Lentamente spostai lo sguardo dalla pistola fino a colui che la impugnava. Era un uomo alto, robusto ed il primo dettaglio che mi catturò del suo volto fu una folta barba biondo rossiccia piuttosto incolta e trasandata. Gli occhi non lasciavano trasparire alcuna emozione oltre la diffidenza. Il portamento era minaccioso e non dubitai assolutamente della sua capacità di spararmi a sangue freddo. Eppure la voce che aveva parlato poco prima non apparteneva a lui.
Ignorando l'arma, ormai puntata con insistenza al mio petto, cercai di alzarmi in piedi e scrutare la situazione oltre le spalle dell'uomo.
Il capanno era piuttosto buio e riuscii a scorgere a malapena le sagome dei miei amici, minacciati da altri sconosciuti. Queste persone erano sbucate dal nulla, come se appartenessero all'oscurità stessa di quel luogo, e ci avevano circondati. Scartai immediatamente la possibilità di reagire: erano tutti armati con coltelli e semplici armi da fuoco, inoltre non avrei mai potuto atterrare un uomo con una corporatura massiccia come colui che mi aveva inchiodata contro il muro. Per l'ennesima volta dall'inizio delle prove maledissi il mio corpo snello.
Al centro della stanza, scrutandoci con meraviglia ed una sottile scintilla di divertimento, si ergeva una donna non molto alta. Portava i capelli neri corti e diverse armi agganciate alla cintola; l'autoritarietà con cui osservava la scena mi lasciò intendere che si trattasse del capo di quel gruppo.
"Allora, non mi avete risposto...chi diavolo siete voi?" domandò nuovamente sbuffando aspramente. Non ci fu alcuna reazione, semplicemente rimanemmo a fissarla increduli.
Intanto nel mio animo si scatenavano sentimenti contrastanti. Ero incredibilmente spaventata, non conoscevo le intenzioni di quegli uomini e ne ero assolutamente terrorizzata, ma una rabbia crescente cominciava a salire a galla. Mi sentivo terribilmente impotente e ciò mi irritava. Avrei preferito trovare una scappatoia alla svelta, usare la violenza se necessario ma portare me stessa e i miei amici lontano da tale spiacevole evento.
La donna alzò una mano e fece un gesto annoiato in direzione della decina di uomini. Questi annuirono e cominciarono a strattonarci. L'uomo con la barba, sempre inforcando la pistola, si limitò ad afferrarmi per un braccio trascinandomi fin davanti alla donna. In un attimo formammo una linea dritta di fronte a lei, circondati completamente da quei minacciosi individui. Mi guardai per un attimo intorno, come per accertarmi che tutti i miei compagni stessero bene. Chuck al mio fianco stringeva i denti per la rabbia e potevo sentire i muscoli del suo corpo in tensione. Gli sfiorai il braccio, senza guardarlo negli occhi, sperando che si calmasse e che la sua impulsività non causasse ulteriori problemi.
Le iridi color nocciola della donna fissarono lentamente i nostri volti, uno a uno. Quando mi guardò negli occhi non potei reprimere il brivido che mi corse lungo la spina dorsale. Sembrava che quella donna riuscisse a leggerci nel pensiero, a scavare nel nostro animo raccogliendo tutte le informazioni che le servivano. Velocemente trasformai il mio viso in una maschera di indifferenza, in modo che non potesse capire in nessun modo cosa stavo provando, soprattutto la paura che tentavo di reprimere. Le labbra le si incresparono in un appena accennato sorrisetto compiaciuto. In un certo senso mi ricordò un cacciatore che osserva le sue prede, dopo averle catturate, quando ormai sa che non possono più fuggire dalle sue grinfie. Cercai di rilassarmi: ormai eravamo in trappola e l'unico modo per uscire da quella situazione era con diplomazia. Dovevamo giocarcela con furbizia.
"Allora? Chi di voi è il capo?" chiese, incrociando le braccia al petto. Istintivamente lo sguardo di tutti cadde su Chuck, che ormai si era guadagnato questo ruolo fin dal primo giorno. Tale padre tale figlio. Il mio migliore amico fece un passo in avanti. In silenzio pregai che non facesse cazzate.
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The Maze Runner - AFTER
Fanfiction"Il Labirinto era un codice" "Non si potevano evitare le prove della Zona Bruciata" "Ogni morte era per un cura" ° Tutto si sta ripetendo. La salvezza era solo un'illusione, le prove non sono terminate e la cianografia è più urgente che mai. Ma qu...