Altro che per overdose, dovrebbero ricoverarmi per narcolessia, avrebbe più senso.
La visita era andata bene, nonostante tra una domanda e l'altra del medico sbadigliava ogni due secondi. Il medico non aveva rilevato nessun danno per il quale valeva la pena trattenerla ulteriormente. Dopo le classiche raccomandazioni che ormai le uscivano dalle orecchie mentre si stava sistemando il medico la guardava in modo strano:
<<A quanti tatuaggi sei arrivata scusa? L'ultima volta ne avevi solo uno>>.
Aveva occhio il medico, Lisa dall'ultima volta si era tatuata altre 4 volte: all'iniziale sulla caviglia aveva aggiunto la data dell'ingresso in clinica dietro al collo, la chiave di violino sul dito, un' ala d'angelo sulla scapola destra e un pezzo di un puzzle (tatuaggio che era complementare a quello di Mitch) sul polso.
<<Per ora siamo a 5 ma fidati che la prossima volta saranno molti di più e mi sa qualche altro piercing.>>
<<Va a finire che tra qualche tempo non ti riconosciamo più.>>
Sentita quella frase sul viso lei si disegnò un sorriso di soddisfazione .
<<L'obiettivo è proprio quello.>>Appena uscita dalla stanza c'era Mitch ad aspettarla con già la sua borsa pronta e la sigaretta in bocca per poterla accendere non appena uscivano. Si diressero vero l'auto, quella bruttissima Clio del 2001 sulla quale ormai c'erano più graffi che vernice, gli interni che puzzavano di fumo di sigarette, sigarette fumate nei vari viaggi fatti per andare a sentire svariati concerti, per andare in montagna per le tendate e per portarla per la prima volta al mare durante l'estete dell'anno prima.
<<Ma questo rottame quando lo cambiamo?>>
<<Oh Lisy, attenta come parli. Questo gioiellino di storia automobilistica è sacro. Ti ricordo che ha fatto più chilometri di qualunque altra auto che conosca e poi scusa, vuoi mettere in dubbio quanto sia bello il mio impianto stereo? Faccio il culo a tutti.>>
Tutto questo mentre abbracciava l'auto quasi a consolarla dall'insulto che aveva appena ricevuto. Non riusciva a non ridere quando stava in sua compagnia: possedeva una mimica facciale sconvolgente, il suo carattere era perfetto sapeva quando doveva fare il coglione e quando era necessaria un po' di serietà. Quando partirono Lisa iniziò a scorrere la playlist dell'iPod cercando le loro canzoni , quelle canzoni che sapeva a memoria entrambi anche se il più delle volte con le canzoni che sapevano bene facevano freestyle inventando un testo diverso.
"[..]Second chances they don't ever matter, people never change. Once a whore you're nothing more, I'm sorry, that'll never change[..]"
Misery business, i Paramore, il loro primo concerto...ogni volta che erano in radio abbassavano i finestrini, alzavano il volume al massimo e Lisa iniziava a cantare con tutto il fiato che aveva in corpo con Mitch che le faceva i cori, assieme le loro voci era qualcosa di magico e Mitch faceva sempre il possibile per farla cantare perché vedeva come si illuminava quando iniziava a cantare e lui era felice solo quando lei lo era e in quel viaggio di ritorno doveva essere assolutamente felice.
Non appena arrivarono a casa di Mitch si sentiva molto più tranquilla, quella villetta a schiera in periferia le era sempre piaciuta. Nel giardino sul davanti cresceva un albero di ciliegio che in primavera riempiva il giardino dei suoi petali rosa e ai piedi dell'albero c'era il Border Collie di Mitch, Hell (nome che non si avvicinava minimamente al reale carattere del cane). Neanche il tempo di fare dieci metri in giardino che Hell le si fiondò addosso facendole le feste. Sulla porta c'era ad aspettarla la madre di lui, una donnina sulla cinquantina che non arriva al metro e sessanta un po' in carne: era la classica casalinga ed era uguale al figlio se la si guardava in viso.
<<Lisa! Sono felice di vedere che stai meglio. Oh entrate che ho preparato il pranzo, chi sa che fame che avrai!.>>
<<Ma' ti ricordo che non è abituata alle tue porzioni quindi ti toccherà ridimensionare le tue quantità di cibo.>>
<<Non ascoltarlo, giuro che mangerò tutto ciò che hai preparato.>>
Forse non si ricordava che la madre di Mitch tendeva a cucinare delle porzioni esorbitanti di cibo. Dopo una buona mezz'ora era riuscita a mangiare tutto (in piccole porzioni però). Finito il pranzo andò al piano superiore a sistemare le sue cose nella camera della sorella di Mitch, visto che era l'unica camera libera. Si stese sul letto, finalmente non si trovava nè in una cavolo di sala d'ospedale nè in quella camera che l'ha teneva oppressa d'anni."Dovevo accettare di venire a stare da lui almeno da due anni, mi sarei risparmiata un po' di ricoveri. Che sbatta."
<<Posso entrare?>>
<<Fino a prova contraria è casa tua quindi direi di si.>>
Mitch si era cambiato per stare più comodo: pantalone della tuta, canotta e capelli legati in codino. Si andò a sedere sulla poltroncina vicino alla scrivania. La camera di sua sorella era bellissima si vedeva che aveva sempre avuto la passione del design. In ogni caso Mitch era visibilmente nervoso e agitato, lo conosceva troppo bene per non capire che le stava nascondendo qualcosa.
<<Mitchell Barbieri lei mi sta nascondendo qualcosa ed è pregato di svuotare il sacco immediatamente senza fare storie. Se vuoi chiama pure il tuo avvocato.>>
<<Sai benissimo di cosa si tratta...>>si era subito irrigidito e stretto i pugni tanto da farsi diventare le nocche bianche:
<<e mi sento ancora più impotente perchè so perfettamente che avrei potuto fargli molto più male.>>
<<Se intendi il messaggio di Lucas, non l'ho letto. Ho visto che mi ha ancora scritto ma neppure l'ho visualizzato perciò non ti preoccupare e direi che quel pugno in piena faccia che gli hai tirato è stato più che sufficiente.>>
<<Il problema che io l'ho letto! Le cazzate che ti ha scritto non le ho potute reggere, se pensa di tornare si sbaglia di grosso! Con lui eri felice e poi cazzo fa? Ti molla in quel mondo, sapendo cosa hai passato.>>
Odiava quando ritirava fuori il discorso, Lucas era stata la sua unica relazione sana: aveva rimesso su peso, ridotto l'uso di farmici e gli attacchi di panico era quasi spariti del tutto, era sempre con lui quindi a casa ci passava il tempo minimo indispensabile, piaceva pure a Claudia e Kiki nonostante appartenesse ad un mondo totalmente opposto al loro ma se rendeva felice Lisa a loro bastava. Tutta questa favola era durata quasi un anno fino a quando lui decise che Lisa era non si meritava un ragazzo cosi indeciso come lui. Dalla mattina alla sera le si era rivoltato il mondo, di nuovo. La cosa peggiore accade qualche settimana dopo: durante una serata in giro videro Lucas impegnato a baciare e a momenti saltare addosso ad una che tutti conoscevano come "Miss Perfezione & Cash", Lisa riuscì solo a restare immobile mentre Mitch scattò e se con lui non ci fosse stato Teo probabilmente non si sarebbe fermato ad un solo pugno. Non si erano più visti da quella sera e tanto meno cercati sul cellulare.
<<Non preoccuparti non tornerà e se dovesse tornare non mi trova>>
Lo abbracciò per farlo stare più sicuro e rassicurarlo perchè anche se era più grande di lei (sia di altezza che per età) aveva bisogno di sentirci rassicurato e protetto. Era inutile, quando si trattava della felicità di Lisa crollava. Si asciugò rapidamente gli occhi prima che le lacrime iniziassero a scendere.
<<Oh ma se usciamo e becchiamo li altri? è venerdì, domani non dobbiamo neppure svegliarsi presto quindi muoviti a cambiarti e andiamo>>
Corse fuori dalla stanza e andò in camera sua. Lo adorava quel ragazzo. Chiuse la porta e iniziò a sistemarsi.
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Change
Teen Fiction"Potevi anche lasciarmi li, almeno avrei finito di darti problemi una volta per tutte" Lisa mille problemi: disturbi alimentari , una famiglia problematica, autolesionismo. Uscirne è dura,una vita normale sembra solo un sogno...ma non sempre tutto v...