capitolo 20

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Ruth si alzò presto solo per correre sotto l'albero e urlare che c'erano i regali. Cameron la raggiunse dopo pochi minuti con gli occhi ancora appannati dal sonno.

Ethel e Maurice erano ancora più scossi, poiché avevano passato la serata precedente a bere vino, e si erano leggermente ubriacati.

Ruth scoprì un fantastico libro fantasy e una cover per il cellulare, Cameron delle nuove protezioni per il football e i suoi genitori alcuni libri sulla psicologia.

Fecero colazione tutti insieme, poi Cameron e Ruth si ributtarono a letto, alzandosi le coperte fin sopra la testa.


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Il giorno di Natale era tradizione vedersi tutti a casa di nonna Bigghins, per riprendersi dalla cena precedente e mangiare un pranzo leggero.

Dicevano sempre così "un pranzo leggero", ma alla fine erano quattro portate grondanti olio. Ruth indossò una vecchia gonna corta trovata nell'armadio e un maglione.

Erano in macchina quando Zayn la chiamò, e dovette rifiutare la chiamata.

Lo richiamò appena ebbe salutato tutti i parenti; si chiuse in una camera al piano superiore e aspettò che il ragazzo rispondesse.

«Ho fatto una figura di merda ieri sera» rispose immediatamente il ragazzo

«Non dire nulla. Lo so, sono stato scurrile e inappropriato. Quando mi hai detto di quel vestito sono impazzito, poi ho bevuto. Mi dispiace. E quella cosa delle tue labbra sul mio cazzo, non la penso davvero. Cioè sì, la penso ma non volevo dirtelo in quel brutto modo. Non te lo meriti, scusa» Ruth scoppiò a ridere.

«Zay, non importa, non mi sono mica offesa»

«Grazie al cielo. Non avevi risposto, poi prima hai attaccato... ho pensato che ti avesse dato fastidio. Mi vergogno così tanto»

«Prima ero in macchina e non volevo che tutta la mia famiglia sentisse la nostra conversazione, scusa»

«Dove sei andata?»

«A casa di mia nonna, non è molto lontana dal centro»

«Okay, allora oggi pomeriggio ci vediamo e festeggiamo il nostro Natale»

«Va bene, credo di riuscire a convincere i miei a farmi uscire...»

«Perfetto; dammi l'indirizzo e ti passo a prendere alle 6»

Quel pomeriggio volò, si fecero le sei in un batter d'occhio, e Ruth fu costretta a dire a sua madre che voleva vedere Rose. Aspettò qualche minuto all'incrocio prima di vedere la macchina blu del moro.

«Ehi» disse, lasciandogli un bacio sulla guancia e sedendosi accanto a lui.

«Mi dici che indossi un vestito molto corto e mi saluti con un bacio sulla guancia? Mi sento offeso» Ruth ridacchiò e gli posò una mano sulla guancia prima di unire le loro labbra.

Un gemito roco uscì dalle labbra del moro, che fece scivolare immediatamente le mani lungo i suoi fianchi «Ora va bene»

Si staccarono entrambi con il sorriso sulle labbra e il moro accese il motore. «Dove andiamo?» Ruth si sistemò meglio sul sedile.

«Casa mia è vuota, ma se ti va possiamo fare un giro in centro» Ruth arrossì. Non aveva intenzione di fare nulla finché Zayn e Rose fossero stati ancora insieme.

«Zayn, volevo parlarti prima di una cosa» il moro spense di nuovo il motore e si girò verso di lei. «Dimmi, piccola»

«Tu mi piaci» si cavò le parole dalla bocca con una forza assurda e notò il sorriso compiaciuto sulle labbra del ragazzo «E come già sai sono...» gli fece qualche segno per fargli capire «Vergine?» chiese il moro.

Fragments of words / ZaynDove le storie prendono vita. Scoprilo ora