Capitolo 22

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Mi sveglio a causa del frastuono emesso della sveglia, la guardo e vedo che sono le sette del mattino. Mi ero addormentata con Derek ma ora non c'è più, forse doveva andare a sbrigare qualcosa d'importante. Mi alzo da letto, mi faccio un bagno, mi lavo i denti e mi vesto di corsa. Oggi mi aspetta una giornata stressante: due ore di lotta libera,una di scherma, due di geografia e una di francese (si, studiamo anche lingue straniere qui). A metà corridoio vedo il mio adorato trio - Emily, Alberto e Daniel - e decido di avvicinarmi.
"Ciao ragazzi."
"Ciao Amelie. Senti oggi questo pomeriggio andiamo in un bar e tu devi venire con noi. Ricordati che non mi puoi dire di no due volte consecutive." dice abbracciandomi più del dovuto.
"Questa volta devi venire per forza. Ti verrò a prendere io con la macchina e mangeremo come tanti porci." mi dice Daniel strizzandomi l'occhio.
"E' deciso! Oggi pomeriggio alle quattro TUTTI fuori dall'istituto." dice Alberto mettendo una mano sulla mia spalla.
"E va bene, mi arrendo. Daniel andiamo? La lezione sta iniziando."
"Subito Luce." Ci salutiamo calorosamente e, successivamente, io e Daniel ci dirigiamo verso la palestra per le nostre ore di lotta libera. Arriviamo in palestra, io terrorizzata e Daniel emozionato, e siamo già tutti pronti per iniziare la lezione. Il nostro insegnante si chiama Morrison: è alto, molto muscolo, con la testa rasata in stile militare, due occhi neri che sembrano due voragini e un modo di fare molto rigido. Daniel mi ha detto che lui è un umano e che anche i non nephilim possono insegnare in questo istituto, l'importante è avere grandi doti atletiche o un'intelligenza sovrannaturale. E' spostato con una personal trainer, che è all'oscuro del mondo dei nephilim e degli angeli caduti, ha due figlie femmine, e questo fatto lo turba molto perché ha sempre desiderato un figlio maschio. "Allora ragazzi e ragazze, sapete già che il mio ruolo qui è quello di insegnarvi tutte le regole e tutti i trucchi della lotta libera. Essa è uno sport molto complicato perché non solo avrete bisogno della forza fisica ma vi servirà anche la forza mentale." dice toccando la sua tempia sinistra con l'indice. Che fanatico.
"Oggi vi insegnerò come schivare un attacco e, per la mia dimostrazione, verrà la signorina Miller. Mi scusi se la chiamo, ma siccome lei è priva di queste esperienze dovrò torturarla. Niente risentimento vero?" mi chiedo ridendo. No stia tranquillo, il tempo di imparare qualche mossa mortale e la metterò al tappeto. Idiota. Abbozzo un sorriso come risposta. Inizia la dimostrazione: io gli arrivo di dietro con aria minacciosa, cercando di colpirlo, ma lui si abbassa, mi afferra il pugno, mi gira il braccio e mi costringe a inginocchiarmi, successivamente mi solleva e mi scaraventa contro il muro di materassini... L'intera lezione si è svolta così: prendendo pugni e calci dal mio insegnante! Alla seconda lezione Daniel si avvicina a me, mi prende in braccio e mi adagia in un piccolo sofà.
"Tu ora starai qui" mi dice ...e poi si allontana subito, prendendo il mio posto come burattino dell'insegnante. Commossa dal suo gesto sussurro un grazie mentre lui si allontana. Finita la lezione Daniel decise di portarmi in infermeria, nonostante i miei no, per farmi mettere una pomata per i lividi. Le altre quattro ore passarono velocemente; mi sono divertita tantissimo nell'ora di scherma, infatti ho deciso di aumentare le ore e farla diventare una materie extracurricolare insieme alla mia nuova amica Cassandra. Entusiasta della mia scelta, vado saltellando da Daniel a comunicare la notizia.
"Martedì e giovedì pomeriggio lezioni di scherma extra per la signorina Miller" dico ridendo.
"Come mai tutta questa voglia?"
"E' bella! E poi meglio della lotta libera." dico facendo una smorfia di disgusto.
