"Tutti che parlano per enigmi. Ma perchè non riesco ad essere chiari e concisi."
Continuava a non capire cosa voleva dire con quella frase "è cosi palese", cosi palese cosa maledizione! Iniziava ad agitarsi in quella stanza e si muoveva su e giù per il salotto.
<<No dai Michelle! Cosa dovrei capire?>> Era spazientita da quel modo di fare cosi evasivo.
<<Ma stai scherzando? Stellina cara, Mitch è follemente innamorato di te!>> Rimase senza parole a sentire quella frase. Mitchel, quel Mitchel. Non poteva essere. Erano cresciuti assieme non riusciva a metabolizzare la notizia.
<<Michelle non può essere, cioè dai. Mitch. Hai presente di chi stiamo parlando. No no>>
<<Invece di agitarti per il nulla, pensa se provi lo stesso perchè sinceramente quel povero martire, merita una risposta.>>
<<E tu che ne sai?>>
<<Secondo te, quando sei ricoverata e dormi o altro, lui da chi va a rompere? Parlaci.>>
Si lasciò cadere sul divano rannicchiandosi come amava fare, come per difendersi da quella situazione che non pensava di dover mai gestire nella sua vita. Cosa fare? Non reggerebbe l'idea di perderlo, non esisteva senza il suo sostegno.
<<Beh...sinceramente...un po' notavo che si comportava in modo un po' strano....>>
<<Solo un po'?>> picchiettandola con il gomito e cercando di non ridere troppo.
<<Ok ok...non l'ho proprio capito...ma magari sbagli pure tu perciò per farti felice ci parlerò. Ma ti sbagli ne sono certa>>
Sul viso di Michelle si disegnò un sorriso pieno di soddisfazione e di una luce strana: come quello di una mamma. La strinse a sé e per quanto non si aspettava un tale gesto Lisa non si spostò ma la assecondò.<<Ti voglio bene Michelle.>>
<<Eh? Da quanto sei cosi espansiva? ahahahah l'idea di un nuovo amore di scioglie un po' la corazza?>>
<<Smettila, come per dire che non lo sapevi già>>.
Continuava ad accarezzare il gatto che cercava un po' d'attenzioni, un po' come lei dopotutto.
Michelle adorava quella ragazzina, erano ormai 3 anni che la conosceva. Era affezionata a quel piccolo disastro.<<Stellina,se vuoi stare da me per non pesare troppo sulla famiglia di Mitch sai che non c'è problema.>>
<<Non è poco professionale come comportamento? Ahah>>
Amava parlare con lei, la rilassava tantissimo e riusciva a tirarle fuori ciò che provava meglio dello psicologo.
<<Senti Lisy io devo scappare ho il turno...vuoi fermarti...>>
<<No no figurati anzi, guarda, scappo anche io e vedo se mi risponde.>>
<<Fai la brava okay? E ricordati domani la seduta...>>
Annuì spostandosi timidamente una ciocca che le cadeva sul viso.Era già a quota 4 sigarette, a momenti finiva il pacchetto. 17 meno un quarto. Era quasi un ora che l'aspettava. Sarebbe arrivata sicuramente lì. Era il posto più importante per Lisa: il parco nel quale andava con sua madre quando era piccola, era l'unico luogo in cui non aveva brutti ricordi, o almeno, lei voleva ricordare solo quelli. Magari aveva sbagliato a reagire cosi duramente con lei ma doveva fare cosi, non avrebbe sopporto ancora il rischio di perderla.
Non voleva più rivivere una cosa del genere.<<Cosa cavolo mi è venuto in mente?>>
Buttata la sigaretta per terra, prese il casco e quando sembrava che tutto quel tempo fosse stato buttato via vide una figurina in lontananza che si avvicinava lentamente. Era cosi piccola. Sapeva che sarebbe arrivata. Non capiva come mai se ne stava cosi lontana. Aveva un'espressione cosi triste e mortificata: lo sguardo basso, i capelli che le cadevano sul viso e che tentava inutilmente di togliersi dal viso. Cercava quasi di sparire in quella felpa palesemente troppo grande per lei.<<Sai che quella felpa deve ritornare nel mio armadio vero?>> Tentava in qualche modo di alleggerire la situazione,calcolando che l'ultima volta che si erano parlati si stavano urlando addosso.
<<Si ehm senti Mitchel scusa.>><<Scusa? Senti Lisa ne abbiamo parlato almeno 100 volte di cosa devi fare e cosa non. Io non voglio fare sempre quello cattivo che spacca la minchia ma sai che quando vede che ti tagli ancora io mi incazzo...perché lo sai che ci tengo a te.Perciò non chiedermi scusa...>>
Restare alterato con lei era impossibile. Era cosi piccola e fragile, sapeva assolutamente di aver sbagliato e sapeva anche che il suo male era parte integrante di lei. Aveva troppa voglia di stringerla forte a lui, dirle quanto ci tiene alla sua felicità, che la proteggerà da ogni sua paura e non la giudicherà per i suoi errori ma l'amerebbe per tutti i suoi traguardi raggiunti.Ama guardarla anche senza dirle nulla...si scollegava totalmente dal mondo ogni volta che si perdeva nei suoi occhi.
<<....ma quindi tu sei davvero innamorato di me?>>
Non riusciva a credere di aver sentito davvero quella frase (soprattutto perché si era perso tutto il discorso antecedente) era come una doccia fredda.
<<Ehm cosa?>> Non sapeva assolutamente come uscire da quella situazione.
<<Direi che non mi stavi minimamente ascoltando...>> Voleva sotterrarsi anche lei in quel momento, che cavolo le era saltato in mente? Era ovvio che non era cosi.
<<No ehm ma cosa dici?! Sai che io e te siamo legati si ma...senti Lisy andiamo a casa e ne parliamo dopo aver mangiato.>>
Cercava di tirarsi fuori da quella situazione imbarazzatissima, continuava a sorridere ma sudava, sudava come quando ti chiamano interrogato e sai meno di zero. Lisa però voleva una risposta."Lisa in ritardo di tre ore. Non risponde al telefono. Correre da lei. Nessuno risponde alla porta. Riuscire ad entrare. La porta del bagno chiusa. Lisa in quel bagno. Entrare. Trovarla a terra bianca con i polsi rossi. Lei che non parla. La corsa in ospedale. La maglia sporca di lei. Lei che perde i sensi. I medici che la ricoverano d'urgenza. Nessuna notizia. Suo padre irraggiungibile. Il sentirsi cosi impotente."
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Change
Teen Fiction"Potevi anche lasciarmi li, almeno avrei finito di darti problemi una volta per tutte" Lisa mille problemi: disturbi alimentari , una famiglia problematica, autolesionismo. Uscirne è dura,una vita normale sembra solo un sogno...ma non sempre tutto v...