Capitolo 16

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Derek consegna le chiavi del SUV a un parcheggiatore (che scuola raffinata!) e insieme entriamo nell'istituto. Veniamo accolti da un uomo alto, muscoloso e con i capelli ricci e brizzolati, dev'essere sulla quarantina ma, per l'età che ha, si mantiene in forma e si prende cura di sé.
"Derek, mio caro ragazzo, sono felice di accogliere te e la tua amica nel mio istituto per nephilim. Tu devi essere la famosa Amelie. Piacere, io sono il direttore Zakee."
"Zakee non è solo il direttore della High School Gabriel ma è anche il vostro professore di scherma."
"Scherma?" dico. Studiamo la scherma? Niente storia, matematica o altre materie noiose? Interessante.
"Esattamente. Tu sei nuova e non sai ancora niente riguardo il mondo dei nephilim e degli angeli. Se andate in segreteria vi consegneranno un libretto con gli orari e le materie che si studiano in questa scuola, inoltre, ricordatevi di chiedere le chiavi per le vostre camere. Ora scusatemi ma devo andare, è stato bello passare un po' di tempo con voi." Detto questo il direttore Zakee si allontana con passo svelto e io e Derek rimaniamo, di nuovo, da soli.
"Ora andiamo in segreteria e dopo ti faccio vedere la scuola."
"Conosci molto bene questo istituto e anche il direttore."
"Si, io e Zakee siamo vecchi amici e, in passato, ho soggiornato qui."
"Hai accompagnato un'altra ragazza che si trovava sotto la tua protezione qui?" Subito dopo aver detto quella frase mi mordo subito la lingua, mi sembra giusto avercela con lui per avermi mentito però, forse, non dovrei trattarlo così. Lui ha solo fatto una promessa a mio padre.
"No, e ora andiamo" mi dice con un tono distaccato. Ecco ora si è offeso, ottima mossa Amelie. Ci incamminiamo verso la segreteria e di colpo Derek mi ferma e mi guarda fisso negli occhi.
"Devi capire che per me tuo padre è come un fratello, gli ho fatto una promessa e non posso infrangerla e poi...morirei se ti accadesse qualcosa."
"Davvero?"
"Davvero."
"Mio padre è fortunato ad avere un amico come te."
Mio padre. Ha un suono strano questa parola detta da me, forse perché in diciassette anni di vita non l'ho mai pronunciata. Chissà dov'è ora e cosa starà facendo, se sta pensando a me e alla mamma. Mi vorrà bene? Forse se mi impegnerò molto in questa scuola potrò raggiungerlo ovunque sia per stare con lui e per assicurarlo del fatto che ormai sono al sicuro, che so proteggermi da sola. Derek sa dove si trova mio padre, ne sono certa. Erano ottimi amici, tra di loro non c'erano segreti. Forse se chiedo a Derek di dirmi dove si trova mio padre me lo dirà. Provare non costa niente.
"Derek, tu sai dove si trova mio padre?"
"Sì ma puoi scordarti che ti ci porti. E' troppo pericoloso."
"Non dico di andarci ora, magari ci potremmo andare quando finirò l'addestramento."
"Non se ne parla."
"Derek, per favore! Non ho mai conosciuto mio padre, ho tutto il diritto di vederlo, non credi?" cerco di trattenere le lacrime mordendomi l'interno della guancia sinistra. Sento che le lacrime stanno per uscire fuori, mordo ancora di più l'interno della guancia e incomincio a sentire un sapore metallico in bocca e le guance bagnate. Cerco di asciugarmi in fretta le lacrime ma vengo preceduta da Derek che mi asciuga con i pollici le guance. Continua a muovere le sue dita in modo circolare sulle mie guance e appoggia la sua fronte sulla mia.
"Non piangere. Va bene ti porterò da tuo padre quando avrai finito l'addestramento però a una condizione."
"Cioè?"
"Non devi piangere, specialmente davanti a me."
"Va bene." Siamo talmente vicini che riesco a sentire il suo respiro e il suo battito che, man mano che si avvicina a me, accelerano. Questa volta decido io per conto suo di infrangere le regole, gli butto le braccia al collo e lo bacio. Lo bacio dolcemente per paura che lui si allontani da me, invece, lui mi poggia le mani sui fianchi e risponde al mio bacio che da dolce è diventato passionale, rispondo con altrettanta passione e il mio cuore batte all'impazzata dove che l'ho sentito emettere un piccolo gemito di piacere. Improvvisamente sentiamo un colpo di tosse e ci allontaniamo, con poca voglia, immediatamente. Davanti a noi c'è una donna minuta che, per l'imbarazzo, guarda il pavimento.
"Scusatemi per l'interruzione ma il direttore Zakee mi aveva avvisato del vostro arrivo ed ecco...io sono la segreteria e dovreste venire con me per firmare alcuni moduli" dice la piccola segretaria.
"Si, veniamo subito in segreteria" dice Derek sistemandosi i capelli.
Seguiamo la segreteria e arriviamo in un piccolo ufficio pieno di ritratti di angeli. Derek inizia a parlare con la segretaria e a firmare moduli mentre io ne approfitto per poter contemplare la bellezza di quei quadri. Dopo aver girato la stanza raggiungo Derek e la segretaria e, mentre incomincio a guardare tutti i buffi aggeggi sulla scrivania, vedo una cornice di medie dimensione e color oro con dentro la foto di un angelo ma no un angelo qualsiasi. Dentro quella cornice c'è la foto di Roxanne.
Dopo aver firmato i moduli e aver ritirato le chiavi e il libriccino, trascino Derek fuori dalla segreteria e lontano da quella donna.
"Hai visto la foto sulla scrivania della segretaria?"
"Quella di Roxanne?"
"Si."
"Amelie non ti preoccupare, qui tutti vanno pazzi per gli angeli e ci sono molti ritratti di angeli caduti."
"Se lo dici tu."
"Esatto, lo dico io. Andiamo nella nostra camera?"
"Nostra?"
"Tu sei sotto la mia protezione, quindi questo significa che devo stare con te ventiquattro ora sopra ventiquattro, così ho convinto Zakee a farci condividere la stanza. C'è un lato positivo in tutto piccola"
Gli sorrido e insieme ci dirigiamo verso la 'nostra' camera.

Un angelo caduto dal cielo - La veritàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora