Third Lesson (Unexpected)

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*Quella stessa notte*

«Harry...Harry...Svegliati» mormorai con la voce incrinata, per i continui spaventi a causa dei tuoni e dei lampi che riscuotevano l'intera casa.

Ma lui era lì che mi dormiva affianco, distante, con i capelli sparsi sul cuscino, un braccio piegato sotto le coperte e l'altro sul cuscino.

Lo scossi brevemente con una mano, ma niente, russava con tranquillità, con tutto che fuori ancora era un tempo davvero pessimo.

Una cosa era certa: io non avevo più sonno.

Mi alzai dal letto, dirigendomi al piano di sotto, affacciandomi alla finestra della cucina. Gli alberi erano praticamente a terra, le foglie verdi erano sparse ovunque, la pioggia aveva ridotto i giardini di tutti degli stagni melmosi e il vento non faceva che portare via fogli di giornale e altre sporcizie.

Mi rigirai, andando verso il tavolo per prendere il mio bicchiere e bere dell'acqua, anche se non avevo sete, ma almeno avevo fatto qualcosa.

«Che fai sveglia?» sussultai portandomi una mano al cuore, girandomi verso la porta, notando Harry tutto ricurvo che mi veniva incontro, bevendo dal mio bicchiere, come se fosse la cosa più normale.

«Ho paura. Ti avevo chiamato, ma tu muori quando dormi, perciò» feci spallucce.

«Ora ti faccio compagnia...Non ho più sonno» mi sbadigliò in faccia, facendomi disgustare del suo alito appena sveglio.

«Che vuoi fare?» mi spostai tornando verso le scale, facendo piano per non svegliare mamma e Karen in camera insieme.

Avevamo deciso di dormire a coppie, essendo con Harry in quattro, così almeno se accadeva qualcosa non eravamo sole, ma con Harry era come esserlo.

Non mi rispose finchè non fummo di nuovo sotto le coperte, ognuno al suo posto.

«Vuoi proseguire con quello che avevo lasciato in sospeso l'altra volta?» propose, guardandomi inclinando la testa sul cuscino.

«Ricordami che dovevamo fare» sbuffai afflitta, non me lo ricordavo proprio.

«Ti stavo per spiegare come masturbare un uomo» sempre con il suo tono tranquillo me lo disse, mentre io m'imbarazzavo per lui «Lo vuoi fare, o preferisci rimandare ancora?» sbadigliò ancora di più di poco prima.

«Facciamolo ora...Voglio arrivare al mio compleanno che ho fatto tutto» dissi decisa.

«Guarda che se entro il tuo compleanno non hai concluso, non succede mica nulla...» cercò di farmi capire, ma ero cocciuta, perciò fu inutile.

«Che devo fare?» sbuffai irritata, volendo arrivare al dunque, senza sempre star lì a discutere.

«Avvicinati» mormorò, sistemandosi meglio sul materasso, intanto che mi mettevo attaccata a lui «Prima di tutto, devi assicurarti che ci sia un'erezione...» continuò, prendendomi la mano, posandola sul suo pube, coperto dai boxer, l'unica cosa che aveva per dormire lì da me, non avendo altro se non una maglietta che gli rubai tempo prima, che in quel momento indossava.

Il contatto fu strano. Era caldo, morbido e...confuso. Trattenni il respiro, sentendo che era abbastanza morbido, forze troppo.

«In questo momento non sono eccitato...Ora-...» si sforzò alzandosi quel poco per girarsi di fianco verso di me, guardandomi dritta negli occhi, poco dopo che avevo una mano sul suo pene «...-Il tuo compito è quello di eccitarmi, di farmi indurire, di farmi venire un'erezione abbastanza decente per potermi far arrivare»

S-e-x || Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora