20-10-2010
È passata più di una settimana dall'ultima volta che ho condiviso la mia 'investigazione' con tutti voi, e sono successe molte cose da quell'ultima volta. Non solo vi devo raccontare a proposito del diario e della mia ultima avventura a bordo della CWS; ma vorrei anche spiegare cosa mi è successo negli ultimi nove giorni. Niente di quello che sto per scrivere è una buona notizia, e questo sarà l'ultimo capitolo di questo mio incubo, ma affinché lo sappiate tutti fin da subito; non c'è un lieto fine.
Mentre sedevo in un angolo della stanza, illuminato dalla luna, cominciai a leggere il vecchio diario che mi era stato dato da EB. Scorrendo circa le prime venti pagine, avrei potuto dire che il capitano era stato, un tempo, una persona completamente diversa dallo psicopatico che mi ero figurato nelle storie di mio nonno. Sembrava essere un uomo amichevole; con cui era facile andare d'accordo. Era evidente che era molto eccitato a proposito del suo nuovo lavoro sulla nave. Disse che amava la sensazione che provava nel sentirsi responsabile e nel dover badare alla sua ciurma; e sono certo che lo pensasse davvero. Spendeva pagine e pagine a descrivere le sue sensazioni nello svegliarsi al mattino respirando l'aria salmastra; sapendo che il resto della sua vita sarebbe trascorso in mare. Fu solamente a metà del diario che notai qualcosa che mi stuzzicò la memoria:
'Abbiamo ormeggiato in Brasile ieri per consegnare della merce ad un commerciante locale. Ho notato un bar non troppo lontano dalla nave, mentre stavamo scaricando il carico sul molo. Sapevamo tutti che ci saremmo finiti dentro per qualche birra, quindi abbiamo deciso di andarci appena finito lo sbarco. Pensavo che ce ne saremmo bevute solo un paio, ma una volta che sei dell'umore giusto...sei del cazzo di umore giusto! Abbiamo passato un paio di mesi senza alcool e carte, quindi abbiamo finito per passarci l'intera nottata (e anche buona parte della mattinata, shh). Erano circa le due del mattino e stavo giocando a poker con il figlio del barista e un paio di suoi amici pescatori. Avevo appena vinto un paio di giri, quando uno dei tizi ha detto 'Credi che dovremmo raccontargli la storia?' Mi hanno guardato tutti, sorridendo con gli occhi sbarrati mentre uno di loro cominciava la storia. Ha detto che c'è un mito locale, una leggenda di pescatori chiamata 'Il Kazatrapp'. Successe circa sei anni fa ed è stato l'incubo di un marinaio da allora. Un pescatore di salmoni del villaggio vicino era fuori a pescare, un giorno, e cercava le sue prede giornaliere. Era stato in mare da mattina a tarda sera, e credeva di aver finalmente pescato abbastanza. C'era buio pesto, quindi decise di tornarsene a casa, ma mentre si apprestava a farlo, sentì un grido proveniente da alcune rocce dietro di lui. All'inizio pensò di avere le allucinazioni, ma poi accadde ancora. Da come sentiva urlare e battere sulle rocce, credette che qualcuno fosse rimasto intrappolato in qualche modo nella formazione rocciosa. Mentre si avvicinava alle rocce, una gigantesca creatura ne emerse, si erse esattamente di fronte a lui e gridò. Lui girò la barca più in fretta che poté, ma era troppo tardi, dato che la creatura era già saltata dentro la barca. È qui che il tizio ha concluso la storia. Gli ho chiesto 'Che, finisce così?' Apparentemente, famiglia ed amici dell'uomo notarono un grande cambiamento in lui. Era più silenzioso, e sempre all'erta, teneva d'occhio ogni cosa attorno a sé. Stava anche al largo molto più spesso, solo con la sua barca. Non molto tempo dopo, tuttavia, l'uomo si uccise. Per essere 'l'incubo di ogni marinaio' non era sta gran storia,; ma credo che un poco di paura la potesse mettere. Ho pensato che potesse essere vero, ma ovviamente è solo una storia di pescatori, quindi è quasi sicuramente una marea di stronzate. In ogni caso, se mi troverò mai in mare, e sentirò un grido come quello, non andrò sicuramente a controllare...'
Dopo aver rinvenuto quell'annotazione nel diario, ero curioso di scoprire dell'altro. Fu solo verso le ultime tre pagine del diario che riuscii a trovar qualcosa in grado di farmi rabbrividire:
'È successo davvero. Non so perché proprio a noi, ma è successo. Siamo finiti in mezzo ad una tempesta, la notte scorsa, e quindi ci siamo dovuti rintanare all'interno della nave. Stavamo lavorando tutti sul ponte, quando qualcuno della ciurma disse di aver sentito qualcosa di strano. Ci siamo messi a ridere e lo abbiamo preso in giro perché 'sentiva le voci', ma poi è successo ancora. All'inizio ho pensato che fosse la radio, c'erano i Beatles e stavamo cantando insieme a loro, così che ogni altro suono risultava coperto, ma non questo - lo abbiamo sentito tutti, questa volta. Era una specie di grido semi-umano. Pensai immediatamente alla storia del Kazatrapp, ma non poteva essere vero, era solo un mito... Guardai oltre il lato destro della nave e riuscii a scorgere un'ombra sul profilo di alcune rocce. Sembrò guardare la nave, urlò, e si tuffò sott'acqua. Udimmo di nuovo il grido, ma questa volta proveniva dal lato sinistro. Ci dirigemmo tutti verso quel punto, e lo trovammo. Si ergeva sugli arti inferiori, e ci seguiva con i brillanti occhi bianchi. Era saltato da quelle cazzo di rocce proprio sopra la nave! Non so come, ma lo aveva fatto. Lo guardammo negli occhi, mentre la sua bocca borbottava parole incomprensibili che si perdevano nel suo respiro. Non potevo credere che stesse parlando, era una sorta di linguaggio che non capivo. Suonava come centinaia di voci mescolate assieme - alcune che parlavano, altre che urlavano. Dopodiché, io mi sono ritrovato ad assistere allo spettacolo della mia ciurma che veniva fatta a pezzi. Mi sono semplicemente limitato a stare fermo come un coglione... Non mi potevo muovere. Lo guardavo mentre li puniva. Mordendo, strappando e lanciando. Dopo aver finito, mi ha puntato, mi ha sbattuto a terra e mi ha urlato in faccia. Mi ha sputato un po' della carne che gli pendeva dalla mandibola in bocca. Ho vomitato, non sono riuscito a trattenermi. Mi ha guardato negli occhi ed ha ringhiato 'Sei mio'. Dopodiché, si è lanciato verso le profondità della nave. Potevo sentire i colpi e sentirne le vibrazioni tramite il metallo. Sono da solo nella mia cabina, con la porta bloccata. Posso ancora sentire le voci del mio equipaggio. Non so cosa fare.'
Dopo aver finito di leggere il diario, capii che avrei potuto dare molto più senso alla vicenda. Non tutto era documentato, ma avemmo ulteriori informazioni, e potemmo desumere le risposte ad alcune delle domande che ci attanagliavano. Cominciai a rendermi conto che il capitano divenne una parte della nave perché il Kazatrapp non gli permetteva di andarsene; era come un animale addomesticato. Lui rinchiudeva i suoi uomini ogni notte cosicché potesse risparmiarli dall'essere uccisi - non era affatto una cattiva persona. Pensai alla canzone che avevo sentito sulla nave. Era ancora vivo? Era legato alla CWS e tenuto ancora lì da Kazatrapp? Era questa la ragione per cui sapevo di dover tornare sulla nave. Non potevo convivere con me stesso sapendo di aver lasciato un uomo innocente a soffrire.
