Passavano i giorni, le settimane, i mesi. Io e Kendall continuavamo ad essere amici e a volerci bene, ma senza mai esagerare. Sentivo ancora il bisogno di conoscerlo meglio, soprattutto perché io per lui non avevo (e non avevo mai avuto) segreti. Lui, comunque, ogni volta che ne avevo bisogno mi ripeteva che ero speciale, e me lo dimostrava sempre. Era senza alcun dubbio il migliore amico che avessi mai avuto, oltre a Tuffy. Ora non sognavo più di volare sulle nuvole da sola, ma volevo che ci fosse anche lui lassù.
Si stava avvicinando novembre, quindi il compleanno di Kendall. Sapevo che avrebbe organizzato un piccola festa fra i suoi vecchi amici e i nuovi compagni di classe, quindi avevo un sacco di cose a cui pensare (problemi che i ragazzi non si pongono minimamente, e di cui molte volte ignorano perfino l' esistenza, ma che per le ragazze sono di vitale importanza). Pensavo: okay, 1) cosa gli regalo? 2) chissà quante persone ci saranno ... 3) MA COME CAVOLO MI VESTO??? (non era molto da me pensare ai vestiti, ma cavolo, era il SUO compleanno!). Dopo alcune ore di domanda- risposta mentali, decisi di uscire e andare un po' per negozi, almeno avrei trovato qualcosa da mettermi! Avvisai mio padre che sarei uscita, e visto che era venerdì, e quindi non sarei andata a scuola il giorno dopo, lui acconsentì.
Appena arrivata al negozio mi guardai un po' in giro e dopo soli 10 minuti andai in camerino con 3 abiti: uno era con la gonna nera a metà gamba e di tulle, mentre la parte superiore era una camicia di jeans a maniche lunghe, il secondo era rosso, con dei bottoncini neri e molto simile a quello che già avevo e che indossavo raramente, mentre il terzo era più che altro un abito che avevo preso solo per provarlo, poiché era senza maniche, e non volevo che Kendall vedesse le cicatrici che avevo sul braccio sinistro. Provai il primo abito, ma aveva una gonna troppo corta per i miei gusti, infatti una volta indossato il tessuto arrivava solo a metà coscia. Il secondo abito era troppo grande per me, ma purtroppo non avevano taglie più piccole. Quindi, volsi il mio sguardo verso il terzo vestito, e a malincuore lo provai. Quando mi specchiai non potevo credere a ciò che vedevo: non solo quel vestito era bellissimo, ma sembrava che me lo avessero cucito addosso. Era verde scuro, con la gonna fino al ginocchio e stretto in vita. Mi dava proprio l' aspetto che avrei voluto avere quel giorno. L' unica pecca era che avesse le maniche corte. Stavo per andarmene dal negozio, ma appena fuori dal camerino mi diedi un morso al labbro inferiore, riguardai il vestito e mi sedetti sullo sgabello che avevo accanto. (Diamine, quel vestito era perfetto ...). Alla fine non resistetti e lo comprai.
Appena tornai a casa, cercai in tutto il mio armadio un cappotto o una giacca o un cardigan o qualunque forma di copertura, ma nessuno si addiceva a quell' abito. Così, andai da mio padre e gli chiesi consiglio. –Papà senti io ... - - Eloise ... ma sei bellissima!- -S ... sì ... senti ... non è che tu sappia dove posso trovare un cappotto da abbinare a questo abito?- -Ma non va bene quello che indossi già?- (Avevo messo una giacca provvisoria perché non vedesse le cicatrici) –No, hai qualche idea?- -Beh ... puoi sempre guardare ... nell' armadio della mamma ... -. Io mi ammutolii e lo guardai perplessa, ma poi andai nella camera di mio padre e guardai l' armadio chiuso, quindi pian piano lo aprii. Mamma era morta da alcuni mesi ormai, ma quelle giacche avevano ancora il suo profumo. Presi il cappotto con cui andava sempre al lavoro, lo strinsi e una lacrima scese sul mio viso. Mi mancava tanto, mi mancavano le sue coccole, mi mancava il profumo di torta che si spandeva in tutta la casa ogni volta che cucinava, e mi mancavano le favole che mi raccontava da piccola. Anche lei era una sognatrice come me, ma aveva raggiunto il cielo troppo presto. Cominciai a guardare pian piano tutti i suoi vecchi cappotti, sfiorandoli appena quando li toccavo, quasi come se avessi avuto paura di farle del male. Infine mi fermai su uno: era nero, con dei grossi bottoni ed era di un tessuto abbastanza grosso. Decisi di provarlo, e stava benissimo sopra al mio vestito. Un' altra lacrima mi rigò la guancia: mi sentivo bella come lei.
Dopo pochi minuti tolsi il cappotto della mamma e il mio vestito e li misi nel mio armadio: li avrei usati quella domenica, alla festa di Kendall. Mi misi addosso una T-shirt e dei leggins e, seduta sul letto con accanto Tuffy presi il cellulare. [5 messaggi non letti di Kendall su Whatsapp]. Aprii i messaggi e li lessi.
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I look into your eyes and I believe in miracles [Kendall Schmidt]
Teen Fiction!!! ATTENZIONE !!! Questa storia ha un alto tasso di occhi verdi, canzoni sdolcinate e colpi di scena. Se siete deboli di cuore è meglio che non leggiate. .... Okkay okkay, in realtà ragazze questa è la mia prima storia e ... niente spero vi piacci...