Capitolo 36.

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"Giulia sono partita da casa adesso, 15 minuti e sono da te! Sappi che appena arrivo voglio delle spiegazioni eh! :S"

Ero già seduta sulla veranda con il giubbotto infilato e la borsa a tracolla.
Avevo mangiato un pezzo di pizza che mia mamma aveva fatto in casa, dovevo mangiare qualcosa per forza altrimenti bevendo alcool mi sarei di certo sentita male al primo bicchiere.
Ammettevo di aver un po' l'ansia che Connor potesse spuntare da dietro l'angolo da un momento all'altro, o che mi potesse osservare dalla finestra di casa sua... Ma forse mi stavo facendo un po' troppe paranoie, e comunque mi ero ripromessa più e più volte di non pensarci.
Stavo giocando con i lacci della mia giacca quando la Ford di Lisa si fermò davanti al vialetto d'entrata di casa, suonò due volte il clacson ed io a gesti gli dissi di non fare casino. Lei mi mandò a quel paese e abbassando il finestrino mi urlò di sbrigarmi a entrare in macchina.
Avvicinandomi alla macchina si sentiva il motivetto e i bassi di Sorry di Justin Bieber farsi sempre più chiari e più alti.
- Non so se chiederti prima se sei pronta per la festa o cosa sia successo di così grave per avermi convinta a venire così presto a prenderti. – Lisa mi squadrò dalla testa ai piedi più volte mentre mi allacciavo la cintura e mi sistemavo sul sedile del passeggero.
- Intanto ciao. – La guardai anch'io, i lunghi capelli castano scuro erano perfettamente piastrati e divisi con la riga in mezzo, il trucco era curato nei minimo dettagli, l'eyeliner era steso con cura e le ciglia erano lunghe e scure, aveva messo il septum oro e un rossetto color cipria mat. Sotto la pesante giacca nera aveva una maglietta che gli arrivava fino a metà coscia, larga, bianca e con delle strisce nere in fondo, al centro era ben visibile lo stemma di una squadra di hockey i "Rough Cuts", più sotto indossava un paio di gambaletti che arrivavano fino alle ginocchia, terminanti in un paio di Vans nere.
Un abbigliamento strano ma che nel complesso non era neanche male. Lei come al solito era impeccabile, quasi da farmi scendere l'autostima, ma non dovevo abbattermi.
- Si scusami, ciao, cosa è successo? – Finalmente decise cosa voleva sapere prima.
- Solite cose, casini con Connor e con me stessa, tutta roba che sai già... Insomma ho bisogno di non pensarci, tutto qui. – Guardai fuori dal finestrino e in quel momento la macchina iniziò a muoversi.
- Eccomi! Sono pronta a farti dimenticare qualsiasi tipo di ragazzo! Sta sera non ci penseremo e ci divertiremo e basta, giusto? – Urlò sopra la musica che usciva dalla radio.
- Giusto. – Brontolai poco convinta.
- Non ho sentito bene, ragazza! – Urlò ancora più forte.
- Giusto! – Urlai sopra la sua voce e lei cacciò un urlo stridulo.
Al primo semaforo rosso si girò e iniziò a frugare nella sua borsa appoggiata sul sedile posteriore, cercando qualcosa. Appena il semaforo diventò verde si girò e mi appoggiò tra le gambe una bottiglia di vodka alla fragola ancora chiusa.
- Ti avevo promesso del Whisky ma nella fretta non l'ho trovato, prego, apri pure le gam... Ehm volevo dire le danze! – Rise fragorosamente ed io insieme a lei.
Svitai il tappo e bevvi un sorso di vodka, il bruciore si sprigionò subito in gola e nello stomaco per poi lasciare una nota di fragola dolciastra sulla lingua.
- Quali sono i programmi per questa sera? – Tossicchiai un paio di volte per colpa della vodka.
- Bhè dato che siamo in giro già così presto a questo punto andiamo a casa di Nate, ci sarà poca gente e molto probabilmente staranno ancora preparando tutto ma non saprei dove altro andare poiché siamo solo noi due. – Alzò le spalle e mise la freccia per svoltare in una strada sulla destra.
- Oh okay. – Non sapevo dove fossimo, erano già quindici minuti che Lisa stava guidando e fuori era buio quindi non riuscivo a distinguere gran che dal paesaggio, sapevo per certo che avevamo passato il centro della città ed eravamo diretti verso la periferia opposta.
Appena Lisa imboccò la strada non vedevo altro che ville di lusso, case a due o tre piani circondate da spessi muri e cancelli all'avanguardia, tutte illuminate impeccabilmente.
- Nate abita qui? – Chiesi incuriosita, con il naso ancora attaccata al finestrino.
- Esattamente, suo padre lavora in politica ed è figlio unico quindi si può dire che ha i soldoni. – Sul viso di Lisa si dipinse uno strano ghigno, a quanto pare i soldi la attraevano parecchio.
La macchina si fermò davanti a un cancello con pannelli di legno lucido davanti, sembrava davvero pesante e massiccio e il legno era così lucido da riflettere la luce dei fari della macchina.
Lisa suonò il clacson due volte. – Ah no, è vero che per i ricconi non funziona così. – E scese dalla macchina ridendo, si avvicinò al citofono e suonò, subito la telecamera s'illuminò e Lisa mandò a quel paese Nate più volte per quel "maledetto citofono".
- Okay, pronta a vedere il "villone" di Nate? – Mise in moto la macchina e piano piano il cancello si aprì.
Quello che vidi mi fece rimanere a bocca aperta.
Davanti a un grande prato all'inglese perfettamente tagliato, con alberi di pino e cespugli sparsi qua e là, c'era una casa completamente bianca, in stile moderno, tutta illuminata con grandi finestroni che davano sul giardino e che facevano intravedere il mobilio interno.
Lisa seguì la strada che portava ai garage e qui un'altra serranda di legno massiccio comparve davanti a noi.
Lentamente la serranda si alzò mostrando un garage del tutto in ordine e dove erano parcheggiate due Range Rover bianche con i vetri oscurati, vedere la macchina di Lisa parcheggiata di fianco a queste due macchine faceva veramente ridere.
Scesa dalla macchina mi guardai intorno e poco dopo una porta (dello stesso legno del cancello e della serranda) si aprì, da dietro ne uscì Nate.
- Reputati fortunata che ti ho fatto parcheggiare qui, gli altri le macchina le lasciano fuori, donna. – Nate entrò spavaldo puntando un dito verso Lisa che non esitò a mostrargli il dito medio e ridergli in faccia, quella ragazza era dotata di una sfacciataggine senza eguali.
- Buonasera Giulia. – Nate face un semi inchino piegando la testa e infilando le mani in tasca, indossava un paio di jeans attillati neri, All Star di un bianco sfavillante, e una maglietta a maniche corte grigia, con maniche arrotolate, che mostravano i bicipiti tatuati, e un taschino su cui era stampato un bizzarro cuore rosso con la scritta LOVER. La cosa più strana del suo abbigliamento era il berretto grigio scuro da cui uscivano due ciocche di capelli riccioli e ribelli.
- Buonasera anche a te, Nate. – Cercai di rivolgergli un sorriso sincero.
- Finalmente abbiamo le prima ragazze, di sopra siamo solo ragazzi e la faccenda stava diventando un po' triste, venite pure. – Nate si girò e riaprì la porta da cui era uscito pochi secondi prima.
Le scale erano fatte di pannelli di legno illuminati da led sottostanti che portavano a una stanza da cui proveniva una luce calda.
Terminate le scale ci ritrovammo in un corridoio con moquette beige e pareti ricoperte di pannelli marroni e lucidi.
- Mi sono dimenticato di dirvi che la festa non sarà qui ma nella casetta degli ospiti, i miei non vogliono assolutamente che rovini casa. – Seguimmo Nate che si dirigeva verso... Il salotto, penso.
