Stavo camminando accanto a William, quando lo scorgemmo in lontananza. Dopo quattro giorni non avevamo fatto progressi, anzi il viaggio sembrava più lungo e stremante che mai. Avevamo seppellito Robb nei pressi di un rifugio costruito per la notte, non potendo trasportare con noi il suo corpo. Il paesaggio tetro ed il gelo avevano un effetto demoralizzante sul nostro animo, toglievano la speranza ogni giorno di più. L'unica convinzione che ci rimaneva era che la C.A.T.T.I.V.O. ormai aveva vinto. Non c'era modo di uscire da quel casino, saremmo tutti morti in poco tempo o rimasti cavie da laboratorio per sempre. Solo Chuck non sembrava aver perso la sua foga. Si comportava come un vero capo, incitandoci a proseguire, rammentandoci la nostra missione e la possibilità di salvare le nostre famiglie. Ogni tanto riusciva addirittura a strapparci un sorriso. Gliene ero grata, poiché io più di tutti mi sentivo debole ed abbattuta per la nostra sorte. La notte, accampati in caverne o in piccoli capanni abbandonati e distesi intorno al fuoco, piangevo ricordando. Ricordare può essere una maledizione, specialmente quando sai che non puoi fare nulla per cambiare gli eventi. I volti dei miei genitori, di Rachel, di Newt e di tutti i miei amici mi apparivano come visioni spettrali nei miei incubi, rendendomi il sonno impossibile.
Guardavo l'orizzonte, affondando il naso nella sciarpa calda e sforzandomi di tenere gli occhi aperti nonostante il vento gelido che sferzava il mio volto. Le iridi castano dorato cercavano un segno, ma le pendici spoglie della montagna e l'uniforme distesa ghiacciata non mutavano.
Improvvisamente Chuck alzò una mano, invitandoci a fermarci. Inizialmente non capii il problema: non avvertivo la presenza di ibridi o animali nelle vicinanze, eppure afferrai le mie armi agganciate alla cintura. Cominciai a farmi strada tra i miei compagni e solo quando raggiunsi il mio migliore amico capii il problema. Infatti proprio ai suoi piedi si prolungava un immenso crepaccio, la cui larghezza mi lasciò estasiata. Una grossa spaccatura, quasi una crepa che interrompeva la continuità del ghiacciaio, si protendeva dal punto in cui ci trovavamo.
Sembrava che una grande voragine si fosse aperta nel nostro cammino, talmente profonda da non riuscire a scorgerne il fondo. Al suo interno le sfumature azzurrine ,che caratterizzavano le lisce pareti di ghiaccio, scurivano fino a perdersi nell'oscurità totale. Rabbrividii al pensiero di cadere.
In pochi secondi tutti i miei amici si avvicinarono al dirupo, trattenendo il fiato.
"Si può aggirare?" domandò Tom sicuro, guardando Chuck. Il ragazzo dai lineamenti asiatici e la pelle scura scosse il capo, sconfortato.
"E' troppo lungo e non ho mai visto un crepaccio tanto largo. Dovremo costruire una corda dannatamente robusta per poterlo superare..."ribatté irrigidendo la mascella, "Porca sploff questa proprio non ci voleva". Gli appoggiai una mano sulla spalla, cercando in qualche modo di rassicurarlo o semplicemente farlo sentire meno solo.
"Hope, Alby occupatevi voi della corda... gli altri si riposino e mangino qualcosa, non sarà semplice..." ordinò William accasciandosi contro una roccia. Ognuno si mise al lavoro.
"Forza Edison, nessuno qui aspetta i tuoi comodi" sussurrò sprezzante il fratello di Jordan. Sbuffai e lo seguii di malavoglia. Notai Tom scrutarmi con la coda dell'occhio mentre sistemava le sue frecce nella faretra. Mi impegnai per distogliere lo sguardo.
Albert ed io ci sedemmo in una zona riparata e subito cominciammo ad intrecciare le varie corde in nostro possesso per crearne una più resistente. Nessuno parlò fino a quando non arrivammo a metà del lavoro. Fu il mio acerrimo nemico a spezzare il silenzio.
"E se costruissimo una rete, invece che una corda?" domandò senza smettere di guardare le sue mani agili che modellavano la nostra unica fonte di salvezza. Quelle semplici parole mi lasciarono spiazzata. L'idea era geniale, ma a stupirmi fu il tono di voce che usò; in esso non vi era alcuna traccia della normale malignità che usava nei miei confronti.
"Se abbiamo abbastanza corde, ci sto!" risposi guardolo sottecchi, il ragazzo non aveva mostrato alcuna reazione ma si stava impegnando per terminare il lavoro il più velocemente possibile. Sbuffai notando la mia goffaggine e la quasi assente dimestichezza con cui intrecciavo le corde; non avrei mai potuto eguagliarlo.
"Mi dispiace per Erica e per Jordan... so come ti senti. E posso sinceramente assicurarti che la mia rabbia nei confronti della C.A.T.T.I.V.O. è pari alla tua" borbottai. Non riuscivo a capire come tali parole fossero fuoriuscite dalle mie labbra. Ebbi paura di come avrebbe potuto reagire Albert, ma il figlio maggiore di Gally mi stupì nuovamente. Alzò finalmente lo sguardo e nei suoi occhi castani vi lessi la fierezza di un leone.
"E' tutta colpa loro, non dobbiamo farlo dimenticare agli altri. Un giorno avremo la vendetta tanto desiderata: per noi e per i nostri genitori. Si pentiranno di averci fatto questo!" ringhiò, con un'espressione folle. Un sorrisetto compiaciuto mi spuntò sulle labbra.
"Gliela faremo pagare!" aggiunsi. Il ragazzo mi sorrise a sua volta: il sorriso di un cospiratore.
Allungò la mano verso di me. La fissai sgomenta per qualche secondo, ma non ebbi esitazione a stringerla.
"Quindi alleati?" domandai insicura, il ragazzo annuii poi tornò serio.
"Cerchiamo di finire questa rete di caspio prima che tramonti il sole, altrimenti siamo spacciati".
Qualche ora dopo la nostra opera era terminata e la stringemmo trionfanti mostrandola agli altri. Chuck ci premiò con una pacca sulla spalla, congratulandosi. I ragazzi sorrisero raggianti, perfino Tom. Cercai di assorbire parte di quell'ottimismo, godendomelo ogni secondo. Ne avrei avuto bisogno per superare la prova che ci attendeva.
"Facciamo alla svelta" ribatté William, "Altrimenti avremo meno possibilità di raggiungere la sponda opposta entro la notte". Lo assecondammo e cominciammo a muoverci e a posizionarci intorno al crepaccio. I nostri cuori battevano all' unisono e le membra tremavano scandendo il ritmo di una paura profondamente radicata nella nostra mente.
Scusate il capitolo intero mi pareva troppo lungo per pubblicarlo tutto in una volta! Prometto che lo posterò questa settimana non appena avrò raggiunto abbastanza visualizzazioni della prima parte...
Ho appena finito di leggere "The Virtnet Runner, il Giocatore".... zio James hai superato te stesso? Qualcuno di voi l'ha letto?
Se vi va lasciate un commentino..... verrete ripagati con un ottimo hamburger di Frypan!
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The Maze Runner - AFTER
Fanfiction"Il Labirinto era un codice" "Non si potevano evitare le prove della Zona Bruciata" "Ogni morte era per un cura" ° Tutto si sta ripetendo. La salvezza era solo un'illusione, le prove non sono terminate e la cianografia è più urgente che mai. Ma qu...