Il buio della notte viene crepato in un lampo da un bagliore di luce che mi ammalia. Il suo fascino mi costringe a rimanere immobile. Tutto intorno a me cessa di esistere nell'istante in cui i miei occhi incontrano i suoi. Il mio cuore manca un colpo, resto fermo ad ammirare il fascio di luce che emana la sua bellezza. L'avevo già vista certo, ma mai più di adesso avevo avuto il desiderio di rivederla. Lei scontrosa e spavalda elegantemente perfetta, lei struccata e segnata dalle lacrime insicura e gentile che poi diventa arrogante e maleducata. Una ragazza dai mille volti e la curiosità di scoprire una nuova lei mi eccita e mi tormenta. Un colpo sul fianco mi fa sobbalzare e di scatto lascio andare sul polso l'elastico che tenevo teso tra le mie dita e ricomincio a respirare, perché senza che me ne accorgessi stavo trattenendo il respiro. < Evan stai bene? > faccio un cenno a Claire con la testa per annuire senza distogliere lo sguardo da lei che continua a frustarmi il cervello. Il tipo che le tiene un braccio avvolto sul fianco non sembra accorgersi di nulla eppure lei continua a guardare me.
Mi sorride. Alzo il bicchiere in cenno di saluto e lei ricambia portandosi poi la cannuccia alla bocca. Scolo il mio drink tutto in un sorso e mi volto verso Claire < Ho bisogno di bere, vado a prenderne un altro > < Wow Evan, vedo che stai davvero cercando di.. sbronzarti? > forse voleva dire divertirti? O no? Credo che si, sbronzarmi sia il mio primo obiettivo questa sera. Mi sento un po' più leggero dopo questo bicchiere e vorrei non avere pensieri, per una volta vorrei potermi lasciare andare un po'.
Quando mi volto verso la porta lei non c'è più, e sento una leggera pressione sul petto. Ok forse sbronzarmi è il mio secondo obiettivo.
Mi affretto a raggiungere il ragazzo che ci ha servito da bere prima, sarà meno imbarazzante < Senti potresti farmi un miscuglio nuovo? Però io non so i nomi ti dico i colori che voglio nel bicchiere> il tipo ride e la cosa non mi piace granché, forse sono già sbronzo perché il mio io ordinario non lo farebbe di certo < Per il tuo nuovo cocktail Sex in the Sky? > allargo le narici per il fastidio < Puoi o non puoi? Non mi sembra complicato> < Hey ok non volevo essere indiscreto, vediamo come posso aiutarti. Dunque direi che abbiamo bisogno sicuramente del Curaçao che è blu> perfetto vedo che il ragazzo ha deciso di aiutarmi. < Devi dirmi se ti piace più o meno dolce il gusto perchè questo liquore è abbastanza amaro> < Preferisco un gusto dolciastro, grazie> penso a lei, ai suoi e alle sue labbra. Lui si passa una mano sul mento per pensare, < Potrei farti la base con concentrato di fragole e zucchero di canna, quindi vedrai sul fondo del bicchiere il rosso, lo strato successivo lo potremmo fare con della crema di cocco quindi bianco e per finire il blu, quando mischierai il blu col bianco avrai un effetto cielo> il ragazzo aspetta una mia opinione. < E secondo te sarà gradevole come gusto?> lui sorride mentre prende uno shaker < Assaggiamolo e lo scopriamo >. Questo tipo in fin dei conti si rivela simpatico < Ok, ci sto, io sono Evan comunque> <Piacere io mi chiamo Adrian> <Senti Adrian, e se al posto del rosso mettessi qualcosa di giallo?> <Certo, Ananas allora>. Adrian versa la crema di ananas con lo zucchero di canna e i cubetti di ghiaccio sul fondo del bicchiere, poi aggiunge prima il curaçao e dopo la crema di cocco che scende verso il basso creando sfumature bianche come scie di nuvole leggere. Non credo abbia sbagliato l'ordine forse ha ritenuto meglio così. Io continuo a guardarmi in torno alla ricerca di quel caschetto nero e dei suoi meravigliosi occhi, ma lei non c'è, forse è andata via con quel ragazzo.
