Capitolo 58

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Tornammo al Four Season per l'ora di cena

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Tornammo al Four Season per l'ora di cena. Jack ricevette una chiamata quindi si chiuse nel suo ufficio.

Lo avevano chiamato decine di volte in tutta la giornata. Sembrava che a New York i mafiosi cadessero uno alla volta come tessere di un domino.

Quel pomeriggio avevano arrestato parecchi collaboratori di Jack, e la consapevolezza che era  grazie a quello che avevamo fatto noi, mi inorgogliva.

Jack era teso, sentiva che stava perdendo il controllo della situazione, ma ad essere sincera non credo che avesse paura che arrestassero anche lui, troppo arrogante.
Però odiava non sapere cosa fare. Quindi delegava chiunque lo chiamasse di sistemare le cose. Nessuno doveva parlare o nominarlo; quei pochi individui che conoscevano la vera identità di Jack, erano ben pagati e temevano l'ira di Jack, ma comunque non voleva rischiare perciò aveva aggiunto un paio di zeri alla cifra per il disturbo.

Andai in bagno e aprii il rubinetto della vasca. Persino dal bagno con la porta chiusa e l'acqua che scorreva lo sentivo gridare. Aspettai che l'acqua si scaldasse prima di entrarvi.

Era stata una giornata lunga che avevo passato interamente con Jack e che probabilmente non sarebbe finita lì. Avevo i nervi a fior di pelle.

A New York avevo imparato a recitare la parte della brava sottomessa con Jack, e a mantenere le apparenze di una ragazza ricca e di classe davanti alla società, ma da quando vivevo a Los Angeles non ero più abituata a fingere per più di un paio di ore.

Quello di cui avevo bisogno in quel momento era quindi un buon bagno caldo e il tocco di Alex, ma visto che non potevo andare da lui mi accontentati di sentirne la voce al telefono.

Dopo aver digitato il suo numero ci vollero solo due squilli prima che rispondesse. «Che bello sentirti.» La voce di Alex, calda e vellutata mi avvolse tutta. Sorrisi per quello che aveva detto. Non era la prima volta che mi rubava le parole di bocca.

«Come stai?» gli chiesi. E dopo che lui mi rispose "bene" la conversazione andò avanti così, parlando di cose futili, ma che mi facevano sentire normale. Però non potevo evitare per sempre il vero nocciolo della conversazione. Quindi gli chiesi di parlarmi di come era andato l'incontro con Corden.

Alex mi spiegò che Chandler era stata capace di convincerlo a rilasciare l'intera confessione grazie ad una minaccia riguardo a sua figlia. E quella era una delle tante prove a dimostrazione del fatto che le emozioni e i legami rendono deboli. Anche se da quando avevo conosciuto Alex, avevo imparato che molto spesso ne valeva la pena.

Dopo aver salutato Alex mi dedicai solo a rilassarmi, consapevole che la fine era vicina. Poi Alex mi scrisse che avevano appena ottenuto il mandato di arresto e che l'FBI avrebbe guidato un intera squadra SWAT per Jack Greene. E fu in quel momento che pensai al foglio dei movimenti bancari di Jack. Ora che stava finendo tutto avevo deciso di bruciarlo e, visto che l'FBI ne aveva una copia, a me non serviva più. Inoltre, se Jack l'avesse trovato avrebbe anche potuto avere il tempo di fuggire e non farsi vedere più sulla faccia della terra, facendola franca.

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