Capitolo 10

1.4K 96 7
                                    

Un leggero pulsare mi preme sulla tempia, cerco di aprire gli occhi ma la luce del giorno è talmente forte da infastidirmi.

Mi siedo sul bordo del letto, gli occhi ancora chiusi e la testa pesante.

Piano piano mi vengono alla mente le immagini di eri sera, il locale, il ragazzo col dilatatore, i drink, la musica e...merda.
Gennaro ha dormito qui!

Una sorta di frenetico panico mi assale: devo sapere che ore sono, se dorme ancora, se se ne è già andato, se ciò che è successo avrà delle ripercussioni. Il caos mi è piombato addosso.

Vado in cucina e vedo che è vuota, credendo allora che sia ancora a letto entro nella stanza di Martina ma anche questa è vuota.

Non ci posso credere: se n'è andato?
La solita faccia tosta, questo è un gesto davvero maleducato.
Ti ospito a casa mia, ti do un letto su cui dormire e perfino delle labbra da baciare e come mi ripaghi? Te ne vai.
Il sangue mi va alla testa, non bastavano i postumi della sbronza, ci vuole anche l'irritazione per quella personcina dagli occhi blu.

Lo avevo pensato la prima volta che ci eravamo visti: quei meravigliosi occhi sono sprecati su un ragazzetto presuntuoso come lui.

"Che fastidio che mi dai!" dico inconsciamente mentre vago per la cucina.

Apro il frigo e senza preavviso un grido mi esce dalle labbra "Ti odio, giuro che ti odio"

Sento la porta d'ingresso chiudersi.

"Buongiorno anche a te Cami!"
Oddio, qualcuno mi dica che sto immaginando tutto, qualcuno mi dica che non ho appena sentito la voce di Genn invadere la casa.

"Ehm ciao Genn" dico arrossendo.

"Dato che mi vuoi molto bene, come hai appena tenuto a ricordarmi, sono andato a prendere la colazione al bar qui sotto perché non c'era niente in frigo".

"Ah grazie, allora potrei considerare di rimangiarmi qualche insulto" rispondo, con un sorriso beffardo, sto prendendo da lui.

"Non tutti?"
"No, sei sempre Genn Butch. Qualche insulto te lo meriti ogni tanto"
"Anche senza motivo quindi?"
"Un motivo c'è: ieri ti sei mangiato l'unica cosa che c'era nel frigo, il mio unico e vero amore, la torta al limone" dico con fare drammatico.


La sua risata risuona tra le pareti della cucina e devo ammettere che vedere quel sorriso di prima mattina mi rallegra.
Genn mi passa il cappuccino e una brioche, per poi addentare la sua con estrema avidità.

Mangiamo in silenzio, io mi sto concentrando sulla pulsazione alle tempie e vorrei davvero farmela passare, soprattutto in vista delle 4 ore di lavoro al bar.

"Oddio devo andare a lavorare!" mi sbatto una mano sulla fronte, peggiorando ancora di più i leggeri giramenti di testa.

Mi alzo e corro in camera per guardare l'ora sul telefono. Sono le 10.25, ho ancora un'ora e mezza prima di cominciare il turno.

Tiro un enorme sospiro di sollievo, "Mamma mia che spavento, per fortuna ho ancora tempo" dico rientrando in cucina e vedendo Occhi Blu sogghignare.
"Certo, ho tenuto d'occhio l'orario. Ti avrei svegliata se non ti fossi alzata al mio rientro" dice Genn
"Mi hai fatto prendere tutto questo spavento, pur sapendo che ero perfettamente in orario?"

"Sì e ti dirò anche che ne è valsa la pena, è stato così divertente" mi mostra un sorriso enorme, così falsamente dolce.

"Mio dio Genn, allora ribadisco quello che ti ho detto appena sei rientrato: Ti odio, giuro che ti odio" lo imito stampandomi in viso un enorme sorriso finto.

I suoi occhi mi guardano fissi, non saprei dire se ne trapela dolcezza o un velo di sarcasmo finché non alza un sopracciglio e con le fossette ben evidenti mi dice "Beh ieri notte non mi è parso"

Cristo, speravo davvero di potermi godere una colazione tranquilla, e invece eccomi qua a dover inventare qualcosa da dire su quel bacio.

Prima che riesca a formulare un pensiero di senso compiuto, mi sfugge un leggero sorriso e le guance mi si colorano vagamente di rosa.

Il mio sguardo rimane basso, puntato sul tavolo, finché, sempre con questo sorrisetto che non riesco a cacciare dalle labbra, riesco a pronunciare qualcosa "Ok, può darsi che per qualche breve momento non ti abbia disprezzato, me è stato uno svarione, dei momenti di distrazione dovuti ad alcuni fattori"

Non sono troppo convinta della mia risposta, a me sembra palesemente ovvio che io sia attratta da lui dal punto di vista fisico e a momenti alterni anche dal quello mentale.

"Ah quindi dici che in mancanza di alcuni fattori come l'alcol, ad esempio, non mi baceresti?" eccolo qui, il piccolo Genn fa fuoriuscire il suo grande animo narcisista.
"Sì, credo che potrei tranquillamente resistere e non baciarti"
"Così mi offendi!" esclama con un tono volutamente troppo acuto.
"Allora facciamo così, la prendo come una sfida" mi dice, e una scintilla luccica nel suo sguardo. 

Rifletto un attimo sulle parole che ha appena pronunciato, ma cosa gli salta in mente? 
Praticamente non mi ha più parlato ne si è interessato ad avere contatti con me dalla sera dell'alba fino a ieri notte. Ecco cosa fa fare il potere dell'ego.

"Cercherò di resistere allora" dico aggrottando le sopracciglia.

"Se perdi, sarai in debito con me. Facciamo che se riesco a vincere, potrei chiederti una cosa qualsiasi e tu non potrai tirarti indietro".

Se gli piace giocare, gli farò vedere che so stare al gioco.

"Affare fatto" dico porgendogli la mano. La stringe con fare serio, il patto è fatto.

Mi lavo velocemente e indosso un paio di jeans e una felpa.


Usciamo e saliamo in macchina; mentre l'accendo il telefono di Genn suona

"Pronto?...Ah ciao Alex...eh sì, sono andato via con Camilla ieri sera perché aveva bevuto troppo per guidare...stai andando a casa mia?...non sono lì, adesso arrivo" ripone il telefono nella tasca della giacca e accende la radio.

"Allora dove ti devo portare?" gli chiedo

"A casa mia, Alex sta arrivando lì"

"Ok, dammi tu le indicazioni"

Dopo 10 minuti in macchina, mi fa fermare davanti a una villetta candida con un bel giardino davanti.

Vedo appoggiato al muretto davanti alla casa Alex che ci guarda e spalanca leggermente gli occhi, per poi salutarmi sorridente con la mano.
"Grazie piccola, ci vediamo presto" mi dice occhi blu. E' quasi piacevole sentire pronunciare quel nomignolo dalla sua voce.

"Ciao Genn" sorrido e lo vedo avvicinarsi al mio viso, improvvisamente il tempo rallenta. E' come se i suoi movimenti fossero lenti e io avessi il tempo di incasinarmi la mente pensando a cosa devo fare, porgere le labbra o la guancia?

La sfida! Me ne stavo già dimenticando.

Muovo la testa verso sinistra e le sue labbra piene stampano un sonoro bacio sulla mia guancia.

Genn scende dalla macchina accompagnato dal leggero suono delle nostre risate e io vado al lavoro.











How deep is your love? // Genn ButchDove le storie prendono vita. Scoprilo ora