"Non è possibile. Loro. Assieme. Lei"
<<NON TI HA DETTO IL MOTIVO?? COS'E' SUCCESSO? HA TENTATO DI NUOVO QUALCHE STRONZATA??!>>
Guidava come un pazzo. Non riusciva a razionalizzare dopo aver letto il messaggio sul telefono di Kiki. Nel giro di un minuto era già in auto.
<<Mitch ne so quanto te!! Non mi risponde quindi andiamo e vediamo!>>
<<SE ARRIVO E VEDO LI QUEL FIGLIO DI PUTTANA, QUESTA VOLTA FINISCE IN OSPEDALE.>> Tirò un pugno talmente forte al volante che la mano diventò quasi viola.
<<Ora vedi di portarci li senza schiantarti contro qualche muro perché li si che sarebbe un casino>>.
Percorse la distanza da casa sua a quella di Teo in 10 minuti scarsi e non appena vide l'auto parcheggiata sotto il portone le pupille scomparvero. Lascio l'auto quasi in mezzo la strada. Urlo a Kiki di occuparsene e corse in casa.Neanche il tempo che tutti capissero cosa stava succedendo che lei era già andata a chiudersi bagno. Sentiva i succhi gastrici tornare su. Non riusciva a trattenerli e iniziò a vomitare dal nervoso. Non capiva come fosse possibile: anni che non si vedono o si sentono, lei che sparisce e ora? Ora si presentano assieme come se nulla fosse, come se i lividi e le botte di suo padre non fossero mai esistiti, come se non ci fosse stato nessun abbandono. Una coppia. La famiglia del mulino bianco, anche se nel loro mulino non c'era la farina come polvere bianca.
Appoggiata al lavandino, seduta per terra accovacciata per tenersi il mondo lontano da lei.
<< Ma porca troia...tanto vale non tornare mai.>>
Cercava di calmarsi eppure continuava ad avere la tachicardia. Sentiva sua zia inveire contro sua madre.
<<..SEI SPARITA PER ANNI E TORNI...SIETE DUE DISGRAZIATI..STATE LONTANE DA LEI ...>>
Una parte di lei voleva uscire e difendere comunque colei che per anni era stata il suo idolo poi, per una volta, la sua parte razionale ebbe la meglio sulla lei malata e restò li ferma. Se lo meritavano. L'avevano rovinata. O per lo meno contribuito. Mandò un messaggio e rimase in attesa che la situazione si calmasse.
<< Moira è mia figlia, voglio parlarci...>>
Fu impossibile sentire la fine della frase perché un frastuono ancora più forte si propago in casa. La prima voce che sentiva quando era incosciente. L'unica persona stabile nella sua vita. Mitchell.
Si sentiva come in una bolla. Le sembrava di fluttuare. Ciò che le stava attorno non le importava. Uscì dal bagno con ancora gli occhi rossi e lucidi per lo sforzo. I parenti le parlavano, farfugliavo qualcosa, i suoni erano ovattati. Nulla la toccava. Superò Mitch. Lo prese per il braccio e leggere come lei le uniche parole che disse furono "Andiamo". Non si fermò a guardare nessuno. Claudia e Kiki cercarono di parlarle e fermarla ma non si fermò fino a quando non si trovò nella macchina di Mitch. Aveva gli occhi persi nel vuoto. Imperturbabile e indecifrabile.
Le ragazze la fissavano dal marciapiede e non sapevano cosa fare: salire in auto con lei? Lasciarla sola? Claudia stava per salire quando arrivarono Teo e Mitch di corsa. Mitch corse fino in auto e partì con Lisa.
Restarono a fissare quella scena quasi surreale.
Kiki prese Teo per la maglia <<Cosa le è successo??>>
Non ebbe neppure il tempo di risponderle che sul portone si materializzò una donna magrissima, una lunga chioma di capelli castani e gli occhi grigio cielo pieni di paure come quelli di Lisa.
<<MERDA. E' SUA MADRE>>Si fermò solo una volta arrivati nel loro parchetto.
<< Reagisco sempre di merda quando c'è da tirare fuori i coglioni>>
Le passò una mano tra i capelli.
<< Meglio di me sicuramente. Io tendo a rompere sempre qualcosa>>
Cercò di strapparle un sorriso ma nulla da fare. La convinse a scendere dalla macchina e si misero sulla loro panchina. Succedeva qualcosa a uno di loro e il punto di ritrovo era li: il divorzio dei genitori di Mitch, la diagnosi di anoressia nervosa, la bocciatura, la rottura con Lucas. Tutto si era risolto (più o meno) lì.
<< Cosa ti hanno detto?>> Rimase seduto sulla panchina mentre lei continuava a camminare avanti e indietro di fronte a lui.
<< Qualcosa me l'avranno detto sicuramente ma non ho ascoltato o non ho sentito proprio. Non lo so e non mi importa. L'altro ha continuato a farsi e a menarmi fino a l'altro ieri e lei, beh, meglio che non parlo>>.
Era nervosa come non mai. Non riusciva a fermarsi.
<<Calmati. Ti stai diventando iperattiva e non ti fa bene.>>
Cercava di trasmetterle più calma possibile ma era preoccupato come non mai. Era una situazione che non era pronto ad affrontare. Come avrebbe reagito Lisa? Avrebbe smesso ancora di mangiare? Si sarebbe ancora chiusa in se stessa? Avrebbe ritentato il suicidio? Troppe variabili, e non sapeva su quale agire.
<<Le darai un'altra occasione?>>
Si sedette accanto a lui lasciando cadere la testa sulla sua spalla. Aveva ancora gli occhi lucidi.
<<Non lo so. So solo che rivederla ha riportato a galla la Lisa 14enne>>.
<<Sai però che la Lisa di oggi può batterla la vecchia Lisa vero?>>
Non l'avesse mai detto. Lisa si sentiva in qualche modo aggredita. Scattò in piedi e iniziò a buttargli addosso ogni suo pensiero.
<< BATTERLA?! Ma sei serio? Mitchell non ho fatto un cazzo di miglioramento nel giro di 4 anni! Ho tentato il suicidio 3 volte e ancora mi chiedo come non abbiano fatto a rinchiudermi in qualche struttura!! Vado in panico se non crollo ogni singolo dettaglio della mia vita, anzi della mia giornata. Non so fare nulla! Sono ferma alla me di 14 anni, non mi ha mai abbandonato. Sono ancora la Lisa debole che vagava nei corridori della scuola che sveniva perché non mangiava da giorni>>.
<< Hai ragione hai fatto tutto ciò che hai detto>>.
Non la guardava, continuava a fumare.
<< Tuttavia sei anche la stessa Lisa che ha convinto i medici ha chiamare tua zia Moira per le dimissioni per non coinvolgere tuo padre e perdere ogni libertà. La stessa che una volta dimessa la prima volta ha lottato davanti a un giudice per farsi emancipare e poter decidere da sola. La Lisa che sconvolge tutti i professori per la bellezza e la profondità dei tuoi quadri. Hai ragione: non sei cambiata di una virgola, la forza l'hai sempre avuta con te ma usciva solo in certi nei momenti. Non tutti perché se no avremmo detto addio a psicologo, nutrizionista e psichiatra da tempo>>
<< Dimmi tu cosa fare questa volta perché io non so davvero da che parte sbattere>>.
Era in lacrime, le rigavano le guance. Scendevano silenziose. Silenzio che si univa a quello che li circondava. Mitchell si alzò e l'abbracciò.
<< Stai da me. Resti da me. Se vorrai parlare con loro faremo organizzare qualcosa a tua zia o Teo, ma solo quando e se te la sentirai, okay?>>
Aveva affondato il viso nel suo petto. Perdersi tra le braccia di Mitchell era forse tra le cose che più amava. Le diete un bacio e continuò a stringerla.
<< Parlando di cose serie: ho visto una tonnellata di cibo a casa di Teo. Hai mangiato?>>
No. Mosse solo la testa. Lui sospirò e la strinse più forte.
<< Devo smettertela di chiedertelo perché ogni volta di aprirei la testa e farei volentieri due chiacchiere con le tue voci ma poi menerei anche loro>> cercava di sdrammatizzare e ci riuscii : un live accenno di risata.
<< Risolviamo anche questo promesso. Sei l'unica che mi capisce. L'unica che sa cosa abbiamo passato entrambi. E lei non ti porterà via da me, a costo di litigare ogni giorno con te dato che si fa sempre difendere da te.>> un altro bacio sulla fronte e le sorrise.
<<Ora però è meglio se raggiungiamo gli altri. Kiki temo che mi ammezzerà>>
La prese per mano. Doveva proteggerla e l'avrebbe fatto. A ogni costo.Whatsapp:
Michelle: " Voglio riprendere le sedute."
STAI LEGGENDO
Change
Teen Fiction"Potevi anche lasciarmi li, almeno avrei finito di darti problemi una volta per tutte" Lisa mille problemi: disturbi alimentari , una famiglia problematica, autolesionismo. Uscirne è dura,una vita normale sembra solo un sogno...ma non sempre tutto v...