Camminai in silenzio ripensando a quel pomeriggio.
Sembrava che dall'ultima chiacchierata/discussione, le cose fossero leggermente migliorate. Eravamo lo stesso imbarazzati, ma non c'era più la disperazione che in me cresceva ogni volta che doveva fare delle "lezioni", anche se fino a quel momento non ne avevamo fatte tante, non che ce ne fossero a bizzeffe, ma bastava pensare al fatto che quella di quello stesso giorno era stata dovuta dividere.
Sua madre era tornata prima, proprio mentre mi stava spiegando come masturbare l'uomo, il che voleva dire che toccava a lui "godere". Forse ne ero stata sollevata da quel rimando, Anne mi aveva quasi "salvata", ma allo stesso tempo ero frustrata.
Mancavano solo sei giorni al mio compleanno e quel disguido aveva rallentato la tabella di marcia, ma dovevamo metterlo in conto.
Comunque, per quanto amico voleva essere, mi lasciò tornare a casa a piedi, anche quando Anne quasi lo menò per accompagnarmi, ma vedendolo annoiato, lasciai stare e m'incamminai.
Lo faceva spesso, quello di non darmi dei passaggi in macchina, non gli piaceva molto che salissi lì, soprattutto perché una volta gli ruppi il bottoncino della radio, beccandomi due ore di: "Hai idea di quanto costi una Range Rover?!"
Girai l'angolo, andando verso la fermata del bus, ma mi fermai all'istante, facendo qualche passo indietro per nascondermi dietro il palazzo che faceva angolo.
Credevo si odiassero, non che conversassero così facilmente! Avevo passato anni a sentirli litigare ed ora erano lì, davanti al bar con vicino la fermata del bus, a parlare tranquillamente, senza urla, schiaffi volanti, o insulti pesanti.
Continuai a fissarli, e proprio mentre stavo per uscire allo scoperto e unirmi a loro, scroccando magari un passaggio, i due si baciarono abbracciandosi.
No! Assolutamente no! Mi rifiutavo di pensare di tornare alla vita con mio padre in casa! Avevo vissuto l'inferno!
Mi controllava sempre, non mi faceva uscire e tutte le volte che Karen faceva come cazzo le pareva io mi prendevo una doppia razione di punizione.
Gli volevo bene a quell'uomo, ma non potevo negare che era un genitore tanto pessimo quanto inadeguato.
Quando si lasciarono, andarono in due direzioni diverse; mentre io mi girai, poggiando la schiena al muro, sentendo il respiro corto.
*Il giorno dopo*
«Che ci fai qui, Harry?» mormorai stanca, prendendo dalla mensa una ciotola d'insalata greca.
«Ti sono venuto a prendere, è venerdì» disse ovvio facendo spallucce, seguendomi fino ad un tavolo abbastanza libero per stare in tranquillità.
«Non me la sento oggi» borbottai, prendendo la forchetta mangiando qualche boccone.
«Perché?» si rabbuiò, prendendo senza permesso un pezzo di feta tagliata a cubetti.
«Non mi sento bene» storsi la bocca, mettendo giù la forchetta, che afferrò lui mangiando al mio posto.
«Hai il ciclo?» domandò senza tatto, con la bocca piena continuando poi a masticare.
«Se ti dicessi di sì, mi lasceresti in pace?» sbuffai, abbandonandomi sullo schienale della sedia, allungando anche un po' le gambe, percependo le sue a pochissima distanza.
«No» mi guardò, prendendo anche un sorso d'acqua dalla mi bottiglietta «Avanti, parlami, non stare lì con quel broncio» disse prima di finire il mio pranzo.
Avrei dovuto dirglielo? In fin dei conti a lui non interessava.
Oh, Cristo, Ellen!
Ero sempre allo stesso punto: lui era il mio amico, doveva sapere, doveva almeno ascoltare.
«I miei sono tornati a frequentarsi» dissi tutto d'un fiato.
«Beh, è un bene, no?» scostò via la ciotola vuota, tranne per il liquido in fondo leggermente oleato.
«No, non lo è» mi sporsi in avanti, poggiando sul tavolo i gomiti «Hanno sprecato due anni per litigarsi gli oggetti da dividersi, hanno litigato, tirato in ballo me e mia sorella molte volte, ed ora non possono semplicemente scopare e fare la pace!» sbottai.
Harry mi fissava, come tutta la mensa, dovevo aver alzato troppo la voce, arrivando a note così alte da rimbombare nell'immensa stanza piena di studenti universitari in pausa pranzo.
Abbassai la testa, in imbarazzo e forse quella fu l'unica volta in cui mi feci notare, ma Harry continuò a non scomporsi, e quando il mondo riprese a girare, lui era ancora lì fermo.
«Allora tu diglielo, no?» domandò ovvio.
«Non sanno nemmeno che lo so...Senti, Harry, lasciamo stare...Che cosa sei venuto a fare qui?» domandai ancora annoiata.
«Te l'ho detto: sono venuto a prenderti» continuò ovvio, guardandomi impassibile, intanto che con la lingua si puliva i denti.
«E' inutile che fingi, lo so perché sei qui» mi avvicinai ancora di più.
«E allora perché me lo chiedi?» alzò un sopracciglio «Andiamo, non ti lascio sprecare il venerdì qui dentro a studiare» si alzò mettendosi di fianco a me in attesa che mi alzassi.
«Sul serio, Harry...Non me la sento oggi» feci una smorfia, scuotendo la testa, rimanendo però seduta.
«Non ti ho mai detto che avremmo dovuto per forza fare qualcosa...Ma in quanto tua unico amico, ho il dovere di portarti a divertire» disse con aria solenne.
«E dove vorresti andare? Sta per fare una tempesta...Hanno detto di non uscire di casa per questo fine settimana» borbottai, finalmente alzandomi dal mio posto.
Non mi diede nemmeno il tempo che afferrò prima di me la mia borsa, tenendola lontana dalla mia mano, pronta a scattare per riprendermela.
«Sì, e infatti noi siamo a casa, vero?» ghignò divertito, mentre entrambi andavamo dritti all'uscita indipendente della mensa, senza dover attraversare i corridoi pieni di gente.
Il tempo era veramente brutto. Si parlava di una tempesta di pioggia mai vista prima a Londra, e sinceramente mi spaventava. Eravamo a Giugno, ma poco importava, tutti avevano tirato di nuovo fuori giacchetti più pesanti, soprattutto quel pomeriggio.
«Allora?! Dove andiamo?!» gli urlai, sovrastando il forte rumore del vento impetuoso che si abbatteva su ogni cosa che ci fosse nel giro di chilometri.
Salimmo in macchina velocemente, sentendo un po' di tepore accoglierci.
«Non ti preoccupare» mise in moto, rimanendo zitto per tutto il viaggio.
-Spazio a me-
Salve, bellezze!
Capitolo che rimane in sospeso, dato che la seconda parte di questo la pubblicherò più in là :)
Non c'è molto da dire, Ellen pensa che sua madre e suo padre si stiano frequentando, ma a parer mio non ne è molto sicura, insomma, i due si sono solo dati un bacio .-.
Comunque, è una giornata un pò pesante, sia per il tempo che per le foto di Harry con Kendall che girano.... Lasciatemi un commento, ve ne sarei molto grata e mi raccomando votate :)
BaciXx
Cate :)

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S-e-x || Harry Styles
FanfictionTRATTO DALLA STORIA: " «...E' un'imbranata, non sa qual è la differenza fra "karma" e "kamasutra"!» tutti e tre si misero a ridere guardando me, sempre più nera dalla rabbia. «Guardate che sono qui anche io!» sbottai, alzando in aria la mano sventol...