Prologo

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Emma
La scatola stette per aprirsi.
Riuscimmo a sentire anche le urla del ragazzo all'interno che cercava di uscire in qualche modo, e tentava di capire perché si ritrovava all'interno di un'enorme cella chiusa con animali e cibo.
La scatola ci raggiunse e il sole baciò il viso del ragazzo al suo interno.
Cercava di coprirsi dai raggi di luce, ma la curiosità era più forte.
Gally scese nella scatola.
-Buon giorno, pivello- lo aiutò ad alzarsi e ad uscire.
Restammo tutti fermi, guardando il nuovo arrivato.
Fece solo in tempo a vedere quanti occhi lo stavano scrutando che si mise a correre verso una meta sconosciuta.
-Guardate! Abbiamo un velocista!- urlarono alcuni ridendo.
Non era divertente, ma sembrava simpatico vedere quello che tutti avevano passato arrivando qui, nella radura.
Il pivello continuava a correre finché inciampò e cadde.
Risate cominciarono a farsi più forti.
Vidi il ragazzo guardare le mura che ci circondarono.
Girò su se stesso, esterrefatto, nonostante la distanza tra me e lui riuscivo a sentire la pazzia che stava oscurando la sua mente.
Mi misi a correre di conseguenza verso quel ragazzo.
Nessuno più parlava.
-Ehy- disse mettendomi davanti a lui.
-Ricordi il tuo nome?-
Scosse la testa.
-Io sono Emma-
-Dove.. dove mi trovo? Perché non ricordo nulla?-
-È assolutamente normale la tua confusione e riesco a capire che è orribile trovarsi qui, ora, circondati da un labirinto- dissi cercando di non dare troppo nell'occhio.
Mi guardò.
-Che hai detto?-
Lo guardai, non capendo.
-Labirinto?-
-So che potrebbe farti molto, molto male, ma non sta a me spiegartelo, non sono io il capo- dissi cercando di cambiare discorso, per quanto potessi.
Non rispose.
-Newt potrà aiutarti-

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