if you smile at life, life will smile at you

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PROSPETTIVA LOUIS

Rimasi tutta la notte sveglio seduto sul letto ad aspettare una chiamata da parte di Jessica. Dopo quella bruttissima discussione mi sentii male, per come la trattai.
La mattina avvenire ricevetti una chiamata di Ethel che mi fece spaventare, pensai al peggio quando mi chiamò. La mora mi rassicurò dicendomi che era con lei ma che era ammalata e sarebbe rimasta da lei per un po' finché non rimetteva un po'. La ringraziai per l'aggiornamento e provai ad andare a dormire un po'.

PROSPETTIVA LIAM

Sentivo i postumi della sbornia, ero nel letto di Zayn con lui seduto accanto a me che mi chiedeva come stessi.
-Ho i postumi. - Mugugnai
Il mio amico rise di gusto dandomi una pacca sulla spalla prima di andarsene chissà dove.
-Vado, vedi di non combinare altri guai. Ah! Quasi dimenticavo faro' tardi sta sera. - Aggiunse prima di chiudere la porta e sparire.

PROSPETTIVA ZAYN

Lasciai che Liam si riposasse dopo una notte passata al cesso.
Andai al negozio di fumetti, dove iniziai il turno lavorativo.
Uscì nel tardo pomeriggio dal lavoro, per colpa di un mio collega. Feci un salto al mc per un panino prima di andare all'Istituto a trovare la schizofrenica. Confesso che non mi dispiaceva starle accanto, anche se a volte l'avrei ammazzata volentieri, ma "non posso nemmeno negarle il piacere della mia compagnia".
Giunto a destinazione incominciai a cercarla. Non trovandola subito temevo che le fosse successo qualcosa così chiesi ad uno degli infermieri se l'avesse vista, per fortuna la ragazza era in aula disegno. La raggiunsi, dopo che mi avvicinai notai i diversi colori degli acquarelli sul suo viso e sulle sue mani. Trattenni a fatica una risata, lei sobbalzò guardandomi confusa.
-Zayn-
Mi faceva uno strano effetto sentire il mio nome pronunciato da lei, mi ricordava tanto la mia piccola principessa.
-Che ci fai qui? -
Chiese riportandomi alla realtà.
-Non so neppure io perché sono qui. - Sussurrai sorrindendogli dolcemente
Presi uno sgabello per mettermi accanto a lei,  gentilmente le chiesi che cosa disegnassero in quel momento finchè non le diedi qualche consiglio.
-Grazie per l'aiuto, Zayn-
Disse una volta finito il dipinto, ci guardammo negli occhi per un po', istintivamente le posai una mano sulla guancia e con il pollice cercai di toglierle il colore dal viso. Peggiorò solamente la situazione, le sporcai ulteriormente il viso. Senza pensaci su la baciai.
Stranamente lei ricambiò il bacio. Separammo solo le labbra per riprendere fiato, lei teneva chiusi gli occhi ed io posai la mia fronte contro la sua.
-Zayn- Sussuró lei
-Forse è meglio se ti vai a fare una doccia, io ti aspetto giù-
Brooke si staccò da me, sbatte più volte le lunghe ciglia come se si fosse appena risvegliata da un sogno. Infine uscì dalla stanza lasciandomi solo.
Rimasi ad aspettarla sulle scale che portavano alla dai dormitoi alla mensa. Poco più tardi sentii dei passi avvicinarsi, mi voltai a guardare chi fosse e la vidi venirmi incontro. Le sorrisi dolcemente, ricambiò il mio sorriso con il suo prima di tendere la sua mano su verso di me sussurando un:
-Vieni con me-
Infine alzanomi le afferrai la mano, lasciai che mi portasse dove voleva.

PROSPETTIVA BROOKE

Passarono un paio di giorni da quando dormii con Zayn nel mio letto, il giorno in cui venne a trovarmi.
Il terzo giorno però veni chiamata dal dottore probabilmente sentiva l'esigenza di soddisfare i suoi bisogni. Erano passati diversi mesi da quando sfruttava le pazienti più giovani rimaste qua dentro per soddisfare le sue esigenze. Non che io trovassi piacere in tutto ciò. Provai più volte a ribellarmi, ma senza successo e quando era insoddisfatto iniziava a spaccare le cose che capitavano a tiro lanciandomele contro o picchiandomi a sangue quasi. Purtroppo per me quella sera fù come tutte quelle volte che provai a ribellarmi, mi picchiava a sangue quasi. Continuai a ribellarmi a lui finchè non mi frustò con la cintura dei pantaloni e non appena era abbastanza soddisfatto se ne andò lasciandomi inerme in un angolo del pavimento del suo ufficio. Non potevamo denunciarlo noi pazienti, come potevamo aver questo potere noi "malati". Rimasi dov'ero finché un infermiere di colore sulla quarantina entrò nell'ufficio del dottore, mi trovò ancora stesa a terra, si assicurò che respirassi prima di portarmi in quella specie di infermeria. Quell'infermiere si prese cura di me, disinfettandomi i tagli e dandomi delle pomate per i lividi. Continuai a guardarlo incuriosita, lui notando la mia curiosità sorrise gentilmente.
-Come ti chiami? - Gli chiesi
-Mi chiamo Dume, signorina. -
-Brooke, sono solo Brooke. - Affermai sbuffando
Dume incominciò a sistemarmi le garze sulle braccia chiedendomi come fossi finita la dentro. Glie lo raccontai in breve, poi lui mi fece la tanto attesa domanda.
-Perché eri nell'ufficio del dottore? -
Chiusi gli occhi per non piangere, Dume non disse nulla prese solamente la mia mano tra le sue. Erano calde e forti, come quelle di mio padre.
-Quando sarai pronta per dirmelo io sarò qui per te. -
-Come ci sei finito a lavorare qui? - Cambiai discorso
-Ero un infermiere lavoravo in un ospedale a Liverpool, mia moglie era malata. Le promisi che mi sarei preso cura di lei finché morte non ci separò. Alla fine capì che c'erano altre persone malate come lei che avevano bisogno di aiuto e di amore ed eccomi qui. -
Racconto lui con un groppo in gola.
-Non lo sapevo mi dispiace... Sembri una brava persona Dume, perché stai qua dentro? Vattene finché sei in tempo. - Sussurrai
-Te l'ho detto voglio aiut...- Lo interruppi
-Il dottore sta impazzendo, se continua così non so che fine farà questo posto. -
-In te vedo la figlia che persi tantissimi anni fa.- Disse di punto in bianco
Rimasi un attimo di silenzio prima di scoppiare a piangere, tentando di soffocare i singhiozzi con la mano sulla bocca. Duma si sedette sul letto accanto a me abbracciandomi.
-Sorridi che la vita ti sorride.- Citò lui continuando poco dopo - Ora però riposati, perché potresti avere visite. -
Lo guardai confusa, lui rise aiutandomi a farmi capire a chi si riferisse.
-Tu parli di Zayn, lui è ... è.... non so nemmeno io cosa siamo in realtà. -
Dume rise facendo ridere anche me. Infine aggiunse che "eravamo una bella coppia e che dovevo lasciarmi andare con lui", poi lasciò la stanza lasciandomi sola a riposare.
Quella sera poco prima di andarsene Dume, passò a vedere come stessi. Qualche ora dopo comparve Zayn, era strano quella sera. Rideva come uno scemo, anche se amavo la sua risata non capivo che cosa gli fosse preso, finché non feci due più due ed ebbi la conferma dal suo alito che lui era ubriaco. Mi alzai con un pò di fatica, cercai di non farglielo capire. La testa continuava a girarmi, ma ignorai sia il dolore fisico che i giramenti di testa e gli andai incontro.
-Come... c-come m-mmmaaaiii seiii cossscííííí sbadata?! Che c'è ti faccio uno stranooo effettttoooo q-quando miii vediiii nooonnn è coscììì?!- Biascicó
-Sogna Malik- Risposi acida
-Come siamooo a-acide...!-
Sbuffai seccata, lo presi sotto braccio e con un pò di sforzo andammo barcollanti alle docce dove sperai che potesse arrangiarsi. Ahìme non fu così, anzi entrai anch'io con lui e lo aiutai a spogliarsi lasciando solo quel pezzo di stoffa nero a coprirgli i gioielli di famiglia.
Gli feci una bella doccia fredda, lui si lagnó un bel pò prima di risvegliarsi.
Intanto che li strofinavo i capelli lui si avvicinò pericolosamente a me posando le sue mai sui miei fianchi, provocandomi alcuni brividi di piacere che però mi procurarono altro dolore, per le ferite ancora fresche. Mi morsi il labbro abbassando lo sguardo, Zayn afferrò delicatamente il mio braccio portandomi sotto il getto dell'acqua, ritrovandomi completamente bagnata. Il getto d'acqua freddo mi procurò altro dolore per un pó di pelle d'oca. Non sapevo come fare o come dirglielo a Zayn, sapevo che quello non era il momento opportuno. Lasciai che il ragazzo davanti a me mi stringesse in un dolce abbraccio, prima di lasciarmi un bacio sul capo.
-Forse sarebbe meglio che io e te andassimo a letto che ne dici? Prima però dovremmo cambiarci ed asciugarci.- Constatai.
Rispose con un mugugno, capì subito che dovetti muovermi, lo asviigai e rivestii prima che crollasse a terra addormentato.
-Resisti finché non siamo nel letto- Ordinai avviandomi con sui sotto braccio
-uhm- Mugugno' lui
Riuscì a far tutto con un briciolo di sforzo immane dopo l'accaduto. Infine aspettai che lui si stendesse sul lettino accanto al mio prima di tornare mio in cui ero precedentemente prima di crollandoci sopra a peso morto ...

Don't wanna go homeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora