Il telefono squilla, sul display lampeggia 'Papà'.. <Pronto?? Papà??> <Ciao Evan, come stai?> <Bene e tu?? A cosa devo una telefonata di prima mattina?> < Volevo dirti di non prendere impegni x Mercoledì, sarò a New York> <Wow, certo mi terrò la giornata libera> <Ci vedremo per le 11, comunque ti chiamerò domani sera per confermare o per cambiare orario> <Va bene va bene non preoccuparti, la mamma come sta?> < La mamma sente molto la tua mancanza, ma sta benone, è sempre super impegnata con tua sorella per via della danza> < Salutamele tutte e due, e di alla mamma che verrò a casa il prossimo mese, non credo di riuscire prima> <Bene glielo riferirò, noi rimaniamo per mercoledì mattina, buona giornata> <Ciao Pa, buon lavoro>.
Mio padre.. Un legame tra noi che sembrava indissolubile, eppure non sono riuscito a raccontargli di quel giorno maledetto, credo ancora tutt'ora di aver fatto la scelta giusta, magari un giorno glielo racconterò, per ora mi godo il nostro equilibrio.
Mi alzo e preparo una bella tazza di caffè fumante, nel frattempo mando un messaggio a mia sorella Summer
-Ciao sorellina, come va con la danza? Quanto manca all'esame? Tvb baci-
Pensavo di farmi la barba, ma credo di andarla a fare al Barber Shop, dopodiché se Claire è libera potremmo pranzare insieme.
Dopo aver messo un paio di jeans e una felpa mi immergo nei marciapiedi di New York. Non smetterò mai di amare questa città, i marciapiedi sono pieni di persone, ognuna con un morale diverso, e a me piace cercare di capire nei loro volti cosa pensano e cosa provano.
Arrivo al 236 dell'8oesima strada da Manny's Hair, meno male qui sono tutti uomini non so se riuscirei a farmi fare la barba da una ragazza. <Ciao Joe!> <Ciao bello, sei venuto per una spuntata? > <Si Joe non li sopporto più mi vanno davanti agli occhi, e poi visto che sono qui la barba oggi me la fai tu> <Più cose fai meglio è, sai con la crisi che c'è > ride, ma so che scherza.
Dopo mezz'ora sono di nuovo fuori. Prendo il telefono e chiamo Claire..
<Hey Claire, che stai facendo? Io sono venuto a farmi i capelli da Manny's se ti va ci fermiamo da Starbucks per pranzo> <Evan, dovrei dirti di no, perché sto studiando, ma, dammi 5 min e scendo, ma solo il tempo per un caffè > < ok, vengo sotto casa tua, a dopo>
Claire abita a un isolato da Starbucks e ci entra solo con me. Se io abitassi così vicino a Starbuks credo che ci passerei la maggior parte del mio tempo, non perché adoro particolarmente i donuts o gli waffles ma perché mi piace vedere i turisti entrare in questo posto come se fosse il tipico locale americano quando in realtà non lo è. Il tipico locale americano ha le poltrone in fila accanto alle vetrine, ha le salse sui tavoli e il caffè te lo versano al tavolo non ti portano la tazza già piena. Eppure tutti i turisti finiscono qui, è buffo. Claire esce finalmente dal portone, viene a baciarmi le guance e mi sorride, felice di vedermi. < Wow Evan, stasera vai a fare stragi di cuori?> io arrossisco < Sai che se non fossi impegnata con Sam ti molesterei> e ride di gusto mentre io rimango spiazzato a un gioco a cui non so giocare. < Dai, lo sai che scherzo, non offenderti, il fatto è che sei davvero un bel ragazzo e non capisco perché tu non.. > la interrompo < ti prego chiudiamo qui questo maledetto discorso Claire, non mettermi in imbarazzo. Lo sai che è un discorso che non mi piace intraprendere> sbuffo < Pensavo di poter prendere un caffè in tutta tranquillità, ma comincio a credere che la tranquillità che prima c'era tra me e te non ci sia più. Tu continui a riprendere questa diatriba, forse ho fatto male a venire. > lei un po' si rabbuia, < Mi spiace, io probabilmente sono all'oscuro di qualcosa che tu non vuoi o non puoi dirmi, pensavo che cercare di spronarti ti avrebbe aiutato. Scusami davvero, se vuoi ancora prendere il caffè prometto che non riprenderò questo discorso.> < Promettimelo altrimenti ti abbandonerò lì da sola come una sfigata in mezzo a tutti i turisti illusi > le sorrido, niente le voglio bene e la perdono sempre subito, anche se non le do conferma dell'esistenza di qualcosa di cui lei non è al corrente.
Prima di sederci al tavolo abbiamo aspettato un bel po', il locale era pieno. < Dopo domani viene mio padre qui per lavoro, lo
Incontrerò al mattino e passerò la giornata con lui, sicuramente mi chiederà di entrare in tribunale, cercherà sempre di convincermi a diventare un ottimo avvocato come lui.> < Ma dai! Mi piacerebbe molto assistere a un processo, sicuramente sarebbero punti a mio favore per l'università> < Non so se si può entrare ma se ti è di aiuto chiederò a lui > < Oh, Evan sarebbe fantastico > esclama a voce alta sprigionando tutta la sua gioia.
