Ventisei.

94 8 0
                                    


It's gotta get easier, oh easier somehow
Cause I'm falling, I'm falling
Oh easier and easier somehow
Oh I'm calling, I'm calling
And it isn't over unless it is over
I don't wanna wait for that
It's gotta get easier and easier somehow
But not today
Not today

Emily's pov:

Non poteva lasciarmi così. Abbandonarmi a tutte queste difficoltà a questo mondo pieno di ingiustizie. Volevo fare tutto a pezzi, non avrei per nulla al mondo perderlo. Ormai eravamo uniti.

In quella stanza c'eravamo solo io e lui. Le pareti dipinte di un colore verdognolo davano alla stanza un aspetto triste, proprio come la faccia di Mostro che aveva il respiro affannoso, le mani ghiacciate.

- 《Vorrei parlarti》- gli dissi prendendo la sedia che era posta all'angolo della stanza per avvicinarla al lettino.
Si svegliò di soppiatto non appena udì la mia voce. Incredula e a dir poco felice.
-《Dimmi tutto! Mi sei mancata piccola peste e ho letto la tua lettera》- disse soddisfatto e accennando un sorriso.
Lo squadravo in attesa di un impulso, una risposta. Non sapevo cosa dire, così continuai a fissarlo negli occhi. Quel tipo di sguardo che ormai conoscevo a memoria, impresso nella mia mente come poche cose che ricordavo nei minimi dettagli.
Presi coraggio e affrontai l'argomento.
-《È vero che tu-tu hai fatto uso di droga?》- sbottai.
-《Eh? Cosa? Ma sei impazzita chi ti ha detto questa stronzata?》- rinnegò tutto.

Ma ormai era inutile negare o fingere, sapevo tutto e volevo solo aiutarlo, prima che potesse essere troppo tardi.
-《Tu non capisci. Ora fumi le canne, ti sballi, come faccio io a sapere che tra qualche anno non inizierai a bucarti....》 continuavo a gesticolar3 di continuo, sembravo impazzita, 《 tu pensi che tutto ciò sia facile per me, da sopportare?》- ero incazzata, mi alzai di scatto cercavo di nascondere il mio nervosismo e sfogare in rabbia tutta quella voglia di piangere per quanto fosse possibile. Ma non lo era...per niente.

Provavo un dolore atroce, di quelli che ti distruggono sia moralmente che fisicamente che ti fanno sentire come risucchiato da un'immensa voragine.
Avrei voluto dirgli che non me ne fregava un cazzo, che avrebbe potuto fare come voleva perchè era maggiorenne e quindi responsabile ma non lo feci. Non gli rinnegai nulla, semplicemente ritornai al mio posto seduta sulla sedia davanti a lui.

-《Calmati Sally ti prego!》- Mi afferrò per i gomiti e mi consigliò di tranquillizzarmi se non volevo essere cacciata dall'ospedale.
In effetti in quel momento avrei avuto bisogno di circa cinque camomille per placare il mio animo in preda alla rabbia ed alla disperazione.

Rise. Sbuffai.

Gli zigomi così marcati, i denti così bianchi; gli brillavano gli occhi e gli tremavano le mani.
Afferrai la sua mano e la infilai nella mia, mi lasciò fare.
-《Senti, è inutile che neghi. Ho parlato con Giulio e mi ha detto tutto. Perchè?》domandai in cerca di un nesso logico in tutta questa conversazione.
-《Perchè cosa Sally?》- tossí.
-《Vuoi morire per queste cose? No ma fammi capire, vuoi morire per degli spinelli del cazzo?》- gli ripetei scandendo bene le parole.
-《Prima o poi tutti moriamo》- accentuò l'ironia.
-《Ognuno di noi puo' scegliere di che morte morire》- lo interruppi - 《Io ho trovato te. Ora se qualcuno mi chiedesse se preferirei morire adesso o tra 50 anni preferirei di gran lunga 50 anni!》- lo guardai con occhi pieni di speranza , -《mi prometti che smetterai?》 .
-《Per te vale la pena fare tutto Sally! Bisogna vedere se stavolta la passerò liscia o se ci rimetterò la vita》- mi fece l'occhiolino.

Lo baciai. Di quei baci rubati...che non ci pensi su due volte e nemmeno tre. Sapevo che non era il momento più opportuno, che io fino a due secondi prima ero incazzata con lui, ma non mi importò , sembrava che tutto fosse svanito nel giro di pochi istanti.

Lo abbracciavo, mi era mancato così tanto.
-《Tra quanto potrai tornare a casa?》- gli domandai.
-《Tra una settimana penso》- mi disse dandomi un altro bacio.
Speravo tanto il suo ritorno a casa. Il mio letto era così vuoto senza di lui e le lenzuola non erano più impregnate del suo profumo.

Giulio's pov:

Lei non mi amerà mai come ha amato Giorgio. Diceva che era il suo tutto.
Mi sono rassegnato, solo lui riusciva a farla sorridere, gioire, parlare.
Restai mezz'ora in preda all'ansia di quello che stavano facendo ma anche del fatto che potessero essere scoperti.

Entrai.

Ormai avevo preso la mia decisione e così tirai dritto fino a raggiungere la scrivania dalla quale presi la sedia e la posizionai di fianco al letto, di fronte a me gli occhi dolci di Emily mi stavano osservando.

-《Finito?》- domandai senza sembrare troppo invadente.
-《Oh, si Giulio》mi rispose, 《c'è proprio un autobus che passa qui davanti all'ospedale alle 17.00 in punto》- disse Giorgio poco prima di salutarci.
Ci dirigemmo verso la porta con le teste rivolte verso il basso. Sguardi persi, privi di espressione di persone malate, e di cari nelle sale d'attese che speravano di poter offri

In quel momento la portai a prendere un gelato e successivamente ritornammo a casa mia.

In quel momento la portai a prendere un gelato e successivamente ritornammo a casa mia

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Solamente unico|Ⓜⓞⓢⓣⓡⓞ & Emily| [Wattys2017]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora