Dzunukwa

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C'era una leggenda che anni or sono si narrava nel mio piccolo villaggio; era la storia di Tsonoqua, o semplicemente, Dzunukwa.
Figlia della prima grande Tribù, era una Dea portatrice di grandi ricchezze; Premiava i buoni e i meritevoli, coloro che riuscivano a gestire la propria famiglia. Ma se per caso qualche genitore non avesse insegnato l'educazione ai figli, se avessero pianto ininterrottamente, lei sarebbe arrivata, li avrebbe rapiti, e poi mangiati.
Sono sempre stato un bambino vivace, e ogni sera i miei genitori mi raccontavano questa storiella, realmente preoccupati, prima di farmi addormentare.
In ogni racconto aggiungevano poi sempre più particolari.
Una volta era solo una Dea punitrice di bambini; Poi divenne una gigantessa nuda, Le sue labbra divennero grandi e rosse, messe a forma di 'O' per fischiare tra gli alberi, La sua pelle biancastra, i seni cadenti, Immortale.
Potete ben capire che per un bambino quale ero, tutto questo mi spaventò a morte. Ma gli anni passarono, e di questa Dzunukwa, neanche l'ombra. Arrivaste voi, visi pallidi, distruggeste il nostro villaggio, ci 'civilizzaste'.
Andai addirittura nella vostra grande New York a studiare, divenni avvocato, mi sposai. Due bellissime bimbe. Una vita felice. Certo, se si passa oltre il bere e le botte.

Pianti, pianti, pianti...quei mostri non smettono mai di lamentarsi. Cosa vogliono? La mamma è impegnata al momento. Temo lo sarà per sempre.

Un rumore dalla cucina. Un bicchiere rotto. Un sibilo. Questa è l'ultima goccia che fa traboccare il vaso. Metterò fine a queste urla, una volta per tutte.

Ed eccola, maestosamente grande; Lei. Mi guarda, mi fissa. Fischia, come un richiamo. Quasi mi viene da ridere.

Allora quella puttana di Dzunukwa esiste realmente. Che si prenda pure le mie figlie, non mi mancheranno.

Abbasso lievemente lo sguardo, e le vedo. Le mie bambine, che si nascondono dietro di Lei.

Allora è per questo che i miei genitori erano sempre così preoccupati.

Non temevano per la mia incolumità, ma per la loro.

Allunga il braccio.

Solo un fischio.

Dopo, il nulla.

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