CAPITOLO 15

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Il giorno di Natale mi svegliai nel mio letto, appena aprii gli occhi mi guardai in giro un po' confusa e la prima domanda che mi sorse spontaneo pormi fu "Dov' è Kendall?". Mi misi seduta sul letto e lentamente mi alzai per andare verso il bagno (e rendermi presentabile). Mi lavai il viso e mi annodai i capelli in uno chignon morbido, quindi mi sistemai un po' il pigiama e mi diressi verso la sala da pranzo. Più mi avvicinavo, più potevo sentire le voci di mio padre e Kendall che stavano parlando. Sembrava andassero abbastanza d' accordo e la cosa mi rincuorò moltissimo. Dunque, pian piano mi diressi verso la sala da pranzo e appena arrivai i due si ammutolirono. Era evidente che stavano parlando di qualcosa di serio. –Eh ... Hey Eloise!- disse Kendall fingendo un sorriso. Io senza rispondere lo presi per un braccio e lo trascinai in un' altra stanza, poi gli chiesi:- Che cosa stavate dicendo?- -Nulla- rispose lui con il sorriso più falso del mondo. -Non mentire- - Okay ... parlavamo di mio padre ... - - E che cosa ti ha detto?- - Mah .. sembrava colpito ... ma credo che non sia molto contento di avermi qui ... - rispose lui fissando il pavimento. – E perché?- - ... perché lo sento distaccato mentre parla ... cioè, è molto gentile e comprensivo, ma è un po' come parlare con un professore o uno psicologo, puoi dirgli qualsiasi cosa ma avrà sempre la stessa reazione e risponderà sempre allo stesso modo ... - - Beh, non mi sorprende ... sai, da quando mia madre se n' è andata ha perso ogni contatto umano a parte me, quindi probabilmente ha diffidenza nei tuoi confronti perché teme di perdermi, o che tu mi faccia allontanare da lui-. Appena finii di parlare, un sorrisetto ebete si fecce spazio sul suo viso, quindi disse:- E fa bene!- dopodiché mi prese per i fianchi e cominciò a farmi il solletico. Io iniziai subito a ridere come una pazza mentre cercavo di bloccargli le mani, ma lui riusciva sempre a sfuggire dalla mia presa. –KENDALL! IO TI STROZZO!!- dissi ridendo a più non posso, ma lui rispose – Prima giurami che se la smetto quando ti riprendi non mi uccidi!- - Questo non te lo posso assicurare, ma più continui più è probabile!- risposi senza più fiato per il troppo ridere. Lui si fermò, mi prese le mani e mi guardò sorridendo dolcemente, quindi disse:- A te basterebbero 2 parole per uccidermi- -Credo che ucciderti così sarebbe troppo facile- risposi io sorridendo, poi lo abbracciai fortissimo. Lui mi prese il viso tra le mani e mi baciò dolcemente, poi sussurrò:- Buon Natale, bella addormentata-. Un sorriso cominciò a crescere sul mio viso, quando sentii mio padre che ci chiamava per mangiare il pandoro. Stampai un piccolo bacio sulla guancia di Kendall e insieme tornammo in sala da pranzo.

Appena facemmo capolino dalla porta, mio padre ci fissò con aria infastidita e, una volta seduti attorno al tavolo, ci porse un fetta di pandoro, dunque esordì con un: -Buon Natale ... a tutti-. Il tono della sua voce era stranamente alto e nervoso, inoltre quando aveva detto "a tutti" si era soffermato sul "TUTTI" come se qualcuno non meritasse neppure i suoi auguri. Io per sdrammatizzare un po' mi sporcai sistematicamente il naso con lo zucchero a velo, e Kendall e mio padre per la prima volta scoppiarono a ridere insieme. Era già un buon inizio. Dopo quei pochi secondi di felicità, mio padre si voltò verso Kendall e lo squadrò dalla testa ai piedi, dunque si concentrò sulla sua fetta di pandoro e la divorò in tempo record, poi si alzò e prima di uscire dalla stanza da pranzo disse solo un secco: "Tra tre quarti d' ora comincia la messa di Natale quindi andate a prepararvi o faremo tardi". Io e Kendall finimmo la nostra colazione senza parlare, ma la tensione che c' era nell' aria si poteva tagliare con un coltello. Dopo aver riposto i piatti sporchi nella lavastoviglie, io andai a mettermi il mio vestito rosso dalle maniche lunghe mentre Kendall prese una maglietta e un paio di pantaloni che mio padre gli aveva prestato controvoglia. Dopo circa 20 minuti, tutti e tre eravamo pronti, ma appena li raggiunsi nella sala da pranzo, Kendall mi cinse i fianchi dolcemente e mi sussurrò:- Questo è il vestito che indossavi il giorno in cui abbiamo litigato, vero?-. Un sorriso dolce e malizioso comparve sul suo viso, stava per baciarmi quando mio padre ci interruppe con un severo:- Basta voi due, dobbiamo andare. E poi Eloise, tu ti sei confessata due giorni fa e ora già ne hai bisogno nuovamente!- poi usci dalla porta. Stavo per rispondergli, ma Kendall mi zittì con un bacio veloce approfittando del fatto che mio padre era girato di spalle, quindi mi mise un dito sulla bocca in segno di fare silenzio, e allora io non potei fare altro che sorridere.

I look into your eyes and I believe in miracles [Kendall Schmidt]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora