15-Da Anthony

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La porta dell'aula finalmente si apre. Claire cammina verso di me con il viso triste. < Hey che succede? > < Niente, il cliente di tuo padre è stato condannato> dice abbattuta. < Oh, succede molto più spesso di quanto tu possa immaginare, ma grazie a mio padre lui potrà uscire su cauzione, così mi ha accennato ieri sera al telefono> le dico io sorridendo, ma un po' perplesso.
< Be se non ti dispiace così tanto allora sappi che sono contenta che abbia vinto la causa quella bellissima ragazza> < Tranquilla>< Potremmo aspettarla, vorrei fartela vedere, è davvero bella, credimi, e poi vorrei congratularmi con lei>, <Aspettare chi?> chiedo facendo finta di non aver capito di chi parla < La ragazza, Evan>,< Non credo sia un'ottima idea, aspettiamo mio padre e andiamo a mangiare, ho una fame> mi massaggio la pancia che brontola per ingigantire la sensazione di fame che in realtà non ho. <Aspettiamo che esca mio padre e poi andiamo>. Lei fa spallucce e non ribatte.

Ci sediamo al tavolo del mio ristorante italiano preferito 'Da Anthony' per mangiare un buon piatto di spaghetti, fortunatamente mio padre non è si infuriato perché ho ceduto il posto a Claire. < Sarei voluto stare di più oggi, ma mi hanno chiamato dall'ufficio e devo rientrare presto, quindi finito il pranzo ripartiró> < Non preoccuparti papà e grazie per non esserti arrabbiato con me, ma Claire ci teneva tanto e io ho assistito a parecchie sentenze>.
< Be questa era davvero una storia raccapricciante, quella ragazza è viva per miracolo. Purtroppo col mio lavoro non sempre difendi i buoni, e questa volta io ho difeso il cattivo. Speriamo che Annabeth ritrovi la serenità.> < Annabeth?>   < Si la bellissima ragazza> mi dice Claire sospirando un po' d'invidia < Ah già > rispondo cercando di immaginarla . < Grazie ancora per avermi permesso di assistere oggi, Signor Peters> < Ringrazia Evan, è lui che ti ha ceduto il posto, ma per piacere chiamami John mi fai sentire vecchio.> si acciglia, e lei sorride annuendo.
Peccato che il pianista suoni solo durante la cena, sarebbe stato molto bello condividere il pasto con mio padre tra le note delle sue canzoni.
<Gli spaghetti erano buonissimi> dice Claire sempre rivolta a mio padre < Già, la cucina italiana è la migliore> le risponde lui raccontandole di quando è stato a Roma.
Il tempo è scaduto e mio padre ci liquida pagando il conto e venendoci a salutare al tavolo mentre noi rimaniamo ancora per il caffè  quando lui va via.

<Stasera c'è una festa organizzata dall'università, andiamo?> mi chiede Claire < Io e te? > < Be si, Sam non c'è! Sta da Asher a studiare sai tra due settimane avrà l'esame> < Non so se è una buona idea> < Oh dai Evan, quando smetterai di fare il nonno in pensione? E pensa che quando comincerai a lavorare sembrerai ancora più vecchio > sbuffa lanciando uno sguardo al soffitto. < Ok va bene, ma non farmi pentire di averti detto di sì. Ora sono due i favori che mi devi > le faccio l'occhiolino.
Mentre scendo dalla sua auto mi ricorda l'appuntamento < Vengo a prenderti alle 23, metti una camicia o non ti faranno entrare > < Si capo> e chiudo la porta.

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I'LL NEVER LOVE  -Evan Peters-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora