A volte mi chiedevo cosa avevo fatto di male nella vita per meritarmi tutti questi guai, magari in una vita precedente ero un terribile serial killer che faceva cose orribili alle persone e adesso stavo scontando tutte le cose che avevo fatto a quelle povere anime.
Amen.
Raccolsi tutte le energie che avevo in corpo, tutta la buona volontà e la pazienza che potevo possedere e entrai in cucina a testa alta, tanto per dimostrare a qualcuno che ero cambiata, che ormai era acqua passata, che avevo voltato pagina... Magari lui se ne sarebbe fatto una ragione prima del previsto e sarebbe uscito subito da casa mia.- Ciao Connor. – Gli sorrisi per cortesia, in quel modo cercai di dissimulare tutte le emozioni che mi giravano per la testa.
- Ciao Giulia, volevo chiederti se ti andava di andare a prendere un frozen yogurt con me, ho due coupon per... -
- Okay, ci sto. – Lo interruppi a metà frase, mi stupì della "sfacciatezza" con cui mi fece quella proposta proprio davanti a mia madre. Sapeva che lei era una ficcanaso assurda quando si trattava di "appuntamenti" e quindi meno era a conoscenza delle mie uscite meglio era per me.
Mi voltai e salì le scale di fretta.
Era incredibile come le cose stavano prendendo una strana piega, tutto nelle ultime settimane, tutto così in fretta... Voglio dire, questa mattina ero terrorizzata per la strana telefonata di Daisy, poi adesso sono... Elettrizzata? Nervosa? Arrabbiata? Intimorita? Non lo so nemmeno io, per la proposta di "appuntamento" di Connor.
A quanto pare tutto questo scombussolamento di emozioni era causato anche dall'imminente arrivo dei "giorni rossi del mese" (come li chiama mia sorella), ma cavolo, non posso farmi sopraffare così da un ragazzo, sono adulta e devo saper tenere in pugno la situazione, avere dalla mia parte il manico del coltello e sfruttare i punti forti a mio favore.Controllai di avere tutto nella borsa di cuoio nera più e più volte, avevo mille pensieri per la testa e di sicuro mi sarei scordata qualcosa di importante, tipo il portafoglio o il rossetto.
Mi truccai il più accuratamente possibile, senza però esagerare, sono dell'idea che basta poco trucco e messo bene per avere un buon risultato, al posto di mettersi un intera fabbrica di cosmetici addosso per coprire tutta la faccia.
Chissà che cosa voleva dirmi Connor, anche lui voleva farmi delle raccomandazioni su Nate e gli altri? Voleva dirmi di non andare alla festa di questa sera?
A proposito della festa! I miei genitori non sapevano ancora nulla! Dovevo dirglielo subito, altrimenti avrei dovuto escogitare un piano per uscire quatta quatta da casa senza farmi beccare da loro, avrebbe significato lavoro in più per me e in questi tempi, tra scuola e vita sociale, è importante evitare fatiche inutili.
Arrivata in fondo alle scale mi girai verso mia mamma che mi guardava dalla soglia della cucina con uno strofinaccio in mano.
- Mamma sta sera vado a una festa. – Dissi senza mezzi termini, se gli avessi chiesto il permesso si sarebbe aperta una odissea di domande.
- Ah, ma... A che ora torni? E con chi vai? – I suo occhi saettavano da me a Connor come se volesse dirmi "Ci vai con lui, vero?".
- Non lo so a che ora torno, sinceramente, e ci vado con Lisa, una mia compagna di classe. – Il mio tono e piatto, dovevo sembrargli sicura.
- Ah okay, non la conosco la ragazza, comunque... Ci viene anche Connor? – Alzò le sopracciglia e sorrise.
Eccola, la domanda che aspettavo dall'inizio della conversazione.
- Si. – Non aggiunsi altro, non ci pensai due volte a dirle che veniva anche lui, se avessi detti di no altre domande mi avrebbero sommersa e magari messo nei pasticci, come spesso capitava.
- Ah che bello! Okay vi lascio andare, vi ho trattenuto fin troppo. Ciao Connor, salutami tanto tua madre! -
Quel "salutami tanto tua madre" mi colpì come uno schiaffo sulla testa.
Conosceva sua madre? Parlavano di noi due? O di me? Perfetto, un altro problema che si aggiungeva alla lunga lista.Camminammo fianco a fianco senza dirci nemmeno una parola fino alla macchina di suo padre, la Range Rover nera che avevamo usato per andare al famoso ballo scolastico.
Quando mi aprì la portiera per farmi salire i ricordi piacevoli di quel giorno mi travolsero, io con il vestito perfetto del ballo, lui con lo smoking, il nostro bacio, ma poi mi ricordai anche del resto, del tragico resto.
- Quindi ci vedremo anche alla festa di sta sera? – Non mi era neanche accorta che era salito sul sedile del guidatore a fianco a me, aveva appoggiata la mano dietro allo schienale del mio sedile e si era voltato per fare retromarcia.
- L'ho detto solo per rassicurare mia mamma. – Mi giustificai, ma era la verità.
- Capisco, ti piace il frozen yogurt, vero? Perché se no possiamo andare da qualche altra parte. – Quindi la storia del coupon era solo una scusa...
Sembrava che si concentrasse il più possibile sulla guida apposta per evitare il mio sguardo, questo mi fece capire che era teso tanto quanto me. No aspetta, io non ero tesa, avevo la situazione in pugno.
"Ho la situazione sotto controllo, ricordatelo Giulia"
Continuai a ripetere quella frase in mente prima di aprire la bocca.
- No lo yogurt mi va bene, mi piace. –Parcheggiò davanti a un negozietto in centro città color azzurro pastello.
Non avevo mai visto quel posto ma sembrava carino, sopra la porta era appesa una scritta in legno grezzo ridipinto di bianco con scritto "la tana del coniglio", un nome bizzarro per una yogurteria.
L'interno del negozio profumava di caramello e le pareti erano color lavanda, i mobili tutti bianchi e di legno.
Dietro il bancone c'era una ragazza con degli occhiali più grandi del suo viso e i capelli neri raccolti in una treccia.
Dopo aver salutato la commessa Connor andò diritto a sedersi a un tavolo sotto a una finestra che dava sul retro del negozio, in fondo al locale, si tolse la giacca e si sedette incrociando le braccia sopra il tavolo.
Io feci lo stesso con gesti meccanici e iniziammo a guardare i menù.
- Cosa prendi? – Scrutava il menù con tale velocità che non penso proprio lo stia leggendo.
- Yogurt light con cioccolato e cereali, tu? – Era un po' strano prendere lo yogurt light con il cioccolato, ma al momento non mi importava tanto, volevo solo sapere cosa doveva dirmi.
- Penso lo stesso. – Chiuse il menù e lo appoggiò davanti a se, in quel momento alzò gli occhi e scrutò il mio viso in cerca di qualche segnale per iniziare a parlare.
Era innegabile che i suoi occhi blu continuavano a farmi un certo effetto, ma ricacciai tutto da dove era venuto.
- Di cosa dobbiamo parlare questa vota? – Abbassai gli occhi e iniziai a giocare con l'angolo in plastica del menù.
- Ci andrai davvero alla festa di questa sera? -
- Si, ho già preparato tutto e mi sono messa d'accordo con Lisa. – Piegavo la carta plastificata per evitare il suo sguardo, lo ammetto, ma non volevo complicare la situazione già troppo intricata di suo.
- Non sarò io a impedirtelo, ma mi sembra giusto dirti che non è bella gente quella, stai attenta. – Il suo tono sembrava pacato e comprensivo, leggero, come velluto sulla pelle.
- Grazie. -
In quel momento arrivò la cameriera per prendere le ordinazioni e restammo in silenzio fino a quando non arrivarono gli yogurt.
- Sappi che ti aspetterò, sempre. -
Mi sembrava di aver udito quelle parole uscire dalla sua bocca mentre mescolava il cioccolato con lo yogurt, gli occhi fissi sul cucchiaino blu.
- Connor, ti prego, non complicare le cose. -
- Le cose non sono complicate, le hai complicate tu. -
In quel momento sentì il cuore fermarsi e un groppo grande quanto un pugno mi si formò in gola, la salivazione mi aumentò e il sangue corse alla testa, penso per tenersi lontano dal cuore che da un momento all'altro rischiava di esplodere.
- Tu hai complicato le cose! Se ti fossi tenuto lontano da quella puttana io e te adesso potevamo anche essere fidanzati! – Mi alzai di scatto e la sedia rischiò di cappottarsi all'indietro, vacillando pericolosamente.
All'improvviso mi ricordai di essere in un locale pubblico e mi voltai verso i clienti che mi guardavano con aria stranita.
Inghiottì, presi la borsa e tirai fuori una banconota da dieci lasciandola sul tavolo per pagare il mio conto.
- Sapevo che questo incontro non doveva esserci, ho preso tutto troppo alla leggera , scusami. – Presi le mie cose e uscì dal negozio frettolosamente.
Arrivata fuori mi ricordai inoltre che eravamo venuti fin qui con la sua macchina, e non sapevo neanche dove diavolo fossimo.
- Giulia! – Connor mi corse in contro dopo essersi scusato più volte con la cameriera per il casino.
- Scusami non volevo dire quello che hai sentito. -
- No Connor, è tutto una scusa continua, tutto. – Avevo il fiatone. - Mi sembra chiaro che non ci dobbiamo più vedere. – Inghiottì un po' di saliva.
- Lo permetterò a una condizione. – Sospirò ma sembrava troppo sicuro di quello che stava per dire. – Non ci vedremo più solo se mi prometterai che ci ripenserai, sono disposto a lasciarti spazio per riflettere, ma promettimi che lo farai. -
I suoi occhi mi supplicavano di ascoltarlo, ma cosa volevano veramente il mio cuore e la mia mente?
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Two Shades. (The Vamps ff)
FanfictionIn fondo, avevo solo bisogno di qualcuno, cercavo qualcuno. E quel qualcuno forse eri tu. (The Vamps ff)