La mattina seguente, dissi a mio nonno che avremmo dovuto semplicemente lasciar perdere e tornare a casa. Non sembrò curarsene; era stanco e vecchio. Era riuscito a tornare sulla CWS, ed era stato abbastanza. Lo riportai a casa e gli dissi che sarei passato a trovarlo l'indomani. Poi, appena la sua porta si chiuse; feci nuovamente la stessa strada a ritroso verso la nave. Con completa determinazione e nessuna paura, salii le scale, comprai il biglietto e avanzai sul ponte. Di nuovo, era quasi completamente vuoto - ci saranno state al massimo cinque persone a bordo. Mi diressi giù per le scale, nel labirinto di corridoi che avevo esplorato in precedenza; ma fui molto più svelto questa volta. Appena entrai nella stanza, e mi trovai di fronte alla porta nell'angolo; quella mancanza di paura che avevo avuto fino a dieci minuti prima, venne rimpiazzata da violenti tremori, fiato corto, e un peso sullo stomaco.
Lentamente, arrivai alla porta e appoggiai la mano tramante sulla maniglia. Poi, appena la spinsi, l'enorme porta di metallo si aprì di scatto e mi colpì il viso. Sbattei sul pavimento e svenni quasi immediatamente; riuscendo solo a sentire una mano che mi afferrava la gamba e mi trascinava lungo le scale, nella completa oscurità. Dopodiché, mi svegliai in una stanza sporca, sdraiato su un letto. Appena aprii gli occhi, lo vidi; mi fissava dalla parte opposta della stanza. Era appoggiato sui quattro arti, cominciò ad avanzare, ma poi fece un passo indietro e gridò. Io lo fissai, e mi sentii come se stessi guardando la morte negli occhi; non sono mai stato così spaventato in tutta al mia vita. La sua mandibola scattò in avanti e la stessa voce che cantava la canzone che avevo sentito, venne fuori dalla sua bocca contorta. Il capitano non era ancora vivo; era sempre stato il Kazatrapp. Mi chiesi che cosa potesse volere da me; ma l'unica cosa che riuscii a rispondermi fu che probabilmente mi volesse morto. Si mosse lentamente verso di me, mia afferrò per la testa e mi mostrò i suoi denti gialli ed affilati. Poi, con una voce troppo profonda per essere umana, sussurrò: 'Sei mio'.
Dopodiché, mi lasciò andare. Mi lasciò semplicemente uscire dalla stanza e sbarcare dalla nave. Non sono più stato lo stesso da allora, e senza dubbio ciò non valse le poche risposte che ottenni. Quanta verità puoi mai trovare su un mito, una leggenda, un folklore - qualunque cosa sia? Sono rimasto in casa per l'intera scorsa settimana, cercando di trovare il coraggio di scrivere tutto questo, dato che sapevo di doverlo affrontare di nuovo da capo. Potrà anche avermi permesso di lasciare la nave, ma non mi lascerà mai da solo. Posso ancora sentire le voci di centinaia di uomini morti; e qualche volta mi appare. Che sia fuori dalla mia finestra o che mi aspetta dietro ad un angolo; è sempre fermo lì, a fissarmi. Mi ha attaccato solo un paio di volte; quindi so che non vuole uccidermi.
Questa sarà l'ultima volta che sentirete mie notizie, è il mio ultimo aggiornamento; vi ringrazio tutti per il tempo concessomi. Posso cavarmela da solo in ciò che va fatto da questo momento in avanti - finalmente so cosa fare. Mi sono scordato di dire, in ogni caso, che ho dato un'altra occhiata al diario del capitano, ieri. Ho trovato una pagina che era incollata al retro del tomo. Quando l'ho separata dalla copertina, ho trovato un'altra frase scribacchiata sulla sporca pagina gialla:
Farla finita è la mia unica opzione. Mi dispiace molto, vi prego di perdonarmi...
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Creepypasta
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