Ultimo giro

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Immerso nella gelida nebbiolina notturna, con le mani affondate in tasca, tengo le braccia ben strette al busto per combattere il freddo invernale. L'aria ghiacciata pizzica le parti del volto non coperte dalla sciarpa tirata fin sul naso. È molto tardi, non ci sono più passanti e nemmeno macchine per le strade mentre torno a casa dopo l'ennesima nottata a fare baldoria: stasera ho davvero esagerato col bere.

Passo accanto ad un parchetto, e con la coda dell'occhio vedo un'ombra muoversi. Senza fermarmi, giro appena la testa: qualcuno ha iniziato a seguirmi. Sento una scarica di adrenalina, e accelero leggermente. Lo fa anche lui: non c'è alcun dubbio, mi sta seguendo.

Per fortuna non manca molto a casa mia- penso, con il cuore che batte forte. Svolto l'angolo.

Lo fa anche lui, e inizia a guardarsi in giro, con il coltello in mano. Non mi vede.

Be, è vero, stanotte ho già bevuto molto- penso, mentre, appeso al lampione sopra di lui, abbasso la sciarpa per scoprire la mia bocca sporca di sangue.



Ma non posso resistere ad un ultimo giro.

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