Quando gira un po' in cerchio la cannuccia, mi sembra di vedere raccolto un pezzo di cielo con un raggio di sole. <E tu non assaggi? > gli chiedo avendo capito che l'avremmo sperimentato insieme, < Si certo, solo se tu non lo sputerai. Alla tua! > mi incalza a portarmi la cannuccia alle labbra mentre lui butta giù uno shottino. Quando guardo nel liquido colorato l'immagine di lei nuda sotto il sole in riva al mare sopra di me, mi balena nella mente. Faccio un lungo sorso e mi ritrovo a sorridere, forse un po' per il pensiero e un po' per il gusto dolce che mi rimane in bocca.
< È decisamente il mio preferito, assaggialo e fammene altri due per favore> mentre lo scolo tutto d'un fiato.
Ho improvvisamente la vescica piena e mi ritrovo a cercare un bagno con due bicchieri in mano e la vista un po' offuscata. Mentre percorro un corridoio per niente trafficato ad un tratto mi sembra di sentire un lamento. < Lasciami adesso! Non mi toccare!> una voce femminile si fa strada nel silenzio < Ho detto no! Lasciami uscire! Lasciami! > urla e subito dopo sento un tonfo, lascio i bicchieri su un davanzale e cerco di capire da che porta arrivi. Quando la apro vedo lei nella penombra della stanza. Beth sdraiata a pancia in giu sopra una scrivania e lui che le tiene i polsi dietro la schiena mentre lei si dimena. Il tonfo credo sia stato il banco rovesciato li affianco. La rabbia mi prende all'improvviso < Che cazzo stai facendo? > prendo il tizio dal retro del colletto della camicia, < Allontanati da lei! > urlo < E tu chi sei? Che cazzo vuoi? Torna da dove sei venuto! Sta solo facendo un po' la difficile ma è tutto ok > ringhia lui a denti stretti mentre tiene ancora la presa ma ha il volto girato verso di me < Non mi sembra che sia tutto ok, ho detto lasciala!> il mio tono è meno acuto di prima ma molto più fermo, lui abbozza un sorriso, e a me sale l'alcol e anche il sangue al cervello. Gli sferro un pugno in pieno viso. Lei con le mani libere scende dalla scrivania e comincia a prenderlo a calci e pugni < Che cazzo pensavi di fare Dan? Sei impazzito? Non avvicinarti più a me, non ci provare! Tu sei pazzo! Sei un fottuto pazzo!> urla Beth con un nodo in gola che non lascia dubbi. Lui inciampa sui suoi stessi piedi, è evidente che sia ubriaco < Lo sai anche tu Beth, noi siamo fatti per stare insieme, ammettilo a te stessa. È inutile che adesso fai tanto la puritana lo sanno tutti chi sei> la sua voce è quasi un sibilo ma quelle parole arrivano dirette come pungi in pieno volto, la delusione mi pervade, ma gli salto addosso e lo colpisco una due tre volte finché lei non appoggia una mano sulla mia spalla e io mi ritraggo.
< Grazie> dice a bassa voce tenendo ben saldo il nostro contatto < Vieni, andiamo via > la prendo per mano e lasciamo la stanza, mentre quel Dan si appoggia al muro intontito. < Stai bene? > le chiedo un po' preoccupato e lei annuisce con la testa continuando a guardare per terra e il respiro affannato. Ho preso a pugni un tizio, quasi non ci credo, per la prima volta in vita mia, ho reagito senza pensare, il petto mi si gonfia d'orgoglio soprattutto per averla.. Salvata?
Riprendo i bicchieri e camminiamo in silenzio lungo il corridoio deserto, < Dovresti berlo > le dico con un sorriso sperando di interrompere le sue lacrime che silenziose scappano via. < La tua ragazza non sarà felice che hai regalato il suo drink a un'altra > accenna un mezzo sorriso < Non ho una ragazza > ammetto io guardando ovunque tranne che i suoi occhi < E che ci facevi qui da solo con due bicchieri? E la ragazza che ti ha dato una gomitata prima non è la tua ragazza? > non so se mi va di dirle che dovevo fare pipì e che il secondo bicchiere era proprio per lei, < Non ti va di dirmelo? Sei arrabbiato con me? > la sua voce traspare un velo di preoccupazione, forse si riferisce alla sua uscita di scena al laghetto, solo il ricordo mi fa incazzare ma non posso litigarci ora, non con lei in questo stato. < Ok, si sono un po' arrabbiato con te ma ora quella parte la tralasciamo. Non è la mia ragazza e.. Ero qui in cerca di un bagno> lei scoppia a ridere e io non so se incazzarmi davvero questa volta. < Ok, forse è meglio che vada > parlo senza pensare come uno stupido, perché so bene che non voglio andare da nessun' altra parte. < Aspetta! Non ridevo di te, pensavo alla prima volta che ti ho visto, anche allora cercavi un bagno> si spiega lei in tutta sincerità e io esplodo in una risata. < Ok ok, ti sei salvata in tempo..Quindi..Salute? > alzo il bicchiere in un brindisi, < A noi! > sono sicuro non intendesse quel 'Noi' che ho pensato io, ma comunque quasi mi strozzo con la mia saliva sentendoglielo dire.
Si iniziano a sentire le voci delle persone giu dalle scale e lei comincia a rallentare fino a fermarsi. < Non posso tornare lì sotto, non con questa faccia > < Ok, allora cerchiamo un bagno così potrai rinfrescarti un po' > lei fa un sorriso malizioso < Io aspetterò fuori > dichiaro mentre mi guarda con occhi sorpresi e a me riecheggiano in mente le parole di Dan 'Lo sanno tutti chi sei'. < Qualcosa non va? Se preferisci tornare di sotto lo capisco, io starò bene > il suo tono è cambiato ancora, la sua voce è pungente e io non capisco se sia meglio restare o andare. < Non sono proprio un tipo da feste, stavo solo pensando, e comunque devo andare in bagno da circa mezz'ora quindi mi aiuterai a scoprire dov'è il bagno? > < Certo > mi sorride e indica la porta antipanico che da accesso all'ala C.
< Non puoi smettere di tormentare quel povero elastico? > sgrano gli occhi al pensiero che si sia accorta della mia agitazione, < È il mio scaccia pensieri > rispondo continuando a guardare giù. < E sentiamo Evan, che pensieri cerchi di scacciare dalla tua testolina? > Mi chiede lei facendo un lungo sorso dalla cannuccia mentre io sbigottito mi ritrovo a guardare i suoi occhi ed ascoltare la mia testa o forse il mio cuore che mi urla di baciarla. Baciarla? Come mi può venire in mente di baciarla dopo aver sentito le parole di Dan che non lasciavano nulla da intendere. Che dovrebbe farsene una come lei di uno come me? Scrollo la testa e succhio più a lungo che posso dalla mia cannuccia nera fino a sentirne il gorgoglio. < Pensieri? I pensieri non vanno mai detti > rido di gusto per la cavolata che ho sparato, e sono grato all'alcol per aver esorcizzato un po' della mia timidezza. < Sono i desideri che non vanno detti, non i pensieri. Comunque a cosa pensavi? > Mi chiede sbattendo ripetutamente le ciglia lunghe davanti al mio naso, io deglutisco sonoramente, questa ragazza mi agita. < Emm, io pensavo..