Capitolo 31.

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La settimana andò avanti per inerzia.
Approfittai di quella pausa tranquilla per informarmi sulle università, sui bandi di iscrizione, e tutto il resto.
Ho sempre sognato di andare a studiare la facoltà di Arti Creative alla San Francisco State University e dato che è una università pubblica non dovrei avere molti problemi a entrarci.
Riuscì a recuperare tutto lo studio perso delle settimane precedenti, considerato il fatto che tornata da scuola stavo tutto il tempo in casa a studiare. Non sono una che ama studiare ma mi sono rassegnata al fatto che per fare carriera bisogna farlo.

Stavo ancora pensando a cosa mettermi sabato, non conosco la gente che frequenta quelle feste, sarà come la festa cha ha organizzato Connor? O peggio?
La sera, prima di addormentarmi aprivo l'armadio e passavo in rassegna tutti i vestiti che avevo ma non riuscivo a trovare l'abbinamento ottimale.
Avevo bisogno di vestiti nuovi, questo era certo, quelli che avevo per la maggior parte si addicevano alla vecchia Giulia. Leggings, felpe, canotte.
Con la consapevolezza che il mio cambiamento stava funzionando iniziò a balenarmi in mente l'idea di farmi un piercing, mi era sempre piaciuto quella alla narice. Cercando su internet scoprì che si chiamava nostril.
Ho sempre avuto l'idea che i piercing sono meglio dei tatuaggi perché se un giorno ti stanchi puoi toglierli e questi si chiudono, i tatuaggi vanno tolti con il laser, altrimenti te li tieni.

Scesi in cucina, per mia fortuna trovai i miei genitori che guardavano la tv. Almeno potevano darmi retta.
- Voglio farmi un piercing. – Dissi da subito chiaro e tondo ai miei, senza giri di parole.
Entrambi si girarono verso di me con gli occhi sgranati, neanche avessi detto di essere lesbica.
Mia mamma smise di cucinare e si appoggiò al piano cucina, mi guardò un po' perplessa.
- E cosa vorresti farti? – Mio papà ritornò con gli occhi sulla tv.
- Bhè quello alla narice, non è nulla di che, è piccolo e "fine" per una ragazza, un domani poi vorrei metterci l'anello. – Presi il telefono e gli mostrai delle foto di ragazze con quel piercing, c'era che aveva l'annello chi invece un semplice brillantino, le scelte del piercing erano molte.
- Bhè Giulia, se devo essere sincera secondo me non ti starebbe neanche male. Mi hai sorpreso, non sei mai stata un ragazza con questo tipo di pretese, però... Perché no? – A volte mia mamma sapeva essere davvero pesante ma se la si prendeva dalla parte giusta con diplomazia e tanta pazienza si poteva ragionare tranquillamente.
- Mh si, ci sto. All'inizio sarà diverso vederti con quella cosa in faccia ma comunque non è nulla di invasivo. – Dovevo ammettere che era stato fin troppo facile, cioè non era la prima volta che esponevo questo argomento ai miei e abbiamo avuto tempo di ragionarci su in passato, ma l'idea di farmi un piercing dall'oggi al domani non l'avevo mai presa veramente in considerazione.
- Esattamente, poi se un giorno mi stanco lo posso sempre togliere. – I miei erano d'accordo con le mie parole.
- Dove hai intenzione di andarlo a fare? Ti devo accompagnare? – Mia mamma tornò a cucinare.
- Non penso, volevo andare con una ragazza che ho conosciuto a scuola. Lei ha diversi piercing. Ti faccio sapere, okay? – Volevo andarci con Lisa, lei ne sapeva più di me di queste cose, aveva il septum e diversi piercing alle orecchie.
- Okay, perfetto! – Sorrisi ai miei genitori e poi tornai su per le scale in camera mia.
- Ah Giulia! – Mi chiamò mio padre, tornai in cucina. Spero che non abbiano cambiato idea in così poco tempo.
- Ho visto la documentazione per fare domanda di ammissione alla San Francisco State University. Io e tua madre siamo contenti della sua scelta. – Mi papà mi rivolse un sorriso.
A quanto pare notavano i miei sforzi a scuola. Che magari i rapporti con i miei genitori stessero migliorando? Bhè, con mio padre non ho mai avuto grossi problemi, era con mia madre che alcune volte non riuscivo a venirne a capo.

Tornai in camera tutta felice e presi il telefono.
Mi misi subito in contatto con Lisa.

"Lisa! Domani mi devi accompagnare a fare un piercing e fare shopping, ci stai?"
Visualizzò quasi subito.
"Wow! Ciao Giulia! Cosa succede? Si è risvegliata la tigre selvaggia in te?"
"Nha hahah ho solo "convinto" i miei, ci vediamo dopo scuola?"
"Certo! Passo io a prenderti! Non vedo l'ora hahah a domani ;) xLisa"
"Okay, grazie Lisa, a domani! :D xGiulia"

Ero elettrizzata fino alla punta dei capelli, non ci potevo credere, per una ragazza che come me cambiare pettinatura era già un trauma di per sé, fare un piercing sarebbe stato una cosa inimmaginabile.
Stavo prendendo la strada giusta, i segnali erano chiari.
Mi sdraiai sul letto a pancia in su e guardando il soffitto espirai a occhi chiusi, ero sfinita, i cambiamenti compromettono parecchia energia a quanto pare.
E se... Agli altri non piacessi più? E se un piercing mi rovinasse "la faccia"? E se magari mi facesse infezione?
Dio, quanto odiavo la parte insicura di me stessa, mi sabotava tutti i piani, fin da quando ero piccola.
Ricordo che quando tutte le mie compagne di classe iniziarono a mettersi lo smalto io non volevo farlo, anche se lo desideravo con tutta me stessa, perché avevo paura che le unghie prendessero il colore dello smalto stesso. Ero ridicola.
Insomma, vevo l'opportunità di simboleggiare il mio cambiamento con piercing e non mi sarei mai e poi mai fatta scappare questa opportunità, non ora, mi dispiace.

02:14
La radiosveglia sul mio comodino proiettava quei numeri in un rosso così intenso che dovetti socchiudere gli occhi per controllare l'orario.
Scesi dal letto, scale e poi cucina. Avevo una sete tremenda.
A quell'ora era ancora tutto immerso nell'oscurità fuori, davanti alla finestra della cucina il mio unico pensiero fu "fa freddo per la miseria".
Salì gli scalini con pigrizia e arrivata in camera accesi la luce che subito illuminò tutta la stanza.
Sgranai gli occhi appena notai qualcosa di strano appoggiato al davanzale della mia finestra.
Sembrava un foglio di carta appallottolato con due lacci che ne uscivano fuori, non riuscivo a distinguere bene le cose poiché i miei occhi erano ancora impastati di sonno.
D'istinto mi avvicinai, piano piano. Ma quanto mai l'avessi fatto.
Era la mia rosa bianca, quella del ballo.
Pensai:

"Merda, sto impazzendo."

Two Shades. (The Vamps ff)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora