Capitolo 14

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Alice aveva lo sguardo fisso e sembrava nel suo mondo

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Alice aveva lo sguardo fisso e sembrava nel suo mondo. Stava rivivendo ogni singola scena delle sua vita, era chiaro. Potevo vedere i ricordi alternarsi nei suoi occhi verdi.

Rabbia, paura, compassione.

Erano quelle le emozioni che si alternavano nel suo sguardo perso nel passato.

Odiavo Jack Greene. Odiavo l'idea che mi ero fatto di lui, e l'influenza che aveva su Alice, perfino quando si trovava a chilometri e chilometri di distanza, lui riusciva a farle paura.

Finalmente iniziavo a capirla, fino in fondo. Alice era una ragazza fragile che ha dovuto proteggersi dietro alla faccia da dura. 

Aveva paura di avere paura. Se così si può dire.

Era per questo che in superficie sembrava sempre così fredda, così dura e così indifferente a tutto e tutti. Non voleva mostrarsi debole. Secondo lei la debolezza nasceva dalle emozioni.

«Feci un grosso errore a correre senza sapere dove stessi andando; perché mi infilai in una stradina stretta, che era a fondo chiuso. Mi trovavo a spalle al muro e le gambe non volevano più muoversi di lì. Vidi i due uomini che mi avevano rincorsa per mezza città. Stavano sghignazzando come se avessero appena trovato una fontana di petrolio. Ero completamente indifesa. Non sapevo ancora lottare. Così mi lasciai alla balia del destino.» Disse la ragazza a cui stringevo forte le mani.

Era completamente indifesa.

Rimasi per qualche momento ad immaginare la scena di una giovane Alice senza i suoi bellissimi capelli castano ramati, in un vicolo buio e stretto, tutta sola e spaventata.

Ricordo che quando ancora non la conoscevo, mi sembrava una ragazza talmente forte e sicura di sé, che non avrei mai pensato ad un così disastroso passato...

Nessuno poteva uscirne illeso.

Adesso invece capivo che tutti i suoi modi di fare, i suoi comportamenti non erano altro che una corazza.

«Quello che non sapevo erano gli ordini che Jack aveva dato "prendetela, non importa cosa le farete, l'importante che ritorni viva. Se prova a scappare rompetele una gamba, sparatele. Voglio che soffra non che muoia".» Disse cercando di imitare la voce di quel uomo. Ed una risata ironica si diffuse in tutta la stanza.
«Tra quelle cose era compreso fottermi, evidentemente. Partimmo il giorno dopo, quindi quei due messicani avevano avuto tutto il tempo di fare le loro porcherie» Mio dio. Pure loro no! Perché mai a questa ragazza che non ha mai fatto niente a nessuno.

«Non mi era mai successo con più di una persona alla volta» La sentii dire. Io sussultai quando capii cosa volesse dire.

«È stato doloroso. Ma mai come lo sarebbe stato con Jack soltanto. A loro bastava avere un orgasmo, a Jack non interessava tanto il piacere sessuale, lui più che altro trovava appagante maltrattarmi e infliggermi torture psicologiche. Quasi avrei preferito farlo con quei due insieme o altri che con Jack.» Mi stupii di quello che Alice aveva appena confessato.

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