Il corridoio sfociava in una stanza molto spaziosa, con il soffitto alto e le pareti ricoperte di pannelli di legno verniciati di marrone scuro, in fondo alla stanza c'era una finestra che ricopriva l'intera parete e che dava sul giardino sul retro, incorniciata da tende pesanti. Al centro della stanza capeggiava un divano a L grigio scuro insieme a un divanetto dello stesso colore e un tavolino nero lucido, il tutto su un pesante tappeto nero che doveva essere davvero soffice al tatto. Sulla parte di fronte al divano era fissata al muro una televisione al plasma enorme, completamente illuminata e, addirittura, incorniciata da una cornice in stile barocco argentata.
Tutto questo m'incantò, non avevo mai visto così tanto lusso in vita mia, sembravo una bambina in un negozio di dolci.
- Hai una casa davvero stupenda, Nate. – Le parole mi uscirono dalla bocca senza che io lo volessi, logico che era stupenda, bastava solo vedere la televisione appesa al muro.
- Grazie, lo dicono in tanti. – Non riuscì a contenere una risata che rimbombò nel salotto.
- Vado a chiamare i ragazzi che sono in cucina a bersi due birre, aspettate qui. – Nate fece uno scatto e sparì in cucina.
- Tu sei mai stata a casa sua? – Bisbigliai a Lisa.
- No, ma dicono che vederla tutta è una benedizione per gli occhi. – Anche Lisa sembrava rapita dallo sfarzo della casa.
- Ma dato che hanno tutti questi soldi, perché Nate non è andato in una scuola privata? – Il dubbio mi sorse spontaneo.
- Dicono che Nate si era fatto un sacco di amici in città e non voleva allontanarsi da loro quindi ha deciso di restare qui. – Lisa stava fissando il televisore da più di un minuto.
Poco dopo uscirono Jake e Chase dalla cucina, entrambi con una bottiglia di birra in mano.
- Perfetto, andiamo alla sede ufficiale della festa così posso inserire gli allarmi e spegnere le luci di casa. –

Usciti da casa la prima cosa che non si poteva notare era l'enorme piscina illuminata al centro del giardino, anche questo tagliato e curato a regola d'arte. In fondo all'enorme cortile si poteva vedere una casetta di modeste dimensione, anche questa in stile moderno e tutta completamente bianca, con uno strano tetto a spiovente.
Oltrepassata la piscina e dopo aver camminato attraverso l'enorme giardino (ci impiegammo tanto tempo per arrivare fino a quella casetta), Nate aprì la porta chiusa a chiave e disinserì i diversi allarmi.
Dopo aver acceso le luci ci si presentò davanti una versione in "miniatura" del salotto di casa sua.
- Okay spiego rapidamente alle ragazze come funziona, voi andate pure in taverna, è già tutto pronto, il dj dovrebbe arrivare a momenti. – Questa "casetta" aveva anche una taverna?
- Allora, su questo piano, oltre al salotto ci sono una cucina e un bagno, su per quelle scale si va alla mansarda dove ci sono due camere da letto e giù per di là c'è la taverna dove si terrà la festa, ora dovrò andare a recuperare gli altri che arriveranno, ma state certe che nel giro di un' oretta la festa potrà anche decollare. – Mentre ci illustrava la casa Nate indicò una scala in vetro che portava al piano di sopra e che dopo pochi metri di pianerottolo scendeva al piano di sotto.
- Bhè quindi noi ci facciamo un giro... - Lisa era ancora rapita dalla visione della piscina, secondo me.
L'iphone di Nate iniziò a squillare, lo tirò fuori dalla tasca.
- Si fate pure quello che volete, di sotto c'è un buon assortimento di alcolici quindi andate a bervi qualcosa con Chase e Jake. Ci vediamo tra poco, devo scappare ora. – Dopo averci fatto l'occhiolino Nate guizzò fuori dalla porta.
Senza aggiungere altro, e dopo pochi secondi di silenzio, Lisa ed io ci guardammo negli occhi e con un sorriso stampato sulle labbra pensammo la stessa identica cosa.
- Sarà una festa fantastica! – Urlammo all'unisono come due adolescenti impazzite.

Two Shades. (The Vamps ff)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora