Capitolo 13

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Viaggiai con la metro polvere per arrivare in Cornovaglia; entrai nel camino di casa mia con il baule e la gabbia di Milly e sorrisi ai miei genitori e Daphne che mi salutavano dal soggiorno per poi cominciare a vorticare avvolta da fiamme verdi e riapparire in un bellissimo camino di pietra che si apriva su un grande salone luminoso "buongiorno" mi avvicinai ad una donna dai capelli rossi con una cartellina simile a quella di Abby
"Ciao" alzò lo sguardo e mi sorrise gentile "io mi chiamo Janet e sono la responsabile per quanto riguarda orientamento e smistamento dei nuovi studenti, tu sei...?"
"Astoria Greengrass" risposi pronta
"Mmm" fece scorrere la penna sul foglio "ok! Eccoti qui... bene, accomodati da quella parte, faremo un giro della scuola e dopo vi accoppieremo e vi condurremo ai vostri appartamenti; puoi lasciare i bagagli in quell'angolo laggiù" mi indicò un punto del salone dove erano già appoggiati alcuni bagagli
"Grazie" le sorrisi riconoscente: a volte non si capisce quanto sia importante una prima impressione, ma sentivo che mi aveva fatto un gran favore anche solo sorridendomi
Posai la mia roba in un angolo ed accarezzai Milly per un po' mentre aspettavo... Ero molto agitata ed anche se ero contenta della nuova avventura, mi sentivo... Come sull'orlo del pianto! Non perché fossi triste: non lo ero, ma sentivo un'enorme agitazione che voleva venire fuori, sfogarsi in qualche modo... Ma mi sarei trattenuta!! Probabilmente nessuno avrebbe voluto essere amico della piagnona
"Bene ragazzi cominciamo" disse Janet a voce alta e tutte le persone nella stanza la seguirono
Ci fece fare un tour della scuola che era bellissima: grande, luminosa e con molti dettagli in stile art nouveau (la mia preferita)

"Ok" disse Janice una volta tornati al punto di partenza "questa era la scuola. Adesso ci sarà una piccola pausa di un quarto d'ora, intanto prendete questi opuscoli" mentre lo diceva fece un leggero movimento della bacchetta ed una serie di opuscoli azzurro chiaro svolazzarono dalla sua cartellina verso ognuno di noi; "contengono informazioni che potrebbero servirvi" concluse sorridendo
Presi il mio opuscolo ma lo lessi senza prestare attenzione... Ero molto agitata: presto avrei scoperto con chi avrei dovuto abitare per 4 mesi
Misi l'opuscolo in tasca con impazienza
"Oddio" sospirò la ragazza vicina a me "chissà con chi sarò un stanza!" Capii che stava cercando di fare conoscenza e le sorrisi sapendo esattamente come si sentiva "Già, speriamo che non sia una pazza" risposi
"O pazzo" mi corresse lei
"Come?" Aveva detto pazzO?
"Beh" rispose "le coppie possono essere miste... c'è scritto nell'opuscolo"
"Oh" tornai a guardare l'opuscolo... Non faceva poi tutta questa differenza se era un maschio o una femmina, ma probabilmente sarebbe stata una convivenza complicata
"Bene ragazzi" la voce di Janet richiamò l'attenzione di tutti "tutti qui adesso, dirò le coppie di coinquilini. Fate attenzione e dirigetevi verso la passaporto che vi verrà indicata." Poi cominciò a leggere i nomi sulla sua cartellina "Baire Mckale e Jenny Lantrock; George Livingstone e Anna Lucas; Miranda Gomez e Amber Gordon; Jeremy Vitali e Astoria Greengrass..."
Non appena sentii il mio nome mi diressi verso la signora che dava le direzioni pochi metri più in là
Vidi il ragazzo che avrebbe vissuto con me: era molto bello; alto, abbronzato, con occhi azzurri e riccioli biondo scuro; quando mi avvicinai mi sorrise ed io ricambiai. La donna dai capelli bianchi cominciò a parlare molto velocemente e con voce monotona, un po' annoiata come se lo ripetesse di continuo "La vostra passaporta parte tra sette minuti esatti; è la pala appoggiata a quella parete, una volta che sarete arrivati al vostro appartamento, troverete sull'opuscolo le istruzioni per disattivarla. Le lezioni cominceranno tra una settimana, vi manderemo un gufo per maggiori informazioni"
"Grazie" risposi mentre ci spostavamo per lasciare spazio ai prossimi; ci separammo e ritrovammo nel giro di pochi minuti davanti alla pala
"Beh, piacere mi chiamo Jeremy" disse lui tendendomi la mano... Parlava in modo strano... Lo sapevo! Mi sono beccata il pazzo del gruppo!
"Astoria, ed è un piacere anche per me" risposi "Hai uno strano accento, di dove sei?" Incrociai mentalmente le dita perché fosse straniero e non strano...
"Sono italiano" rispose passandosi una mano sul collo " mia madre è inglese, ma io sono nato e cresciuto a Firenze"
"Che meraviglia!" Esclamai sollevata e curiosa allo stesso tempo " ma sei venuto a studiare arte in Cornovaglia?!" Ero un po' sconcertata e lui lo capì perché mi sorrise e mi spieghò la situazione "Firenze è meravigliosa, ma io volevo un'avventura"
"Ti capisco" sorrisi. Ero sollevata: il mio coinquilino non sembrava male
"Comunque perdonami ed abbi pazienza con me: il mio inglese non è il massimo" mi disse afferrando la pala e mettendola davanti a se, tra di noi
"Te la cavi molto bene per quello che vedo" gli risposi afferrando anche io la pala; ed era vero: aveva solo bisogno di esercitarsi un po' di più con la pronuncia, perché poi parlava fluentemente e in modo molto sicuro
La pala cominciò a brillare e fummo sbalzati dalla sala per poi ritrovarci su un bel prato verde davanti ad una piccola casetta
Era molto carina, bassa e bianca ed era scrostata dal sale. Si dal sale, perché a poche centinaia di metri il verde diventava sabbia grigio dorata bagnata dal mare

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