male? Che bell'amico che sei!》 Sbraitai.
Cercò di rassicurarmi, i suoi occhi erano vitrei e il suo volto era spento.
- 《Sally, ma che cazzo hai capito, devo parlarti di Giorgio!》 Sbottò.
Improvvisamente mi sentii in colpa.
Tutti ci stavano osservando. Mannaggia le figure di merda.
- 《Magari, stavo pensando non possiamo andare da qualche parte, non so a prenderci una birra o al parco? È importante ti devo parlare》 disse.
Alla fine pensai che forse sarebbe stato il caso andare, per lo meno per capire di che cosa si trattasse, magari era davvero importante come continuava a ripetermi.
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//AVVISO//
Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Non perdetevi il prossimo capitolo!
A presto,
Elisa :)

Solamente unico|Ⓜⓞⓢⓣⓡⓞ & Emily| [Wattys2017]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora