11-Io sono Beth

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È mezzogiorno e io mi sveglio con il sole in viso, <Buongiorno a me> dico ad alta voce. Prevedo un'ottima giornata oggi, era un po' che non mi svegliavo con questo umore. Bene comincerò da un ottimo caffè. Prendo la mia tazza di caffè e mi siedo sulla panca di fronte alla vetrata della mia camera da letto, credo che oggi andrò a fare una corsetta sotto il sole. Prendo il telefono e controllo chiamate e messaggi. Nessun nuovo messaggio, ma ho due chiamate perse dell'avvocato. Lo richiamo. <Pronto?> < Buongiorno Darren> < Buongiorno a lei signorina Howard, l'ho chiamata per dirle che la sentenza era stata fissata per la fine del mese prossimo, siccome lei mi aveva fatto pressione, sono riuscito ad anticiparla a Mercoledì mattina> dopo aver sentito quelle parole, mi ritrovo in lacrime. < Non sa quanto le sono grata per tutto ciò che ha fatto. A proposito, lei pensa che.. > non riesco a finire la domanda, il groppo in gola si fa più grande e pesante. < No, non penso che ci saranno sconti per la sua pena se è quello che cercavi di chiedermi. Con i precedenti penali che si ritrova sono sicuro che tu potrai vivere una vita felice senza più doverti guardare le spalle e vivere nel terrore del tuo passato.> Mi asciugo le lacrime e guardo la mia città, pensando a quando potrò finalmente andare via da questo posto inquietante e sentirmi al sicuro ovunque, vivere una vita normale, senza dover uscire di casa ogni volta che farà buio. < Grazie davvero > < Su col morale signorina Howard tra poco potrà ricominciare a vivere una vita dignitosa. Mi raccomando, ci vediamo davanti l'aula alle 7.00, il giudice comincerà alle 8, sia puntuale.> < Oh lo sarò, ci può scommettere, Buona Giornata Darren. >
Ho proprio bisogno di correre!
Central Park è davanti ai miei occhi. Sento l'ossigeno che sprigionano le piante riempire ogni parte del mio corpo, il sangue mi fluisce veloce dentro, come tutti i pensieri che corrono accanto a me. Vedo le foglie muoversi al mio passaggio come se volessero parlarmi, il suono del loro fruscío è melodico. Ho il fiatone, il cuore martella ripetutamente e violentemente dentro il mio petto. Sto correndo troppo veloce, sto scappando, la testa ha riportato a galla il ricordo di quella sera. Le sue labbra e il suo sorriso, il suo sguardo cattivo il suo alito sul mio collo poi le sue parole violente sussurrate all'orecchio, e per finire lei, la lama che mi ha trafitta. Mi fermo di colpo e mi appoggio sul tronco di un albero, le lacrime scorrono a fiumi sul mio viso. Perché.. Mi domando da così tanto tempo, perché a me? Ero una ragazza come tante, tranquilla, senza troppe pretese, un carattere buono, forse ero fragile, e la mia fragilità mi ha resa una preda facile. Fatto sta che ora sono diventata egoista, non mi interessa la felicità di nessuno tranne che la mia. Tutto quello che faccio è per dare piacere al mio ego, per sentirmi un gradino sopra gli altri. C'è l'eccezione di Maggie, ma sono sicura che se lei dovesse anche solo per sbaglio intralciare il mio cammino sarei pronta a distruggerla.
Mi siedo sull'erba cercando di accarezzarla anche se ho i pugni stretti, cercando di rilassarmi e riprendere fiato.
Appoggio la testa al tronco e guardo i raggi infiltrarsi tra le foglie. Chiudo gli occhi e respiro, respiro a fondo e provo a scacciare la rabbia che mi ha pervasa. Sento il mio cuore decelerare, il mio respiro è più controllato le mani non sono più serrate a pugni. Riapro gli occhi e cerco di capire se sono di nuovo padrona del mio corpo.
Resto seduta per un po' senza guardami veramente in torno, ma ad un tratto qualcosa o meglio qualcuno attira la mia attenzione. Dall'altra parte del sentiero c'è un laghetto, e lì seduto sul ponticello con i piedi a penzoloni c'è un ragazzo che dà da mangiare alle anatre.
Mi sembra il ragazzo del Plaza.. Evan .. Che tipo strano, a chi verrebbe in mente di dare da mangiare alle anatre? Forse potrebbe risollevarmi il morale, mi alzo e vado verso di lui. < Hey ciao sfigato! > lui si gira di scatto e con aria sconcertata rimane a fissarmi, lo sguardo innocente e la delusione negli occhi. Riabbassa lo sguardo verso le anatre e mi lascia lì impietrita e fuori posto. Forse è la prima volta che qualcuno riesce a ferirmi, e lo fa senza il minimo sforzo, solo ignorandomi. Rimango spiazzata senza nulla da dire, vorrei urlargli tutta la mia rabbia, ma non ci riesco, qualcosa in lui mi costringe a deporre le armi. Mi sento così stupida ora. Mi abbasso a sedermi con i piedi a penzoloni accanto a lui senza riuscire a dire una parola. Mi sento in colpa per averlo offeso. Io in colpa?? Ma da quando in qua?
Scuoto la testa e ritorno alla realtà per scacciare il pensiero di quell'amaro incontro. Pessima previsione, dico tra me.
Senza rendermene conto mi trovo a camminare verso di lui. I suoi capelli sono più corti dell'altro giorno, la sua pelle è chiara sotto i raggi del sole. Indossa una felpa blu con il cappuccio e un paio di jeans chiari. Emetto un sospiro di stupore quando riprovo quella fitta nello stomaco nel rivederlo. Sorride mentre un cigno sotto di lui attende speranzoso. In silenzio mi siedo affianco a lui. < Posso dargliene un po' anch'io?> chiedo porgendo una mano e senza capire cosa io stia facendo. Il mio corpo non è controllato dalla mia mente, ma io mi sento serena. Lui mi riempie la mano con delle briciole senza neanche rivolgermi lo sguardo, sembra molto in imbarazzo. Mi ha riempito la mano di semplicità eppure quel gesto mi fa provare un'enorme ricchezza. Chissà se si è accorto che sono io, la ragazza arrogante che si era offerta di accompagnarlo in bagno l'altra sera al Plaza. Rispetto il suo silenzio e cerco di non invadere troppo il suo spazio. Lancio le briciole sotto di me e un sorriso mi si espande sul volto. Mi sento in preda alle emozioni, può essere che aver dato da mangiare a un cigno mi possa rendere così vulnerabile? Può essere che sia questo ragazzo silenzioso e timido diverso da tutti gli altri?
Gli porgo la mia mano in segno di amicizia < Beth!! > i suoi occhi neri coprono persino la luce del sole, il mio cuore perde un battito. < Io sono Beth! > riesco a ripetere con un filo di voce. Ma che mi sta succedendo?? Non sono mai stata così, i suoi occhi mi hanno atterrita, mi sento come un'aquila con l'ala rotta. Un'anima potente, improvvisamente, del tutto impotente.

"QUESTA STORIA E' FRUTTO DELLA MIA IMMAGINAZIONE, VI PREGO DI LASCIARE UN PARERE NEI COMMENTI, UNA STELLA SE VI PIACE E PERCHE' NO ANCHE DEI CONSIGLI" ;-)

I'LL NEVER LOVE  -Evan Peters-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora