Un passo avanti

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Non stava succedendo davvero. Lo fece ma non sapeva cosa sarebbe successo: avrebbe potuto respingerlo, tirargli una sberla, piangere, ricambiare il bacio (per assurdo pesava perfino che le avrebbe vomitato in bocca). La strinse contro a sé, la sentiva sempre più piccola fra le sue braccia. Lisa non fece nulla per allontanarsi da lui. Non riusciva a metabolizzare quello che stava succedendo: Mitch la stava baciando ma non era un semplice bacio. Era un bacio intrappolato da anni, che non era mai stato consumato. La parte razionale di lei sapeva che doveva staccarsi dalle sue labbra eppure non lo fece. Le sue labbra erano cosi dolci, morbide e adorava quel retro gusto di tiramisù.
Quantificare quanto sia durato quel bacio è difficile: il portatile si era spento, l'unica luce era generata dalla spia dei cellulari. Erano uno di fronte all'altra, i loro volti erano ancora estremamente vicini. Lei era imbarazzatissima non riusciva a guardarlo in faccia. Un tenue rossore iniziò a tingerle le guance; non distoglieva lo sguardo dal copriletto come a cercare una via di fuga

"Ma cosa abbiamo fatto?"

<< Forse aveva ragione..>>

<<Cosa hai detto??>>

<<No nulla...solo che non me lo aspettavo...>>

<<Non avrei dovuto farlo lo so sono un deficiente, anzi è meglio se vado di là>>

Si alzò dal letto di scatto , non salutò neppure Lisa e si precipitò fuori dalla stanza senza neanche chiudere la porta. Ora era sola con i suoi pensieri.

"Non vuol dire nulla. Chi sa quante volte ha baciato qualcuna senza impegno...ma ora che faccio?"

"Premio coglione dell'anno"

Si buttò a letto nel buio sommerso totalmente dai suoi dubbi.

<<Ho fatto la cosa giusta...ma che cazzo dico...e devo pure vederla scuola...dovrei chiarire...>>

La paura più grande era quella di distruggerle tutto il suo equilibrio , quel fragile equilibrio che lei si creava giorno per giorno e lui in quel equilibrio non era un fidanzato ma era semplicemente Mitchell. Entro lunedì doveva risolvere tutto perché se no a scuola sarebbe stata un vero e proprio macello.

Era ancora sdraiata a letto quando sentì la porta aprirsi. Scattò immediatamente con un po' di paura ma era solo Hell

<<Ehi cucciolone vieni qua>>.

Hell si lanciò sul letto e iniziò a farle un po' di feste e appoggiò la testa sulle sue gambe

<<Sei proprio un coccolone assurdo. Dormi qua con me?>>.

Non passarono neppure 5 minuti e metà letto era già occupato dal cane.

Lisa riuscì a mettersi comoda. Prese il telefono. Non sapeva se scrivere a Kiki o Claudia (di sicuro non a Teo). Stava per spegnere tutto quando il telefono iniziò a vibrare. Una chiamata. Lucas. Panico.

Rispondere o no. Era tardissimo. Che cosa la chiamava a fare?

<<Pronto?>> "Tanto ormai la serata è già strana"

<<Ah sei sveglia? Scusa l'orario..>>

<<Cosa vuoi?>>

<<In discoteca stavi benissimo>>

<<Mi chiami nel pieno della notte solo per dirmi questo? Mi credi cosi scema?>>

Iniziava ad agitarsi, sempre cosi con lui, da quando l'aveva mollata.

<<Dobbiamo parlare di quello che è successo. Mi sento in colpa.>>

<<Mi avevi accompagnato tu li, tu sapevi che io non ero convinta ma l'abbiamo fatto comunque..>>
<<Pensavo che saresti crollata ulteriormente non era una situazione facile..>>

<< Ti prego, stai zitto.>>

<<Lisa..>>

<<Ciao.>>

Perché tirava sempre fuori quel discorso dopo tutti quei mesi. Lei non era abbastanza forte. Stronzate.

Andare al consultorio è stato il più grande sbaglio in assoluto.

Dopo più di un ora crollo dal sonno, con le braccia attorno al quell'addome sempre più vuoto.

"chiamata persa
Numero sconosciuto
1 nuovo messaggio in segreteria".

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