Help me

15 1 0
                                    

PROSPETTIVA BROOKE
Stavo provando a dipingere un vaso vuoto, credo fosse la quarta volta che provai a dipingere qualcosa nell'arco di un mese. Era passato da poco l'ora di pranzo, io mi ero appena messa all'opera, non sono mai stata in grado in vita mia di non ritrovarmi le mani sporche di colore. Ad un certo punto la porta si aprì, tutti noi pensavamo fosse l'infermiere assieme all'insegnante di disegno, invece con nostra grandissima sorpresa era Liam. Mi chiesi cosa ci stesse facendo lui qui dopo che gli avevo chiesto di non mettervi più piede. Provai ad ignorare la sua presenza, ignorai anche il suo alito sul collo per il resto del pomeriggio.
Prima di cena Liam, se ne andò via. Pensai di essermene liberata una volta per tutte, invece un paio d'ore lo trovai seduto fuori dalla mia porta con le spalle al muro che guardava la mia porta con una birra in mano.
-Dimmi che non hai bevuto e che non sei venuto qui con la tua auto. Perché giuro, che ti spaccherò quel bel faccino.-
Dissi passandomi una mano sulla fronte, passandomela successivamente tra i capelli.
-Non ho paura di te ragazzina.- Disse sicuro di sé
Provò ad alzarsi dal pavimento, ma scivolò a terra come un sacco di patate. Dovetti mordermi l'interno della guancia, ignorando l'istinto omicida che cresceva in me pur di aiutarlo ad entrare nella mia camera prima che avvertissero le autorità. Lo afferrai per la vita, sollevandogli un braccio prima di spingere sulle mie gambe come se stessi sollevando 100 kg di pesi in sala attrezzi. Continuai a sorreggerlo finchè non si sorresse sulle proprie da solo.
-Hai un buon profumo.-
Disse attaccando il suo naso e le sue labbra al mio collo.
I brividi che mi provocò con il suo respiro per poco non ci fecero cadere per terra, attirando l'attenzione di uno degli infermieri di turno. Lo feci entrare nella mia camera più velocemente possibile prima di inventarmi una scusa con l'infermiere.
Appena me ne liberai tornai da Liam e lo aiutai a stendersi sul letto.

-Che stai facendo? - Chiesi guardandolo ridere.

Gli tappai la bocca con la mano più vicina a lui, con l'altra invece lo invitai a stare zitto. Smise di ridere poco dopo avermi preso la mano tra la sua, dandole un casto bacio. Sussurrai il suo nome, lui non smise un attimo di guardarmi negli occhi finché le sue labbra si posarono nuovamente sulle mie. Non riuscivo a credere a ciò che stava succedendo in quel momento, non riuscivo nemmeno a capire che cosa stavo facendo. Lasciai che le sue mani, vagassero sopra quell'unico pezzo di stoffa che coprivano le mie ferite.
Lasciai che mi levasse tutti gli indumenti di dosso, feci lo stesso con lui lasciandogli qualche bacio umido sul petto. Lo sentii gemere dal piacere, lasciando che le nostri bacini si unissero in una danza lenta e desiderosa. Capovolse le posizione solamente dopo che lo liberai da quel misero pezzo di stoffa che lo infastidiva.
-Non c'è la faccio più, devo averti-
Disse prendendomi con forza.
Soffocai un gridolino di dolore, Liam continuò a baciarmi avidamente il collo. Le sue spinte erano sempre più decise e forti, cercai di concentrarmi su qualcos'altro, anche se non era affatto facile dato che mi stava facendo un male boia. Era come se si stesse sfogando con me, ma allo stesso tempo provava ad addolcire la pillola con carezze e baci.
Solo dopo aver avuto la conferma che Liam si fosse addormentato profondamente recuperai le mie cose ed andai a lavarmi di nascosto. Rientrando presi la sedia che era posata accanto all'armadio, spostandola accanto alla finestra dove mi misi ad ammirare le stelle consapevole dei miei problemi e consapevole che Liam voleva salvarmi da un baratro di cui nemmeno lui saprebbe come fare per salvarmi.
La mattina seguente Liam si risvegliò un pó confuso, con una scusa plausibile gli spiegai la situazione e lui come uno stolto se la bevve. Non volevo rovinargli la vita per una sciocchezza, il quale mi ricordò la persona che dovrebbe prendersi maggiormente cura di ogni suo paziente anziché sfruttarne a suo piacimento.
Tornai ad essere scontrosa con lui, lo cacciai via dalla stanza sbattendogli la porta in faccia. Sperando che lui non tornasse piú da me chiedendomi della notte di fuoco e dell'istituto. L'unico che sospettava a mio parere, per quella poca lucidità che mi rimase era sicuramente Zayn, fosse a conoscenza di questa cosa, già da molto tempo avvenire.
Per il resto della giornata eseguì gli ordini come una bambina obbediente. Aspettai la sera per tornare ad essere la vera me, quella che si ribellava a tutto e a tutti, la stronza sfacciata a cui avevano spezzato il cuore. Non ero così, anzi ero una ragazza tranquilla a posto come direbbero molte persone, poi un giorno qualcosa in me si ruppe e da li iniziarono le gare clandestine, sesso, droghe e alcol.
Attesi il calar del sole prima di sparire nel piccolo santuario poco lontano dall'istituto. Rimasi la per non so quanto tempo, la cosa strana e che nel tragitto di ritorno mi imbattei nel pakistano.
Quando mi vide, si parò davanti a me con aria di sfida.
-Che vuoi?- Ringhiai
-Sapere che hai fatto al mio amico.- Risi beffarda
-Io un bel niente, semmai lui a me. E' stato davvero difficile soddisfarlo.-
La sua faccia era schifata, cercò di interpretare le mie parole e a giudicare dalla sua faccia non ci riuscì.
-Questa notte Liam si presentò da me ubriaco, il resto lo puoi immaginare.-
Se prima la sua faccia era più schifata di prima e provate a immaginarla ora, non lo invidiavo affatto.
-Tu menti schizzata!- Urlò
-No, non mento!- Gli mostrai i succhiotti lasciati sul petto
Rimase in silenzio a guardarmi il petto, sentivo il suo sguardo bruciarmi la pelle. Impiegò un po' di tempo prima di parlarmi nuovamente
-S-sono causati da Liam tutti quei lividi?-
-No, lui non centra in tutto questo.- Confessai
Rimase in silenzio, poi afferrò il polso trascinandomi in infermeria dove mi butto letteralmente su uno dei lettini ordinando di togliermi gli indumenti, mentre lui chiudeva le tendine dietro di se per non farci scoprire tornò a guardarmi. Non riuscivo a muovere un muscolo senza aver paura che lui volesse farmi del male come me ne fece il Dottore o Liam da ubriaco. Provò ad avvicinarmi al lettino, la mia reazione fu improvvisa, mi allontanai da lui spaventata. Vedendo la mia reazione, rimase sorpreso e confuso allo stesso tempo.
-Non ti faccio niente, voglio solo vedere, non ti toccherò giuro.-
Provai a fidarmi, scesi dal lettino ed iniziai ad abbassare il pezzo sopra, lasciando scoperto solo il busto. Ero di spalle, mi vergognavo a mostrarmi nuda d'avanti a lui, poco dopo sentii ancora quella strana sensazione di poco fa, il suo tocco mi fece rabbrividire facendomi girare di scatto per guardarlo negli occhi e notai che non erano di color ambra erano diventati neri come la pece. Morsi il labbro inferiore nervosamente, abbassai lo sguardo per non incontrare i suoi occhi.
-Chi te li ha procurati?- Chiese piatto
-Io non so se ti c...-
-Chi cazzo te li ha procurati?!- Urlò lui interrompendomi
-Zayn per favore, non chiedermelo di nuovo- Lo supplicai
Sentivo le lacrime minacciarmi di uscire.
Fece una cosa imprevedibile, mi abbracciò accarezzandomi dolcemente i capelli sussurrandomi parole dolci e rassicuranti. Sprofondai nel suo petto, strinsi forte la sua maglietta come se fosse stata l'unica mia ancora di salvezza e pregai che mi portasse via da quel posto facendomi dimenticare tutte le cose brutte accadute. Poco dopo mi ricoprì, allacciandomi la cerniera della divisa e con delicatezza prese la mia mano e senza lasciarla andare mi accompagnò nella mai camera.
Prima che se ne andasse, gli raccontai velocemente quello che successe con Liam. Non volevo rovinare quel momento così magico, ma lo feci nella speranza che lui non sarebbe più tornato in questo posto.
Prima di andarsene, lui mi guardò attentamente negli occhi e se ne andò via senza mai dire una parola.

Don't wanna go homeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora