CAPITOLO 5

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Appena le lezioni finirono, mi fiondai fuori dalla classe a testa bassa: non guardai in faccia nessuno, mi si leggeva la rabbia negli occhi dopo quello che era successo alla ricreazione. L' unica cosa che mi rincuorava un po' era lo sguardo d' approvazione di Kendall. Salii sull' autobus e mi misi ad ascoltare musica pop a pianoforte, tipo Avril Lavigne. Sentivo il sangue ribollirmi nelle vene (quella Madison .... come poteva comportarsi così? E poi, che cosa significava che Kendall era suo? Erano forse fidanzati? No ... Kendall non era tipo per una così ... credo ...). Appena l' autobus si fermò, saltai giù, non sapevo neppure che fermata fosse, ma non volevo rientrare troppo presto a casa, avevo bisogno di andare in giro e schiarirmi le idee. Cominciai a fissare il cielo.

Mi incamminai a passo spedito nel parchetto lì vicino. Quindi, individuai una panchina isolata sotto un albero. Mi diressi lì e, una volta seduta, presi la mia borsa e da essa tirai fuori una penna nera e il blocco appunti. Lo sfogliai velocemente, fino ad arrivare al disegno che stavo facendo quella mattina. Presi la penna e, d' impulso, tracciai una linea su tutto il foglio ... poi due ... poi tre ... e intanto sentivo gli occhi che si gonfiavano. Pian piano, mi si appannò la vista e una lacrima cadde sul disegno ormai distrutto. Dopo questo, non capii più nulla. Mi sentivo triste, ma piangevo dalla rabbia, dall' odio e dalla frustrazione. Scaraventai il quadernetto a terra e mi alzai. Quindi mi diressi verso l' albero i cui lunghi rami facevano ombra sulla panchina. Iniziai a tirarci calci, pugni, e intanto urlavo :- PERCHÉ??-(non mi interessava cosa pensavano i passanti, se mi avessero detto qualcosa avrei inveito anche contro di loro, quindi era meglio che facessero silenzio e mi lasciassero in pace ...). Dopo quei 4- 5 minuti di iniziale sfogo, le lacrime sgorgavano ancora più forte, e pian piano tiravo pugni sempre più deboli, finché non mi accasciai sul tronco che fino a pochi secondi prima stavo devastando e scivolai pian piano a terra. Seduta in quella posizione, con la schiena contro l' albero, cominciai a sussurrare:- Stronza ... Stronza .... STRONZA STRONZA STRONZA!!!-. Mi portai le mani agli occhi e con le maniche della felpa asciugai le lacrime. Mi guardai le nocche: erano piene di taglietti dopo tutti quei pugni ... (solo allora mi accorsi che mi facevano male). Rimasi ancora un po' seduta, poi mi asciugai le ultime lacrime e, dopo aver raccolto il blocco note e averlo rimesso in borsa, mi avviai lentamente a casa.

Appena arrivata, visto che non c' era nessuno, andai direttamente in bagno con l' intenzione di farmi una doccia veloce. Ma purtroppo prima di entrare lo feci di nuovo. Avevo iniziato alcuni mesi prima e non avevo mai smesso. Non trovavo la forza per dirmi di no. Presi quella maledetta lametta e cominciai a tagliare pian piano la pelle del polso sinistro. Faceva male, ma era molto liberatorio. Passavo e ripassavo sempre sulle stesse cicatrici, e non volevo smettere. Poi lo sguardo mi cadde sull' orologio. Cavolo, erano già le 3! Mio padre sarebbe rientrato da un momento all' altro. Presi un batuffolo di cotone e dell' acqua ossigenata e velocemente fermai il sangue (ero abituata a quell' operazione, era quasi routine). Appena i tagli smisero di sanguinare, entrai in doccia. Non so perché, ma cominciai a cantare sottovoce la canzone di Avril Lavigne che stavo ascoltando sull' autobus. "...I can be tough ...I can be strong... but with you, it's not like that at all ...there's a girl ....that gives a shit ..behind this wall ...you just walk through it...damn, damn ,damn... what I'd do to have you here, here, here...I wish you were here... damn, damn, damn ...what I'd do to have you near, near, near ...I wish you were here" (non era da me cantare sotto la doccia, ma in quel momento avevo bisogno di farlo).

Uscita dalla doccia, mi avvolsi nell' accappatoio e feci una smorfia di dolore quando dovetti infilare la manica sinistra (faceva ancora molto male). Presi una garza e fasciai il polso (a mio padre avrei detto che mi faceva male quando lo piegavo e certamente lui non avrebbe approfondito). Quindi, mi asciugai i capelli e li annodai in uno chignon. Mi misi addosso la solita canadese e canotta e accesi la Televisione. C' erano i Simpson. Lì guardai per un po' con aria svogliata, ma poi spensi l' apparecchio (quella serie non mi aveva mai fatto ridere, e inoltre trovavo la voce di Bart infinitamente fastidiosa). Presi il cellulare e riascoltai la canzone che stavo cantando sotto la doccia. Ero sdraiata sul letto e come al solito fissavo il soffitto con Tuffy tra le braccia. Pensavo a Kendall ...

D' un tratto, sentii il cellulare vibrare. Era l' ultima cosa che mi sarei aspettata di sentire. Lo presi in mano e controllai. [1 messaggio di Whatsapp da "Boh 1° D"]. Aprii il messaggio e risposi.

X: Ciao :)

Io: ehm ... ciao. Chi sei?

X: Indovina

Io: non mi piace indovinare

X: allora ti dovrò dare qualche indizio ... dunque ... ho gli occhi verdi e ti osservo sempre :)

Io: uhm ... Kendall?

X: :)

Io: ah ... come mai mi hai scritto?

K: beh intanto avevo voglia di scriverti ... e poi volevo chiederti una cosa ....

Io: sarebbe?

K: ti va di dirmi che cosa è successo oggi? Intendo alla ricreazione

Io: mah ... una tipa che voleva rompere ... ah, attento, le piaci tu :)

K: a quella? Ma se neanche la conosco :''D

Io: beh comunque era venuta a dirmi di starti lontano ... mah i problemi di certe persone ....

K: beh non è che ora come ora stiamo insieme ...

K: No aspetta non intendevo quello!

K: oddio sn uno scemo faccio casini XD scusa scusa scusaaaa!!

K: Intendevo non stiamo mai insieme alla ricreazione in quel senso XD

Io: tranquillo avevo capito :)

K: meno male :D

K: comunque ... volevo anche chiederti ... ti va se domani alla ricreazione sto con te? :)

Io: mah per me è uguale ... sai di solito sto sempre sola ma forse non mi farebbe male un po' di compagnia ... solo che ho paura che non riusciremmo ad andare molto d' accordo ... sai, sono una tipa un po' strana ...

K: oggi in classe hai detto di essere normale ricordi? Come mai?

Io: beh non mi piace ammettere le mie debolezze davanti a sconosciuti ...

K: quindi io non sono uno sconosciuto? :)

Io: ....

K: okay :) ho capito

K: posso dire "a domani"?

Io: certo :)

K: allora a domani, bella addormentata :)

La chat si concluse lì, ma ero molto contenta e stupita di 2 cose: che non gli interessasse la bionda e che mi avesse chiamata "bella addormentata" come il primo giorno di scuola. Quando vidi che era offline, feci un grande sospiro, come se durante tutta la chat avessi trattenuto il respiro per paura che lui mi sentisse. Stavo sorridendo. Strinsi Tuffy e sorrisi ancora di più. Poi però mi venne in mente un particolare nella nostra chat. "Quindi io non sono uno sconosciuto?". Ecco, questa frase mi fece balzare da sdraiata a seduta. Cazzo. Forse se lo ricordava anche lui. Forse si ricordava la storia del fazzoletto. Beh, dato che il giorno successivo sarei stata con lui alla ricreazione, avrei cercato di capire se si ricordava tutto ciò. In me si accese una curiosità simile a quella provata il primo giorno di scuola. Mentre stavo ancora pensando, mio padre entrò in camera mia. –Eloise! Come stai?- -Benissimo!- risposi con un sorriso enorme stampato in faccia. Lui mi guardò stranito e disse:- Che ti succede? Non sorridi mai tu!-. Subito mi feci cupa. Mio padre non doveva assolutamente sapere di Kendall. – Mah ... niente ... tranquillo papi- - Ma almeno hai pranzato?- chiese lui. (merda ... me ne ero totalmente dimenticata ...) –Ehm .. sì ... ho preso un trancio di pizza appena fuori da scuola .. tranquillo – lo liquidai (odiavo mentirgli, ma da quando era rimasto il mio unico genitore si era fatto molto apprensivo e certamente se gli avessi detto che avevo dimenticato il pranzo avrebbe cominciato a farmi domande e io non ero nell' umore di rispondere). Lui mi fissò ancora un po', poi se ne andò con aria domandosa. Io intanto aspettavo solo una cosa: il giorno successivo.


I look into your eyes and I believe in miracles [Kendall Schmidt]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora