13-Corte Criminale

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< Merda! Cazzo! Brucia! > il caffè scivola sul mio petto nudo. Meno male che non avevo ancora indossato la camicia, mi sarei dovuto presentare con una t-shirt. Tra un'ora devo incontrare mio padre, e Claire dovrebbe essere già qui.
Prendo il telefono un po' troppo nervosamente e la chiamo.
Accidenti non risponde! E se si è riaddormentata? Non posso rischiare di tardare, dovrò andare senza di lei. Provo ancora a chiamarla ma poi dovrò correre, il tribunale è lontano.
Squilla, due tre volte e finalmente al quarto squillo < S..>
< Cazzo!! Claire!! Se cerchi di farmi fare tardi sappi che mio padre non ti farà entrare, odia i ritardatari!> strillo senza nemmeno darle il tempo di parlare.
< Rilassati, ti stavo giusto dicendo che sono sotto casa tua, avevo la radio accesa e il tel dentro la borsa, scendi.> Sto già scendendo le scale a due a due o a tre a tre non lo capisco, so solo che non posso arrivare tardi, la giornata con mio padre sarebbe pessima, mi rivolgerebbe a stento la parola. Mi fiondo in macchina come un fulmine e con il fiatone.
<Ciao scusa ma non conosci mio padre> dico sbattendo un po' troppo forte la portiera. < Cioè è la persona più cortese del mondo ma non accetta ritardi>. <Ok ok, faremo la strada più breve, tranquillo saremo lì prima del dovuto> le accenno un sorriso cercando di nascondere l'ansia che mi torce lo stomaco. Non le ho nemmeno detto che entrerà da sola, perché mio padre è riuscito ad avere un solo posto e io lo cederó a lei.
La strada è ancora abbastanza scorrevole,
< Non c'è traffico stai tranquillo saremo lì in meno di mezz'ora> mi rassicura Claire che continua a emanare tutta la sua eccitazione e io rimango in silenzio ad ascoltare lo stomaco brontolare.
< Lo spero! > borbotto a bassa voce per non farmi sentire.
< Come sta Sam? > chiedo per distrarmi un po', < Ma direi bene, l'altra sera è andato a casa di Asher a studiare poi è rimasto lì a giocare alla Playstation perché lui era da solo e si annoiava> < Che c'è non ti piace Asher? > chiedo io guardando la sua aria preoccupata. < No non è quello, è che l'ho chiamato parecchie volte e non ha mai risposto, mi ha mandato un messaggio vocale il giorno dopo dicendomi che si era addormentato presto, solo che, non so qualcosa nella sua voce mi ha resa paranoica.> < Ma dai Claire! Lui pende dalle tue labbra, Sam non farebbe mai niente che possa metterti a disagio o addirittura mettere in discussione il suo amore.> <Dici?> chiede lei speranzosa. < Si, ne sono sicuro. > ovviamente non ne sono sicuro ma lei ha bisogno di sentirsi dire questo adesso, e comunque credo davvero che lui la ami perdutamente. Mi sorride, < Grazie, tu dici sempre le parole giuste, sei davvero un amico e ti voglio bene.> mi da una pacca sulla coscia e io deglutisco arrossendo. < Si, be sono contento> balbetto a disagio, e lei ride <Sei tutto rosso>. Mi giro e comincio a guardare fuori dal finestrino aspettando che le mie guance riprendano il pallore naturale.
Claire prende tutte stradine secondarie che io nemmeno conosco, ma lei d'altronde è nata qui e conosce molto meglio di me questa grande città.
<Siamo quasi arrivati> dice lei rilassata, ma in realtà abbiamo al massimo un quarto d'ora per trovare parcheggio, e spero davvero che sia abbastanza. Finalmente riconosco la grande piazza e la struttura tutta in pietra bianca. Le bandiere americane salutano il cielo ai lati del tetto del New York State Supreme Court, Civil Branch. Le alte colonne sorreggono fiere in alto la grande scritta - THE•TRUE•ADMINISTRATION•OF•JUSTICE•IS•THE•FIRMEST•PILLAR•OF•GOOD•GOVERNMENT- 
< Peccato non sia questo il nostro posto perché c'era parcheggio proprio davanti > dico io quasi rassegnato ad arrivare in ritardo <Rilassati! Mi metti in agitazione, vorrai mica farmi bocciare ora, ci mancano un paio di isolati e siamo in orario. Ma se bocciamo... > Lascia la frase da intendere. < Per carità, arriviamo a destinazione, così il mio stomaco potrà stare in silenzio per le prossime due ore>
Finalmente arriviamo davanti a questa struttura gigantesca composta da quattro torri davanti e una più alta al centro di esse dietro. La studio un attimo per capire che è in stile Art Deco e la sua struttura è fatta d'acciaio e granito, la facciata in pietra calcarea. La torre centrale che padroneggia sulle altre ha le sembianze di una ziggurat. Si estende in altezza su diciassette piani. Inutile dire che non diventerò mai un grande avvocato come mio padre, perché io voglio diventare un grande architetto e chissà che un giorno non riesca a creare il più alto grattacielo del mondo. Un velo di tristezza nei miei occhi al pensiero di aver dovuto lasciare l'università. Chissà se con il lavoro di Robert riuscirò a studiare lo stesso e prepararmi per gli esami. Se non dovessi farcela gli chiederò piuttosto di prendermi come stagista sottopagato, è l'unica possibilità che ho.
< C'è parcheggio proprio lì!> urlo mentre mi butto fuori dall'auto per andarlo a tenere. Claire sta facendo mille manovre per cercare di arrivare dall'altra parte della carreggiata e penso che se non mi fossi messo in mezzo al parcheggio a quest'ora ce l'avrebbero già occupato. Claire decide di fare il giro dell'isolato, < Quanto è imbranata alla guida! > borbotto. Finalmente arriva e con meno difficoltà del previsto parcheggia. Guardo l'ora sul polso quasi come se ormai fosse diventato un tic. Sono le otto meno un quarto, arriveremo davanti l'aula al pelo. <Ce l'abbiamo fatta, visto?> Mi dice Claire euforica < Canteremo vittoria quando incontreremo mio padre e il suo buonumore. >
Camminiamo frettolosamente verso l'ingresso.
L'imponente ingresso è costituito da due enormi colonne di granito freestanding. In alto la scritta -CRIMINAL COURTS BUILDING- e sopra le porte d'entrata -SOUTH ENTRANCE HALL- Appena varcata la soglia ci ritroviamo in  un atrio enorme tutto in marmo rosa comprese le colonne. Ci dirigiamo verso la guardia e chiediamo informazioni per trovare l'aula seicentocinquantacinque. < Siete nell'ala Sud ragazzi, le aule dal seicento in poi le trovate all'ala Ovest. Dovete uscire e voltare a sinistra è la prossima entrata.>. < Merda! Claire lo sapevo che saremmo arrivati tardi!> la prendo per la mano e comincio a correre trascinandola. Arriviamo alla scritta -WEST ENTRANCE HALL- . Comincio a chiedermi se sia l'entrata giusta visto che la mattinata sembra andare storta dal mio risveglio. Per prima cosa mi sono rovesciati il caffè bollente addosso mentre ero a petto nudo, poi ho macchiato il polsino della camicia con il dentifricio che avevo lasciato aperto sul lavandino, il ritardo di Claire, l'entrata sbagliata, adesso spero di non aver sbagliato il giorno almeno. Chiedo alla guardia come raggiungere l'aula e ci manda all'ascensore W10, dodicesimo piano. Tamburello il piede mentre saliamo, controllo l'ora e mancano due minuti alle otto e noi siamo al sesto piano. Sono consapevole di essere in ritardo e a questo punto spero che mio padre sia già dentro con il suo cliente e non possa incrociare il mio sguardo sconfitto ora. Le porte dell'ascensore si aprono. La grande porta in legno scuro di fronte a noi con scritto sopra in ottone 655 si sta per chiudere. < Claire corri! Farai vedere il tuo documento alla guardia e digli che sei stata invitata dall'Avvocato John Peters!! Corri!> mentre lei comincia a correre si volta urlandomi < E tu non entri?> < C'era solo un posto, corri!>
La porta automatica si chiude alle sue spalle e io finalmente espiro l'ultimo respiro affannato e mi siedo sulla panca per riprendermi da questa mattinata stressante cominciata solo un'ora fa.

" Amici lettori cosa pensate accadrà nel prossimo capitolo?"

"QUESTA STORIA E' FRUTTO DELLA MIA IMMAGINAZIONE, VI PREGO DI LASCIARE UN PARERE NEI COMMENTI, UNA STELLA SE VI PIACE E PERCHE' NO ANCHE DEI CONSIGLI" ;-)

I'LL NEVER LOVE  -Evan Peters-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora