Capitolo 4

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Arrivati al parcheggio, mi fermo un attimo per spiegare a Luca e Giulia che sarei andata a vedere l'alba con altre persone, e li saluto.

"Appena torni a casa scrivimi, voglio sapere com'è andata" mi dice Luca, con tanto di occhiolino.

Cerco di ignorarlo e mi avvio verso i ragazzi che ho appena conosciuto.

Arrivo alla macchina di Alex, saliamo e ci partiamo.

"Dove andiamo a vedere l'alba?" chiedo

"Su una collina, non lontana. E' più o meno a venti minuti da qui" risponde Alex, tutto allegro.

Venti minuti da passare in macchina, seduta sui sedili posteriori, vicino a Genn.

Chiudo gli occhi, comincio a sentire la stanchezza.

Appoggio la testa contro il finestrino.

Subito risento quell'odore. Il profumo di occhi blu.
E' intenso.

E' inebriante.

Mi addormento, con quel profumo che mi avvolge.



Quando mi sveglio, siamo arrivati.

Qualcuno mi sta toccando il braccio, e quando  apro gli occhi  vedo Genn,

E' vicino. Ci guardiamo per un attimo.

"Ma buongiorno!" mi beffeggia.

Sorridiamo, insieme. Non ho la lucidità per rispondergli a tono.


Scendiamo dalla macchina e ci avviamo verso uno spiazzo.

Intorno ci sono altre colline, tutto ricoperto di verde.

E' ancora notte, ma il panorama è stupendo.


Ci sediamo sul prato, dove tira un po' di vento. Fa abbastanza freddo.

Ad un metro da noi ci sono Alex e la ragazza che ridono, si divertono.

"Manca una chitarra e potrei raggiungere la pace dei sensi" dice occhi blu.
Lo guardo, "Tu puoi raggiungere la pace dei sensi? Pensavo tu combattessi una guerra perenne, dentro te stesso".

Mi è sfuggito, forse non avrei dovuto dirlo in modo così diretto.
Ci conosciamo a mala pena, ma se bevo ho il terribile difetto di non riuscire a tenere chiusa la bocca.

Sposta il suo sguardo dall'orizzonte, su di me. 

Sembra colpito dalla mia affermazione, come se non se lo aspettasse, ma non posso biasimarlo dato che nemmeno io mi aspettavo di pronunciare quelle parole.

E' ancora buio, ma vedo limpidi i suoi occhi, come fosse l'unica cosa che riesco a mettere a fuoco.

"Così mi spaventi" mi dice, con un sorriso sghembo.

"L'ho detto sovrappensiero, forse non avrei dovuto, scus.." improvvisamente poggia la sua mano sul mio polso, le parole mi si fermano in gola.

"Quando sono con te c'è questa strana sintonia, come se tu potessi leggere tra le righe di quello che dico, come se potessi capire i miei pensieri. E questa possibilità mi spaventa" dice, guardandomi intensamente.

"A volte mi sembra di riuscire a seguire il filo che i tuoi pensieri seguono" sospiro

"Non capisco: perché?" mi chiede

"Perché nonostante le apparenze, credo che noi siamo simili" rispondo, di getto.

"Tu sei solare, estroversa. Non mi sembra di essere così. Anzi mi comporto in modo gelido verso chi mi sta vicino" dice, abbassando gli occhi.

"L'ho notato, ma queste sono le apparenze. Sotto sotto c'è un'anima, e la tua anima non si discosta troppo dalla mia" sospiro, guardando l'orizzonte ancora scuro.

Le parole mi escono senza che io rifletta, ho sempre pensato tanto riguardo all'essenza delle persone. Ognuno ha la sua ma, pur cercando, difficilmente ho trovato qualcuno di simile a me.

Che sia un bene? Non lo so, ci sono molti lati di me che non digerisco e che forse ritrovare in qualcun altro mi darebbe fastidio.

Ma in questo momento, in attesa del sorgere del sole, mi sento più leggera a parlarne con lui.

"Sono affascinanti questi ragionamenti. Ma da quello che mi stai dicendo, mi sembra di non conoscerti per niente" dice Genn "Cioè sì è vero che ci conosciamo da poco, ma è come se tutto quello che ho intuito su di te sia solo una parte di quello che sei"

"Credo sia così. L'unica certezza che posso offrirti è che per capirmi ci vuole impegno e tempo" dico abbassando gli occhi.

Quest'ultima frase mi sembra di averla pronunciata come fosse una proposta. Una richiesta d'aiuto. 


Non risponde.
Continua a guardare dritto davanti a sé.


Mi pento di essermi aperta così.

Eppure l'ho fatto in modo naturale, aprirmi con lui è stato istintivo.

L'ultima volta che l'ho fatto con un ragazzo non è andata a finire bene. Ne sono uscita a pezzi.


Troppa confusione spesso spaventa.


Ma io lo sento, sento che lui mi assomiglia. Sento che potrebbe darmi una mano, nella stessa misura in cui io potrei darla a lui.

Il silenzio continua.

Temo di sentire, di nuovo, da un momento all'altro un muro impalpabile calare tra me e lui.

Questa volta non succede, si avvicina e cingendomi con una mano su un fianco, mi attira a sé.

Rimaniamo così, seduti. La mia testa sulla sua spalla, i nostri occhi verso l'orizzonte, ad aspettare che sorga quella luce che scacci le tenebre.

Le risate degli altri due riecheggiano lontane, paiono distanti anni luce.





Ehi ragazze!

Questo capitolo è molto intimista, non so se vi piacerà.

Però mi sono sentita di cominciare a condividere con voi anche idee che spaziano dal solo argomento d'amore, per integrarlo con pensieri che ho elaborato e scritto per conto mio.

Fatemi sapere cosa ne pensate!

  🌙  ♥













How deep is your love? // Genn ButchDove le storie prendono vita. Scoprilo ora