"Dai andiamo a prepararci per uscire." Ci salutiamo con un bacio sulla guancia e ci dirigiamo nelle nostre rispettive stanze. Dopo essermi cambiata corro in segreteria per avvisare Derek della mia uscita, non ne sarà felice ma se ne dovrà fare una ragione. Chiedo alla segretaria se può gentilmente dirmi dove si trova Derek e lei mi risponde che si trova nel magazzino delle vernici. Che strano...che deve fare là? Mentre mi dirigo verso il magazzino, mi frullo il cervello per cercare di capire che diavolo dovrà mai fare Derek lì. E poi eccola la risposta! E' stato lì che ho visto Derek e Roxanne parlare...e baciarsi! Arrabbiata ritorno indietro e decido di andarmene senza dirgli nulla...non gli devo dare tutto questo potere sulla mia vita! Fuori dall'istituto trovo Daniel appoggiato su un pilastro a guardare il cellulare con il viso contratto da una smorfia di concentrazione. Appena mi vede posa, in modo frettoloso, il cellulare dentro la tasca sinistra dei suoi jeans scuri e viene da me correndo.
"Finalmente! Pensavo che avessi cambiato idea."
"Perché scusa che ore sono?" Guardo il cellulare e vedo che sono le quattro e trenta. Mio Dio, che stupida che sono.
"Scusami non mi ero accorta del ritardo, ho perso la cognizione del tempo. Davvero."
"Tranquilla, l'importante è che ora sei qui." mi dice abbracciandomi. Sa sempre cosa dire per consolarmi. Sorridenti saliamo nella sua macchinina nera opaca, il cui interno è rivestito di un tessuto di pelle bianca. Daniel prende la radio e inserisce un CD dei Pink Floyd. Derek ascolta i System of Down e Daniel i Pink Floy, a quanto pare sono vincolata dalla presenza di gruppi musicali che producono un tipo di musica <<potente>>. Questo pensiero, non so il perché, ma viene accompagnato da un sorriso.
"Perché sorridi?" mi chiede Daniel incuriosito.
"Niente, così" dico ridendo.
"Uhm...ok" dice prendendo la mia mano. Ha una mano calda e forte, non so, ma mi è venuta voglia di un suo abbraccio...perciò mi accoccolo a lui, poggiando la mia testa sulla sua spalla.Dopo mezz'ora siamo ancora in viaggio; guardo fuori dal finestrino e vedo che ci siamo addentrati in una piccola stradina coperta dalla fitta vegetazione di un bosco.
"Ma questo bar è così lontano?"
"No, stiamo quasi arrivando." mi dice in modo brusco. Sento il mio cellulare vibrare nella mia tasca e lo prendo, senza farmi vedere da Daniel. 3 nuovi messaggi.
Derek: SI PUOI SAPERE DOVE SEI FINITA? TI STO CERCANDO OVUNQUE. Ignoro il messaggio e passo avanti.
Emily: Ma dove siete finiti? Ha un'ora che vi aspettiamo.
Ancora Emily: Il bar si trova vicino l'istituto, non ci vuole tutto questo tempo.
Ritorno a guardare fuori e vedo in lontananza un piccolo cottage isolato e abbandonato. Non penso che sia questo il bar. Rimango in silenzio ad osservare il piccolo cottage che continua ad ingrandirsi man man che ci avviciniamo, decido di fidarmi di Daniel, sicuramente si sarà confuso con la strada e vuole cercare riparo. Ma che sto dicendo? Mi prendo di coraggio e cerco di aprire lo sportello della macchina per saltare fuori e cercare un rifugio...purtroppo la macchina è chiusa.
"Daniel che stai facendo?"
"Mi dispiace...ma devo farlo."
Appena arrivati nel parcheggio del cottage veniamo circondati da grossi uomini vestiti di nero. Aprono lo sportello del lato passeggero e, due uomini, mi prendono con la forza, mi portano all'interno dell'abitazione e mi fanno sedere nel divanetto di un ufficio. Successivamente veniamo raggiunto da Daniel e gli altri uomini in nero.
"Lasciatemi andare!" dico urlando e dando pedate e pugni all'aria cercando, inutilmente, di proteggermi. La grande sedia girevole che si trova di fronte alla scrivani si gira di scatto e svela un uomo che ho visto una volta...in sogno.
"Calmati bambina mia. Ora c'è il tuo papà con te."

Un angelo caduto dal cielo - La veritàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora