Era la sera della vigilia. Erano passate da poco le dieci, e fuori nevicava. Mio padre era andato a dormire già alle nove, dicendomi che era sfinito. Io ero sul divano del soggiorno, avvolta in una coperta pelosa e guardavo in TV un film natalizio con una tazza di cioccolata calda tra le mani. Cominciavo a sentire le palpebre pesanti, quando qualcuno suonò il campanello di casa mia. Inizialmente pensai ad uno scherzo di pessimo gusto, ma dopo alcuni minuti decisi di andare a controllare chi fosse. Mi alzai, posai la cioccolata calda sul tavolo della cucina e infilai i piedi nelle ciabatte fredde. Un brivido mi corse lungo la schiena. Mi avvicinai alla porta e guardai attraverso lo spioncino. Vidi una figura maschile, ma era notte e non riuscii a distinguere di chi si trattava. Così aprii la porta di alcuni centimetri e sussurrai:- C ... chi è?- - Sono io- mi rispose una voce rotta e quasi singhiozzante. Era una voce che conoscevo molto bene. Era la sua. Kendall era appoggiato allo stipite della porta, con il labbro inferiore tagliato e una riga di sangue secco che partiva dal naso e finiva alla sua bocca. Sembrava che si fosse azzuffato con qualcuno, aveva la giacca sporca di fango e i capelli arruffati e bagnati, probabilmente aveva fatto tutta la strada sotto la neve. Teneva la testa china, e una lacrima gli solcava la guancia sinistra. Si vedeva che aveva pianto fino a poco prima.
- Kendall! Ma che ... - - Tranquilla Eloise, ora ti spiego – rispose lui calmo. Io gli feci segno di entrare e andai a prendere del disinfettante e un po' di cotone. Ci sedemmo insieme sul divano, e continuammo a parlare mentre io gli davo una mano a disinfettarsi quel taglio sul labbro. –Che cavolo hai combinato?- -È ... è una storia lunga ..- - Io ho tempo - - ... ... ti ricordi quella puttana bionda?- -Chi? Quella Madison?- -Sì ... - -Che ci hai combinato?- -Nulla!- -E allora che c' entra?- - Beh ... dunque, ero nel parchetto e stavo provando una canzone, quando è passata quella zoccola e mi è venuta accanto ... e ... diciamo ci ha provato con me ... - - ... e?- - E io non ci sono stato ... allora lei se ne è andata incazzata ... e ... dopo qualche minuto sono arrivati 3 ragazzi ... uno di loro mi ha detto che la sua ragazza gli aveva detto che io stavo cercando di farli mollare ... e ... beh ... io ho cercato di controbattere ... ma quello stronzo e i suoi amici hanno iniziato a darmi contro e alla fine ... mi hanno preso a pugni ... e mi hanno buttato in una pozza di fango ... e mi hanno distrutto la chitarra ... e io non ho potuto reagire ... - - QUELLA MALEDETTA PUTTANA! ... ma perché non sei andato dai tuoi genitori?- - Perché ... Eloise questa è una cosa di cui tu non sai ancora nulla ... - -Allora parlamene- - ... Beh ... vedi ... da alcuni mesi i miei stanno pensando di separarsi ... ma purtroppo nelle ultime settimane mio padre è caduto in depressione e ha cominciato a bere molto ... e quando è ubriaco ... a volte picchia mia madre ... altre i miei fratelli ... altre ancora me ... non sa quello che fa ... quindi per alcuni giorni i miei fratelli staranno via di casa con mia madre, andranno a casa della nonna almeno per le vacanze natalizie ... in modo da evitare la rabbia di mio padre ... io sarei dovuto andare a casa di James ... ma purtroppo sua madre ha avuto dei problemi sanitari improvvisi e hanno annullato il volo che li avrebbe portati qui ... alla loro prima casa ... Logan e Carlos sono fuori città ... quindi oggi avevo deciso di affrontare mio padre ... e rimanere con lui per Natale ... ma quando ho chiamato a casa mi ha detto di non azzardarmi ad avvicinarmi a lui perché se mi vede mi spacca la schiena ... poi mi ha detto che non sono suo figlio ... e ha riattaccato ... quindi mi sono ritrovato a vagare per le strade sotto la neve fino ad ora ... poi sono passato qui davanti ... e ho sperato che mi avresti capito ... - - ... Cristo ... Kendall ... mi dispiace- risposi commossa (non sapevo che si tenesse tutto questo dentro da così tanto ... non aveva mai avuto un momento di debolezza nei mesi precedenti ... e non era mai stato così sincero con me). Lo abbracciai e sentii che anche lui stava piangendo, anche se faceva di tutto per nasconderlo. Lo guardai, e vidi che cercava di non incontrare i miei occhi. –Perché fai così?- - ... Perché sono ridicolo ... sembro un bimbetto a cui hanno fatto lo sgambetto ... - - Kendall ... tu sei il MIO ridicolo ... e non c' è nulla di male a piangere ... - -Lo dici tu ... -. Alzai la manica della mia felpa e gli mostrai le cicatrici sul mio braccio sinistro, quindi dissi:- Ricordati, tutti abbiamo dei momenti di debolezza ... e tutti possiamo essere ridicoli -. Detto questo gli diedi un piccolo bacio, stando attenta a non fargli male. Lui mi abbracciò e mi sorrise, con un aria quasi da "lo so che stai ridendo di me in realtà, lo so che ti faccio pena" allora io d' impulso mi girai e presi un cuscino, e glielo tirai in faccia. – E ... e questo perché?- -Perché non mi fai pena, non mi guardare con quella faccia da cane bastonato e fottitene di tutti, e soprattutto tira fuori la tua parte ribelle e non stare ad autocommiserarti, pensa solo a quanto sono e rimarranno scemi quelli che ti hanno conciato così!- - Eloise perché questi discorsi non te li fai anche da sola?- rispose sorridendo, e rilanciandomi il cuscino. –KENDALL! STIAMO PARLANDO DI TE ORA!- risposi e mi armai di un altro cuscino, quindi lo attaccai a cuscinate e cominciammo una battaglia di cuscini. Alla fine scoppiammo a ridere come due pazzi e ci buttammo insieme sul divano, per riprendere fiato.
-Come lo spieghi a tuo padre?-chiese lui dubbioso. - Ahn ... gli dirò in breve che hai avuto qualche problemino e sicuramente lui nn avrà nulla in contrario se resti qui per le vacanze ... dice sempre che c' è solitudine in questa casa da quando mamma non c' è più ... chissà magari la smette di pensare a lei per un po' ... - - Sicura che non sono di troppo?- -Tranquillo, gli parlo sempre di te, e non vedeva l' ora di conoscerti, ora gli lascio un biglietto accanto al comodino con le spiegazione così domani mattina lo leggerà e capirà tutto- -Okay ... - - Senti, visto che non voglio che ti prenda l' influenza proprio sotto Natale, ora vieni con me: ti do un phon così ti asciughi i capelli e poi ti faccio vedere dov' è la stanza degli ospiti, okay?- -Okay ... grazie ... - - Grazie di cosa? Secondo te ti lasciavo nella neve proprio la vigilia di Natale? Vabbè che sei biondo, ma non devi mica fare il Gesù della situazione!- -Dai non fare la stronza- rispose ridendo. –Io non mi posso trattenere, lo sai- risposi, e gli porsi il phon e un pettine. Quindi, gli feci vedere dov' era la camera degli ospiti, e gli dissi:- Adesso vai lì, puoi prendere il pigiama d' emergenza che c' è nel cassetto, e quando ti sarai asciugato e cambiato, vieni qui di sotto- - Okay- disse, quindi salì le scale che portavano al secondo piano. Poche volte salivo al secondo piano, poiché su quel piano risiedevano solo la camera degli ospiti, la vecchia cabina armadio della mamma (dove teneva tutti i vestiti che non usava spesso, al contrario dell' armadio in camera di mio padre, dove risiedeva il vero guardaroba) e una camera- sgabuzzino.
Mi misi a fare un' altra cioccolata calda, e aspettai Kendall. Quando tornò di sotto risi un po': era buffo con quel pigiamone addosso, sembrava un peluche. Mi venne vicino e, abbracciati, insieme vedemmo il finale del film di Natale che stavo guardando prima del suo arrivo. Poi, circa alle 12, ricordo solo di essermi addormentata insieme a lui sul divano.
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I look into your eyes and I believe in miracles [Kendall Schmidt]
Teen Fiction!!! ATTENZIONE !!! Questa storia ha un alto tasso di occhi verdi, canzoni sdolcinate e colpi di scena. Se siete deboli di cuore è meglio che non leggiate. .... Okkay okkay, in realtà ragazze questa è la mia prima storia e ... niente spero vi piacci...