capitolo 13.

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Elena's pov
M.:"l'hai fatta la valigia?"
Io:"si" sbuffo irritata.
M.:"hai messo dentro la giacca?"
Io:"mmh" annuisco.
M.:"lo spazzolino l'hai messo in valigia?"
Io:"senti mamma, anche Manuela viene in gita. Vai a rompere pure a lei" alzo gli occhi al cielo irritata.
M.:"okayokay. Vado via" sorride comprensiva ed esce da quella che adesso è diventata la mia stanza, abbiamo liberato lo studio di mio padre e Manuela ora dorme lì.

Comunque, è finalmente arrivato il giorno della gita. Una settimana lontana da casa, certo sciare non è proprio la mia passione. Ma è sempre meglio di niente.

Esco di casa con il trolley sotto mano e Manuela al seguito.
Ci incamminiamo verso la macchina e nostra madre ci porta fino a scuola.
M.:"miraccomando, non fate cavolate da adolescenti"
Manu.:"si si, ciao ci vediamo la settimana prossima"

Giù.:"ciao bellezza" mi bacia a stampo sulle labbra.
Io:"'giorno, questo affetto?" gli sorrido.
Giù.:"mi sono svegliato così"
Io:"allora dovresti alzarti così tutte le mattine"
Mi ribacia.
Vale.:"non vorrei interrompervi ma tutta la scuola vi sta guardando" picchietta l'indice sulla mia spalla.

Ci allontaniamo quando arrivano i professori che ci avrebbero accompagnato in gita e l'intero corpo studentesco smette di guardarci.

X:"ciao Giulietto"cinguetta una ragazza alta e poco vestita per la stagione.
Giù.:"ciao" sorride gioioso.
Dal nulla lo abbraccia. Sento il sangue ribollire nelle vene, quella troia non deve permettersi di toccare il MIO Giulio. Stringo le mani in due pugni. Cerco di farli staccare dicendo:
Io:"guarda che il tuo autobus sta partendo"
X:"oh posso venire con voi, se non mi sbaglio c'è un posto vuoto" dice troppo felice per i mie gusti.
*ma guarda quale fortuna *
Io:"che gioia" sorrido falsamente.
Sento Giulio dire alla ragazza qualcosa come un invito a sedersi accanto a lui.

Manu.:"ci sediamo vicine? Vale si siede vicino a Gio" mi blocca per il polso mentre salgo sul mezzo.
Annuisco, almeno non starò da sola.

Mi accomodo sui primi sedili che trovo e seguo con lo sguardo Giulio che va a sedersi in fondo seguito da quella ragazza.
Abbasso la testa a guardarmi le scarpe.
Manu.:"lasciali stare" mi tira su il viso.
Io:"ci proverò" sospiro malinconica.
Manu.:"adesso sorridi che metto la foto su facebook" apre la fotocamera del telefono.

Ci scattiamo varie foto, alcune molto imbarazzanti.
Manu.:"posto questa" mi mostra lo schermo.
Io:"noo ti prego noo!" sputo l'acqua ridendo.
Manu.:" sei venuta benessimo"
Io:"si certo, ho la bocca aperta, uno occhio chiuso e sembro una mongoloide"
Manu.:"ops, troppo tardi"
Io:"me la pagherai"

Manu.:"so di essere comoda ma siamo arrivati" scuote il suo braccio su cui mi era appena addormentata.
Emetto un mugolio di disapprovazione.
Manu.:"dai cogliona esci" mi incalza.

Appena scendo dal bus, senza cadere per giunta, mi ritrovo davanti Giulio e la tipetta di prima che si stanno abbracciando di nuovo, che fastidio.
Sento le unghie premere fin sotto la pelle.

Ci raduniamo attorno l'entrata del "albergo", un edificio di modeste dimensioni, con la facciata molto rovinata.
Prof.:"allora adesso annunciamo i vostri compagni di stanza, premetto che le coppie sono state scelte casualmente" prende una cartellina che gli porge un altra insegnante.
Inizia con i vari nomi.
Prof.:"Cosmo e Sabatello"
Che cazzo? La sfiga ruota solo attorno a me?
Non ci sto con lui. Nemmeno morta.

Con difficoltà arrivo all'ascensore. Un po' perchè sono ancora addormentata e un po' perché ho la valigia da tirare.
Giù.:"vuoi che ti aiuti?"
Io:"no" sbotto acida.

Giù.:"bella la stanza" si butta di peso sul letto da una piazza *almeno non dormirete nello stesso letto* una cosa buona.
La stanza non era meglio dell'esterno. Era medio-grande ma aveva un bagno minuscolo per due persone e agl'angoli c'erano delle leggere traccie di muffa.
In compenso dal terrazzo si godeva di un'ottima vista sulle dolomiti innevate.

Inizio a disfare la valigia, sistemo i vestiti nel guardaroba e il beauty sul ripiano del lavandino in bagno.
Quando finisco noto che Giulio è caduto in un sonno profondo e messo in una posizione buffissima.
Sorrido a quella vista ma subito dopo scuoto il capo ricordando a me stessa di essere ancora arrabbiata con lui.

Accendo la TV, mi siedo sul bordo del letto e con le ginocchia al viso mi fisso sul American Horror Story.

D'un tratto delle mani si posano sui miei fianchi, da dietro. Sussulto a quel contatto. Poi mi rendo conto che è solamente Giulio sveglio.
Giù.:"giorno" mi bacia il collo. *decisa e cattiva ragazza*
Io:"pomeriggio" sputo aspra.
Giù.:"si può sapere che cazzo hai? È da prima di salire in pullman che sei così!"
Io:"ma saranno affari miei?"
Giù.:"ma che hai il ciclo che sei così acida?" agita le braccia in aria mentre urla.
Io:"non è colpa delle mie ovaie ma della ragazza che hai abbracciato prima" urlo a mia volta.
Giù.:"gelosa la ragazza?" sul suo volto appare un ghigno malizioso.
Io:"no" cerco di essere convincente.
Giù.:"io invece credo che sia proprio il contrario" sorride sardonico.
Io:"fottiti Sabatello" gli alzo il dito medio prima di uscire da quella maledetta stanza.

Corro il più possile lontano da lui sperando non mi segua *pff, è troppo coglione per seguirti* mmh.

Arrivo al terrazzo del ristorante. È vuoto visto l'orario, apparte qualche cameriere che apparecchia i tavoli per la sera ed altri che sparecchiano quelli del pranzo.
Prendo una sigaretta dal pacchetto.
Frugo in tutte le tasche in cerca di un accendino ma niente.
Mi maledico per non essermelo portata ma sono troppo orgogliosa per tornare in camera a cercarlo.

X:"serve aiuto?"
Io:"a meno che tu non abbia un accendino non servi a niente" dico con ancora la sigaretta tra le labbra.
X:"detto fatto"
Non mi sono neancora voltata a guardare il mio salvatore.
Sposto gli occhi dal passaggio per guardare quel gentile ragazzo.
Fanculo è...


Voglio Te Mica Un'altra. •LowLow•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora