Osservai Alice ballare. Era una dea, cazzo. Si muoveva al ritmo di musica con movimenti così sensuali che mi facevano perdere la testa.
Il primo giorno che la vidi mi ero chiesto come dovesse muoversi quel corpo perfetto sotto di me, a letto. Ora lo sapevo. Vederla lì mentre ballava mi stava dando molto materiale per quando ero solo.
I suoi fianchi sembravano avere una vita propria, da come si muoveva bene e il suo culo era quello che si potrebbe definire "una bella scopata".
«Quella ragazza è focosa!» disse Michael. Mi girai di scatto verso di lui e mi accorsi che non era l'unico ad averla notata; tutti i ragazzi nella discoteca si erano girati e se la stavano spogliando con gli occhi.
Fottuti morti di figa. Il mio insulto mentale però non servì a farli smettere di guardarla.Una matricola della mia stessa confraternita, Dylan O'Hare, le si avvicinò e i due ballarono insieme per qualche minuto. Mi costrinsi a non guardarli.
Era impossibile.
Ero tentato dall'idea di andare là e fermarli, dare un cazzotto a lui e baciare lei, davanti a tutti, cosicché nessuno avesse più provato a strusciarsela contro la propria erezione. Ma mi dicevo che dovevo trovarmi una ragazza da fottere che non fosse Alice. Quella ragazza non meritava le mie demenziali storie da una notte.
Prima di poter scegliere la seconda possibilità, ovvero cercarmi una ragazza, vidi la matricola baciarla sul collo mentre lei si paralizzò all'istante.
A quel punto vidi rosso. Non mi trattenni più dall'andare da lui.Gli mollai un gancio destro in pieno viso. Venni liberato da metà della tensione, l'altra metà se ne sarebbe andata con un bacio di Alice o, meglio, quando l'avrei sentita attorno a me, mentre gemeva nelle mie labbra, ma se la conoscevo abbastanza avrei dovuto sudare per raggiungere il mio obiettivo.
«Alex!» gridò Mer. La ignorai e ancorai il mio sguardo su Alice. La sua espressione era indecifrabile. Poteva essere indifferenza, rabbia, o gratitudine.
«Me la so cavare anche da sola, grazie Alex.» mi riprese Alice in modo sarcastico. Aveva scelto di essere arrabbiata, a quanto pare.
«Non sei obbligata a fare tutto tu.» alzai un po' la voce per sovrastare la musica troppo alta.
«Non ho bisogno di essere protetta, e poi, Cristo, era solo un bacio.» la sua voce era alta abbastanza da poterla sentire in mezzo a tutto quel casino, eppure sembrava veramente molto tranquilla.
«Ah be' scusa tanto se volevo farti un piacere ad allontanarlo, visto che so quanto odi essere toccata senza il tuo permesso!» dissi indicando il ragazzo steso a terra.Mer e Hanna lo stavano aiutando a riprendersi anche se dopotutto non lo avevo colpito così forte. Giusto?
«Ma guardalo! L'hai ridotto ad uno straccio, e credo che tu gli abbia pure rotto il naso!» rispose. Guardai la matricola e in effetti gli usciva un po' di sangue dal naso, ma non sembrava affatto rotto.
Che pappamolla...
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SUPERFICIAL (#Wattys2017)
Любовные романыAlice Carter aveva solo 14 anni quando perse tutto ciò a cui era legata. La sua famiglia, la sua libertà e la sua purezza. Per quattro lunghi anni si è abbandonata tra le grinfie del Dr. Jack Greene, il tutore che l'ha resa una schiava del sesso...