Capitolo 4

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Era esattamente tutto come me l'aspettavo

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Era esattamente tutto come me l'aspettavo. Ci ero già stata alle feste universitarie durante il mio periodo pazzo, in cui facevo tutto quello che Jack mi proibiva di fare, nonostante conoscessi tutte le sue punizioni. Sì, ero un po' masochista. Ero convinta che il dolore dovesse essere la mia punizione per essere sopravvissuta. 

Sapevo l'enormità di alcol che poteva girare per la casa e conoscevo tutti i rischi, per questo temevo per Mer che per lei invece era la prima volta.

C'erano molti più ubriachi maniaci sessuali lì, alle feste, che in un vicolo buio e stretto.

E anche se ero arrabbiata con lei per avermi nascosto l'anniversario di morte della mia famiglia, e lo ammetto lo ero di più con me stessa per essermelo scordato, volevo proteggerla da tutte le schifezze che una festa portava con sé...

Le stetti tutto il tempo accanto.

La casa era bella e grande. L'arredamento era moderno e aveva tutta l'aria di essere costoso. Non avevo ancora visto nessuno vomitare e nessuna coppia odiosa pomiciare. In effetti la festa sembrava essere appena cominciata.

«Guarda chi è venuto alla fine!» Esultò un ragazzo abbracciandoci da dietro.

Ebbi un brivido come sentii quel tocco. E non riuscivo a capire se era un brivido d'orrore o di piacere. Per qualche assurda ragione il mio cuore si fermò quando lo vidi. Indossava una camicia bianca ed un paio di jeans neri stretti, i capelli arruffati e la bocca aperta in uno splendido sorriso sghembo.

«Ragazzi, vi presento Alice e Mer due mie amiche.» Sentii la voce di Alex in sottofondo mentre io continuavo a studiare il suo corpo perfetto. Sotto la camicia si intravedevano le curve morbide di un fiore di loto che aveva tatuato sul cuore. Su qualsiasi altro ragazzo avrei detto che era troppo femminile per stargli bene, ma su Alex sembrava essere perfetto. Come se il suo posto potesse essere solo il cuore di Alex. Qualcosa mi diceva che quel tatuaggio aveva un significato.

«Sono nuove, fate i bravi.» lo sentii dire, la voce profonda.
«Piacere dolcezze. Io sono Michael.» disse un ragazzo di colore, più o meno della stessa stazza di Alex.
«Io invece mi chiamo Jason.» questa volta a parlare fu un ragazzo biondo con un sorriso dolcissimo. Sembrava proprio un bravo ragazzo.
Un altro lo affiancò «Invece io sono Lucas.»
«Piacere ragazzi» diciamo in coro io e Mer.
«Restate con noi?» chiese Alex. Allungando il braccio per passarmi una bottiglia di birra. Ne avevo già un'altra, ma ne tracannai due grandi sorsi e la appoggiai sul tavolino accettando di buon gusto quella di Alex.

Mer si era già seduta su un divano insieme ai ragazzi, e sorseggiava uno strano drink. Dopo che lo vidi meglio intuii che era vodka alla ciliegia, uno dei drink più comuni in questo genere di festa. Osservai con cautela ognuno dei ragazzi cercando di capire se qualcuno avesse provato a drogarlo. Okay, forse ero un po' troppo iperprotettiva.

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