È davvero una bella persona, sono convinto che mi avrebbe trattato altrettanto bene a Chicago con 30 chili in più.
<Prima che mi dimentichi, Sam sta organizzando una serata, credo una cena, sai che lui non è per le feste dove si balla e si beve, insomma non è per il divertimento.> < Oh nemmeno io.> le rispondo e lei ride di gusto, < Si lo so, che persone noiose che frequento> mi fa una smorfia. < A proposito, hai detto ai tuoi che non ti sei più iscritto all'università? > < No, glielo dirò quando avrò deciso di tornare. Non ho intenzione di dormire al dormitorio, e solo la borsa di studio non mi permetterebbe di pagare l'affitto per un alloggio. Non voglio chiedere soldi ai miei, voglio che li usino per la scuola di danza di Summer, è una vita che suda e fa sacrifici enormi, lei vive per il ballo. Non vivrei serenamente sapendo di averle tolto delle possibilità. Il lavoro con Robert mi permetterà di mettere dei soldi da parte per potermi iscrivere il prossimo anno e avere le spalle abbastanza coperte per pagare l'affitto. > < Sei il tipo di ragazzo che ogni ragazza vorrebbe al suo fianco, non sto riprendendo il discorso di prima, sto dicendo che hai tutta la mia stima, e sono fiera di esserti amica.> < Grazie, ma non credo di fare chissà cosa di straordinario> < È questo il bello, che questa straordinarietà sia nel tuo essere, per te non è un sacrificio essere un bravo ragazzo, quello che molti invece devono imporsi di essere o peggio, fingere > < Comunque un giorno mi porterai a Chicago, voglio conoscere Summer e i tuoi amici che hai lasciato>, se solo sapesse che non ho lasciato amici laggiù perché nessuno voleva essermi amico.. < Si un giorno ti porterò, ma gli amici lasciamoli perdere, non erano nemmeno tanto divertenti> < Come vuole lei, Signor perfezione> ridiamo. È bella Claire, è bella l'aria che la circonda, è armoniosa, mi fa stare bene. I suoi capelli biondi gli occhi castani, giusto un filo di trucco sulle guance e a volte un po di mascara e lucida labbra. Niente di più, niente da smascherare, lei è così, limpida e trasparente, come ogni amica dovrebbe essere e io mi sento fortunato ad averla. E lei è felice perché ha Sam il ragazzo perfetto che ha sempre parole dolci per lei, stanno insieme da una vita, è impensabile immaginarlo con qualcun'altra, sono uno la seconda metà dell'altra e insieme sono una cosa fantastica. Se mai un giorno avrò una relazione vorrei avere la loro fortuna, una storia perfetta, senza gelosia e senza litigi. Loro sono sempre d'accordo in tutto, ma proprio in tutto. Dal gusto della pizza al film al cinema, dal dentifricio al colore preferito, dai corsi interessanti dell'università al lavoro che un giorno vorranno fare. Claire vuole diventare una giornalista e lui, be, anche.
< Claire, direi che siamo stati qui seduti per un bel po', che dici ci facciamo una passeggiata? > < Hai ragione, be possiamo passeggiare verso casa mia, io devo tornare a studiare, però puoi salire su, c'è solo mia madre> < Ok, vengo volentieri a salutarla ma staró solo dieci minuti> < Ok, andiamo>. <Mamma?! C'è Evan che voleva salutarti.> < Buongiorno signora Porter> < Ciao Evan che piacere vederti, come stai? > < Bene grazie, tra meno di due settimane comincio a lavorare in un' agenzia immobiliare, sono un po' agitato ma sto bene, almeno adesso ho una sicurezza in più.> < Che bravo ragazzo, sono contenta che Claire ti abbia come amico> < Anche io sono contento di avere Claire> <Come amica, ovviamente intendevo> mi imbarazzo un po' pensando di aver dato altro da pensare, ma lei sorride senza curarsene. < Gradisci un caffè? > < No grazie signora ma siamo stati da Starbuks quasi due ore e avevo detto a Claire che non mi sarei trattenuto a lungo visto che lei deve studiare, io approfitto della giornata di sole per fare una bella passeggiata a Central Park. Magari porterò del cibo per le anatre. > < Ciao Claire, ti farò sapere per mercoledì al tribunale, arrivederci signora Porter, buona giornata> < Tribunale? > si spaventa un po' sua mamma < Mamma il papà di Evan verrà dopodomani in tribunale, sai lui è un avvocato molto conosciuto a Chicago, e Evan chiederà se potrà farmi entrare, sarebbe interessante per l'università.> < Certo, capisco. Allora se potrà entrare ringrazia tuo padre da perte da nostra> <Sarà fatto arrivederci.>"QUESTA STORIA E' FRUTTO DELLA MIA IMMAGINAZIONE, VI PREGO DI LASCIARE UN PARERE NEI COMMENTI, UNA STELLA SE VI PIACE E PERCHE' NO ANCHE DEI CONSIGLI" ;-)