Ruth adorava camminare, era un modo così semplice per trovarsi da sola con i suoi pensieri; poteva riflettere, e magari, già che c'era, smaltire il pranzo. Non era una di quelle donne che camminavano esclusivamente per tenersi in forma, ne una fissata per lo sport, ma una normalissima ragazza che aveva bisogno del contatto con l'aria fredda invernale per sentirsi meglio con se stessa.
La strada che stava percorrendo si chiamava Rosemont Road, ed era una delle strade più carine presenti nella città di Acton, quella in cui era nata e vissuta.In quel momento, mentre i suoi occhi scorrevano sul paesaggio, il suo cervello analizzava ciò che era successo qualche istante prima, quando la sua amica Rose le aveva telefonato invitandola a raggiungerla a casa sua.
Rose era una bellissima ragazza dalla forte presenza e personalità, e spesso dimenticava che gli altri pensavano ad altro oltre lei stessa e la sua fantastica vita.
Ruth le era legata sin dai tempi dell'asilo; non sapeva spiegarsi il perché, erano spesso in conflitto e non la pensava mai come lei, ma forse il fatto che continuasse a esserle vicina nonostante fosse passato tutto quel tempo la rassicurava.
Rose si era da poco legata a un ragazzo, un certo Zack (non era neanche sicura che fosse il suo nome), un "tipo" - definito così dalla stessa Rose - che aveva colpito la sua amica come pochi avevano fatto. Il suo cervello si soffermò - stranamente - proprio lì.
Argomento strambo a cui pensare, ma l'idea che Rose fosse così presa da questo ragazzo in così poco tempo le metteva agitazione. Non era mai stata molto brava a trovare ragazzi che non fossero casi umani.Poi, da grande cinica, Ruth sapeva già come sarebbe andata a finire: Rose parlava già di "amore", ma in meno di un mese sarebbe diventato "quel bastardo che l'aveva illusa".
O forse stava solo esagerando.
Non un mese.
Una settimana.Dai su, non è così tragica la situazione.
Ma a lei cosa importava? Lei odiava queste cose e odiava i maschietti con cui se la faceva Rose - non stava generalizzando, erano davvero uno peggio dell'altro.
Abbandonò di colpo i suoi pensieri nel momento in cui un ragazzo le finì addosso «Oddio santo! Scusa» disse dispiaciuta «Tranquilla, anche io ero da un'altra parte» ridacchiò e la superò, rimettendosi la cuffietta nell'orecchio.
Finalmente la lunga via finì, svoltò sulla sinistra e continuò a camminare per qualche metro. Rose abitava proprio lì: zona residenziale caratterizzata da carinissime villette a schiera così ordinate che la facevano sentire apposto con se stessa.
Dopo aver bussato al campanello e aver atteso la signora Sokolov (la "governante" o donna tutto fare - fantastica donna di origini russe più dolce di una caramella) entrò in casa e si diresse verso la camera dell'amica.
Non ricordava precisamente quante volte avesse salito quelle scale, ma era sicura che ognuna di quelle, dalla prima all'ultima, le avesse fatto pensare a quanto fosse brutta quella moquette.«Rose?» bussò alla porta e ci appoggiò un orecchio contro, «Porca troia» sussultò quando la porta si aprì, facendole perdere l'equilibrio per qualche secondo.
Si portò una mano al petto e guardò stranita il ragazzo davanti a lei che aveva ancora la mano sulla maniglia della porta bianca.«Mi hai spaventata» gli lanciò un'ultima occhiata, con il cuore a mille.
«Saresti?» il ragazzo le rivolse uno sguardo che aveva tutta l'aria di essere un normalissimo sguardo per lui, ma per Ruth risultò molto intenso.Zack? Beh.
Fece qualche passo, superandolo «Sarei? Tu piuttosto chi saresti» lo osservò meglio. Ora si che capiva perché Rose parlava di amore. Si stupì a pensare Mi sono innamorata anch'io.
Il ragazzo non sembrò interessato a dare una
risposta, ma semplicemente la guardò. La guardò per quella che sembrò una vita, un'interminabile e fantastica vita. I suoi occhi scuri erano così accesi, la pelle abbronzata, le labbra gonfie, gli zigomi perfettament-
«Fantastico, vi siete già presentati?» Rose irruppe nella stanza e si strinse l'amica a se «Rosie» le sorrise Ruth «In realtà no» Rose spostò lo sguardo da uno all'altra «C'è bisogno della cerimonia? Ruth, Zayn. Zayn, Ruth».
Il ragazzo - che a quanto pare non si chiamava Zack - allungò una mano verso di lei. Ruth la strinse - sentendosi dannatamente piccola in confronto a quella bellissima mano - e distolse lo sguardo.«Era da un po' che volevo farvi conoscere-» Rose sembrava contenta di aver congiunto due pezzi "importanti" - per quanto un ragazzo conosciuto da due settimane potesse essere importante - della sua vita, o almeno sembrava che stesse pensando questo «- ma sai com'è, la vita è così piena, non c'è mai tempo»
Ruth prese posto imbarazzata su una sedia affiancata alla scrivania; tutto ciò le stava mettendo ansia. «Stasera andremo a un Gala organizzato da alcuni amici di mia madre» Rose iniziò a frugare nel suo armadio, Zayn invece sembrava stranamente ammutolito - non che avesse parlato molto.
«Wow» Ruth cercò di capire per quale motivo le sarebbe dovuto interessare, ma non le venne in mente nulla «Ok» finì.
Vide Zayn ridacchiare e Rose si girò sbuffando «Devi aiutarmi a scegliere cosa mettere» riprese a rovistare nell'armadio.Si mosse sulla sedia girevole, facendo pendere i piedi. Zayn la guardava, il che la metteva a disagio. Sperò di non essere arrossita, ma solo il pensiero la fece arrossire di più.
«Questo?-» Rose mostrò un vestito nero, corto, e ricoperto di pizzo sul petto «-O questo?» il secondo, bianco, sembrava decisamente più carino, e meno pretenzioso.
Ruth sperò che Zayn dicesse qualcosa, invano «Il secondo mi sembra molto... adatto» adatto? Che razza di definizione è? Rose la guardò, ferma «Oook, vada per il bianco» lasciò il vestito nero appeso alla maniglia dell'armadio e portò il bianco con se. Lasciò un bacio sulle labbra di Zayn e sparì dietro la porta «Mi preparo».Ruth realizzò che erano rimasti soli soltanto dopo qualche secondo, e si sentì ancora più a disagio - impossibile.
Aveva l'ansia, perché? Era solo un ragazzo. Niente di che.Avrebbe dovuto dire qualcosa? Fare qualcosa? O doveva andarsene? Ci pensò per quelli che sembrarono cinque interminabili minuti, e infine si decise ad alzarsi, ma quando lo fece, Zayn parlò «Io avrei scelto il nero» la fissava, Dio perché la fissava? Qualcuno avrebbe dovuto dirgli di essere maleducato.
«Potevi dirlo. Avrebbe ascoltato te» Zayn non rispose, ma continuò a fare quello che aveva fatto dal primo secondo in cui era entrata: fissarla «È fastidioso» disse Ruth, pentendosene nello stesso istante in cui lo diceva «Cosa?» il ragazzo rispose subito sta volta, curioso «Mi stai fissando, mi metti a disagio» Ruth fece qualche passo verso la porta «Sei bella, mi piace guardare le cose belle» non seppe dire se aveva spalancato gli occhi o era successo solo nel suo cervello.
«Beh dovresti migliorare la tua tecnica, risulti maleducato» Ruth incrociò le braccia al petto «Non sei il tipo di ragazza che dice grazie a un complimento, magari anche tu risulti maleducata» Zayn si alzò.
Ruth scosse la testa «Bene, io vado» dentro di se sperava che il ragazzo dicesse qualcosa, ma si limitò a sorridere. Molto strano.
Si sistemò il giubbotto addosso - che non si era neanche tolta - e lasciò la stanza.«Spero di rivederti» Zayn appoggiato allo stipite della porta le sorrideva. Ruth, che ormai era arrivata alle scale, arrossì.
Senza che il suo cervello ordinasse ciò «Anch'io» rispose, con il cuore a mille.
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Fragments of words / Zayn
FanfictionSpesso scelte sbagliate portano a conclusioni ancora più sbagliate. Best place #326 in fanfiction on 13/05/2016, Best place #145 in one direction on 01/06/2019 Storia e copertina by @fhruit