L'aria mi inonda il viso appena Beth apre la porta della grande terrazza, il cielo della notte sembra più scuro in questa parte della città dove non ci sono grattacieli ad illuminarlo. Le porgo il suo drink e lei lo fa tintinnare col mio. Non mi rivolge nemmeno un piccolo sguardo, mi oltrepassa andando a sedersi sulla balaustra greca in pietra naturale bianca. Se avessi una fotocamera la immortalerei così, illuminata dal chiarore di luna, di spalle davanti a me e lo sguardo dritto davanti a se seduta su quella balaustra romantica. Mi accontenterò di una foto fatta con il telefono. Tolgo il flash e metto il silenzioso, non mi va che si accorga che la sto fotografando come uno stolker. Riguardo velocemente la foto sul display. La luna bianca in alto a destra in questo cielo nero che irradia questo enorme terrazzo tondeggiante dove lei sta seduta con le gambe a penzoloni a guardare il mare in lontananza. È una foto stupenda. Bevo un po' di alcol per darmi forza a non rimanere lì impalato ancora troppo a lungo, mentre la mia testa va in guerra contro il mio corpo e mi ritrovo a camminare verso di lei. < Hey > sussurro piano appoggiando una mano sulla sua schiena, lei trasalisce quando tocco la sua pelle ma non risponde. < Mi dispiace per prima, per quello stupido ok > lascio un po' di spazio tra le parole sperando che lei intervenga e io non debba scavalcare quel maledetto muro di timidezza da solo. Ma non lo fa. Mi schiarisco la voce dopo aver sorseggiato ancora un po' e prendo coraggio stringendo il bicchiere più che posso < Non avevo il broncio, o per lo meno non a causa tua. Quando il tizio di sotto ha detto che ho messo io il nome a questo stupido liquido tu hai tolto subito la mano dalla mia. Non volevo pensassi che.. > faccio fatica a pronunciare tutte queste parole ma lei è di spalle e non può vedere il mio viso arrossire <.. Che ti avrei portato da bere cercando di portarti a letto> quel mattone che avevo sul petto scivola via e io faccio un lungo respiro. Finalmente si volta verso di me < Non importa, tanto è quello ciò che cerchiamo tutti > il mio udito viene sezionato da quelle parole taglienti, e cerco di trovare un modo per farle credere il contrario senza dirle il mio segreto. < Ti sbagli > vorrei dirle tante cose, vorrei dirle che, non so nemmeno cosa vorrei dirle, ho lo stomaco pieno d'alcol e la mente completamente vuota. < Se davvero mi sbaglio, allora dimmi a cosa stavi pensando mentre intrecciavi istericamente il tuo elastico >. Porca puttana! Perché vuole sapere i miei pensieri? Io non sono capace a raccontarli e a tirarli fuori dallo scrigno della mia mente, fino ad oggi sono sempre stati miei e nessuno era interessato a scoprirli. < Non posso, ma ti assicuro che non è come pensi>. < Già.. Non posso, fidati di me, io sono diverso, bla bla bla, le solite parole > a volte è così snervante. <Perché sei così testarda? Ma soprattutto perché non riesco semplicemente a voltarmi e lasciarti lì con le tue convinzioni e tornare alla mia normalità? > Mi piacerebbe averle dette ad alta voce queste parole invece di farle girare semplicemente nella mia testa. Do un altro lungo lunghissimo sorso di quel pezzo di cielo azzurro e poso il bicchiere per terra prima di abbracciarle la vita da dietro e tirarla fino a farla scendere da quella balaustra immacolata. < Ma che fai? > la sua voce spezza il silenzio ormai spesso tra di noi. < Shh> la invito a non parlare prima di avvolgerla più forte fino a sentire la sua schiena contro di me nella penombra di questa notte per me fantastica. < Era questo il mio pensiero Beth, il mio desiderio.. E ora tu sei qui tra le mie braccia sotto milioni di stelle>. Il mio corpo sta fremendo e i pensieri viaggiano ad alta velocità senza che io possa elaborarne nemmeno uno, così li lascio scappare e mi abbandono con il viso immerso nei suoi capelli.
< Evan? >
< Si? >
< Dov'eri quando io ero migliore? >
la sua domanda esce con un filo di voce mentre stringe più forte le sue braccia intorno alle mie e il suo corpo si avvicina ancora di più a me. Rimango stordito dalla sua inaspettata dolcezza
< Lontano.. In un posto in cui io ero peggiore..> Si volta di scatto, ha il viso rigato dalle lacrime mentre i suoi occhi disperati cercano i miei e le sue labbra finalmente si scontrano con le mie. Il mondo ci gira intorno mentre le stelle in cerchio si rincorrono e le nostre labbra ancora si baciano accaldate più che mai. Nella mia bocca la sua lingua si fa spazio delicata svegliando la mia che l'accompagna in un tango appassionato.
Le poso le mani sulle guance arrossate dalle lacrime, mentre continuo a baciarla. Apro gli occhi in cerca dei suoi, per un attimo i nostri mondi si fondono, poi tutto svanisce in un battito di ciglia.
< È tardi Evan>, le sue parole prendono a calci e pugni quella bolla di momentanea felicità che si era creata attorno a noi, distruggendola in mille gocce. Che diavolo le prende? Non riesco a trovare una spiegazione al suo comportamento, mi ha baciato, è stata lei non io. Per quanto l'abbia desiderato ardentemente da quando l'ho sognata o forse inconsciamente dalla prima volta che l'ho vista, io non avrei mai fatto un passo avanti per poi indietreggiare pentito. Invece lei mi sta lasciando intendere di aver fatto un errore e io rimango come un idiota in cerca delle parole appropriate che so già non troverò.
< Mi dispiace > il suo sguardo fisso in un punto che ovviamente non sono io. La rabbia mi sta ribollendo dentro, e io non sono capace di tenerle testa perché non sono mai stato così tanto arrabbiato in vita mia, nemmeno quando quel gruppetto di idioti si prendeva gioco di me. <Già.. Mi dispiace, è stato un errore, non so che mi è preso, bla bla bla, le solite parole> ripeto l'elenco di risposte nella stessa maniera in cui ha fatto prima lei. < Sai cosa Beth? Dispiace anche a me, perché forse al contrario di altri... > lascio quella frase in bilico, al diavolo le parole, al diavolo le stelle, al diavolo tutto, al diavolo Beth. < Tu non capisci > mi urla lei mentre io mi dirigo verso le scale per andarmene, < Non mi puoi giudicare perché non sai niente di me >la sua voce è un grido nel silenzio. < Io non ti sto giudicando come non l'ho fatto quando quel Dan ha.. Lascia perdere > Non so se continuare ad allontanarmi da lei e ritornare alla mia tranquilla vita, piatta ma tranquilla, noiosa ma tranquilla, monotona ma tranquilla, tranquilla ma pur sempre inutile e vuota vita oppure restare e aspettare la prossima tempesta.
< Ci conosciamo da oggi ma litighiamo già da ieri > fa male persino a dirle certe parole. Ho l'aria abbattuta,non so che cosa la mia testa abbia immaginato dopo solo un bacio ma di sicuro per me è stato qualcosa di importante < Non credo ci sia da capire altro > alzo e abbasso le braccia in segno di sconfitta. < Non so se ne sarò capace un'altra volta > balbetta tra un singhiozzo e l'altro, < ho paura >.
Vorrei che quelle parole rimbalzassero via da me invece il mio corpo le assorbe e di colpo capisco che non posso semplicemente andarmene e lasciarla in lacrime. Non so cosa dirle, sono scosso da come si è evoluta questa serata. L'effetto dell'alcol sta ormai abbandonando il mio corpo e sento il bisogno di andare a dormire e ripensare a questa serata a mente fresca. < Non te ne andare > la voce supplichevole e i suoi occhi tristi mi rendono più debole del solito.
< Ok, ma è tardi e abbiamo bevuto abbastanza, ne riparleremo quando saremo lucidi, ora ti prego andiamo via da qui > Beth si passa i pugni sugli occhi per asciugare le lacrime e annuisce venendo verso di me. < Credo che Maggie mi stia aspettando giù > scendiamo le scale e ripercorriamo il corridoio di prima mentre lei prende il telefono dalla borsetta < Merda ho la batteria a terra. Devo trovarla.