> La mia testa cerca una risposta velocemente che porca miseria non trova perché ho bevuto. < A niente! > mento cercando di divincolarmi dalle grinfie dei suoi occhi e nascondere il desiderio di stringerla tra le mie braccia. <Io invece sto pensando.. > le metto una mano sulla bocca per farla tacere, ho paura delle sue parole, perché se stesse pensando a quello che pensavo io allora mi ritroverei in un bel guaio e se lei invece pensasse a tutt'altro all'infuori di me ci rimarrei malissimo. < Ma che fai mi zittisci? > La sua voce si fa stridula e acuta mentre lei scuote la testa di qua e di là e io rido per la sua espressione. < Scusa, hai fatto una faccia troppo buffa > Cerco di giustificarmi perché non mi sembra carino riderle in faccia. < Si ogni scusa è buona per allontanare il discorso serio che stavamo facendo. Ho capito che non vuoi dirmi i tuoi pensieri, forse non erano carini e hai paura che io mi possa arrabbiare> Mi mette il muso mentre mi sorpassa veloce verso la porta del bagno. Solo ora noto il suo abbigliamento, ha un top nero abbastanza scollato da far notare le curve del suo seno e un jeans cortissimo che copre appena i glutei ma che lascia scoperto il rosario tatuato poco più giù attorno alla coscia con la croce che pende. Porca miseria si nota la muscolatura delle sue gambe, ogni volta che la vedo ha sempre qualcosa che la rende più bella della volta precedente. Mi appoggio al muro mentre aspetto che lei esca e tiro fuori il telefono dalla tasca per scrivere a Claire. Sullo schermo appare un suo messaggio ' Spero tu riesca a trovare un passaggio, ho provato a chiamarti ma non hai sentito il telefono. Ci sentiamo domani scusami tanto'. Claire che mi abbandona così è strano, non è proprio da lei. Il suo telefono squilla ma lei non risponde e io cammino avanti e indietro rumorosamente per attenuare la tensione. Sono un po' preoccupato, prendo l'elastico al polso e comincio ad attorcigliarlo tra le dita pensieroso. Forse si è solo arrabbiata perché mi sono dileguato nel nulla per un po', guardo l'ora ed è quasi l'una. Sarò stato via non so una mezz'ora forse o poco più, non riesco a ricordare quando siamo arrivati e dopo quanto io sia fuggito, maledetto alcol. Ma che dico? <Sempre sia lodato chi l'ha inventato> urlo felice sentendo il rimbombo nel corridoio deserto. < Cosa? > Beth deve avermi sentito dal bagno, < Niente, hai fatto? Non resisto più! > < Puoi entrare pensavo non volessi stare in un bagno con me ma io sono vestita> mi risponde lei schiettamente, < Vestita è un parolone> le parole mi escono di bocca senza che io me ne renda conto < Ti ho sentito! > la sua testa sbuca dalla porta e io non posso far altro che sorridere con la faccia da ebete.
< Potresti uscire? > chiedo con un po' d'imbarazzo, < Potresti semplicemente chiudere la porta? > ribatte lei come se avessi bisogno di fare pipì con la porta aperta, era ovvio che l'avrei chiusa, forse addirittura a chiave, ma la parte imbarazzante è il rumore della pipì nella turca. < Ok esco > sbuffando la vedo uscire, ma quando riapro la porta lei è lì vicino al lavandino che aspetta con il suo sorriso derisorio probabilmente la mia reazione. < C'è qualcosa che mi attrae > mi dice forse per farmi arrossire, do un lieve colpo di tosse per schiarire la voce < Grazie > rispondo educatamente < Non parlavo di te > con il dito indica il posto. Wow credo che questa affermazione mi abbia appena schiacciato quel minimo di dignità che avevo, il bagno la attrae, io no. Mi sciacquo le mani cercando di non incrociare più il suo sguardo per la vergogna ed esco dal bagno. Provo nuovamente a richiamare Claire < Avanti rispondi, ma dove sei finita?> la mia voce lascia trapelare la mia rabbia, < Single eh? > < Ho detto che non è la mia ragazza! > rispondo acido mentre chiamo un'altra volta. < Grazie a Dio ma che ti è successo? Mi spiace essere sparito ma stavo cercando un bagno dopo che ho preso da bere e poi un tizio stava dando fastidio a una ragazza e per la prima volta nella mia vita ho fatto a pugni e poi mi sono assicurato che lei stesse bene e sono finalmente riuscito a trovare il bagno> Beth è piegata per terra che ride senza riuscire a fermare le lacrime. < Evan respira per l'amore del cielo. Non centri tu, ho avuto una discussione con Sam ma non mi va di parlarne ora, mi spiace averti lasciato a piedi. Ma cos'hai detto? Hai preso a pugni uno per salvare una? Non ci credo, da domani colazione alcolica!> Claire è la persona più premurosa che conosca e so che è dispiaciuta per avermi lasciato qui ma io ora ne sono davvero felice. < Non preoccuparti riuscirò a tornare a casa, ti chiamo domani se davvero ora non vuoi parlarne, comunque si, è realmente successo> < Si grazie, divertiti ti prego ma non fare più a pugni > < Ok ci sto provando, notte> sorrido e stacco la chiamata. Beth ha due dita sotto il mento con fare pensieroso. < Non è come pensi> cerco di bloccare chissà quale assurda sua opinione. < Davvero siete soltanto amici? > < Si solo amici > < Non c'è mai stato nemmeno un bacio? Che so una toccatina? Un'uscita andata male? > Le sue domande mi fanno piacere, mi fanno credere per un secondo che lei stia cercando di conoscermi, per sua scelta oltretutto. < No, niente di niente. Solo amicizia >. Lei da un sospiro che fa alzare e poi abbassare il suo seno sotto la scollatura e io deglutisco di rimando. < Ok, quindi eri venuto qui con lei, ma lei ora se n'è andata e tu sei rimasto da solo a piedi, giusto? > < Giusto, ma non preoccuparti prenderò un taxi>
< Scusami faccio una chiamata> io annuisco e vedo lei allontanarsi di qualche passo col telefono appoggiato all'orecchio. Non riesco a sentire tutta la frase, solo < stai tranquilla, se hai bisogno chiama>. < Ok fatto, senti avrei davvero voglia di un altro cocktail, come si chiama? >. Una montagna mi cade sopra le spalle, cazzo e ora? < Non me lo ricordo, so chi me l'ha fatto posso andare e farne fare un altro> < Ok poi andiamo a berlo in terrazza però > la proposta mi eccita. < Va bene ci sto, arrivo subito> Mi giro per avviarmi al piano di sotto quando lei mi prende la mano < Vorrai mica lasciare una povera ragazza indifesa in mezzo al buio tutta sola? >. Vorrei avere una pistola e spararmi un colpo in testa, sarebbe meno doloroso e meno straziante, Beth mi sfinisce continua a farmi salire le palpitazioni e ahimè qualcuno se ne accorge, no non Beth, l'inquilino dei miei boxer. < Pensavo non volessi scendere tra la folla> < Sono ok>, sorride. Vorrei morire, non ricordo gli ingredienti che c'erano dentro altrimenti andrei da uno qualunque a farmeli fare, ma sono costretto a tornare da Adrian. < Adrian, me ne fai altri due? Grazie> Tengo la mano libera in tasca con le dita incrociate, sperando che Adrian non la spari troppo grossa < Certo due Sex in the Sky>, alzo la testa in aria sperando che ci sia Cupido ubriaco a volermi uccidere con un fucile. < Hai capito testolina, che razza di cocktail beve? > io accenno un sorriso mentre quell'idiota di Adrian ne spara un'altra < L'ha inventato lui credo poco prima di venirti a cercare>. La mano di Beth scappa dalla mia, io guardo Adrian in cagnesco, prendo i cocktail e mi dirigo verso le scale per arrivare più in fretta che posso alla terrazza. Gli anfibi di Beth fanno un rumore assordante in quei corridoi vuoti, < Hey, ma che ti prende? Mi vuoi aspettare? > mi chiede lei mentre cerca di tenermi il passo, < Devo non so nemmeno dove si trovi la terrazza, deduco solo che sia all'ultimo piano>. Fa una corsetta e mi afferra per il braccio. < Giriamo qui a sinistra e prendiamo le scale> io non rispondo, chissà cos'avrà pensato quando Adrian ha detto che l'ho inventato io prima di cercarla. Che me la volessi portare a letto cos'altro può aver pensato? < Puoi smetterla? > Mi fermo all'istante a quella richiesta < Scusa? Smettere di fare cosa? > < Di tenermi il broncio? Perché sono consapevole di essere una stronza con la S maiuscola, ma sono più che certa di aver usato tutta la mia energia per non esserlo con te stasera > < Ok >. Noto che il mio ok non era la risposta che si aspettava, un ok secco senza puntini di sospensione che ha lo stesso suono di un punto a fondo pagina. In realtà non era quello che avrei voluto dirle, ma sapere che lei possa aver pensato a delle cattive intenzioni da parte mia mi fa stare da schifo.
Ancora tre gradini..